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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 160 (Gennaio 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0084
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— 74

Edin italiano.
Per decreto del senato, la città (onora') P..Elio An-
l'igenide suo cittadino, che fu demarco ..... sommo
sacerdote del sacro sinodo timelico de seguaci di Bacco,
il primo ed il solo , il quale a ricordanza di uomini
abbia vinto in continuazione tutti i certami a quali
soli concorse, sempre non superalo ; in Roma due vol-
le, in Napoli tre volte, meritando ancora il primo ono-
re; ed in Pozzuoli, ne primi ludi ordinali dall’’impe-
ratore Antonino signor nostro col nome di Pii , e così
negli altri due in seguilo; ed in Nicomedia sua patria
ne ludi denominati di Esculapio, superando nel mede-
simo certame i pi laudi ed i corauli. Cessò di vivere di
anni quarantacinque, dopo aver suonato la tibia alpor-
polo de’ Romani per venti anni,.
Nella prima linea, si vede ricordata la napoletana
BooXìq, o dir vogliamo il Senato, che in, altre napo-
litano epigrafi è indicato eziandio colle voci oi sv vrpo-
aicY-nprw; come ne’decreti fatti in onore di Teltia Ca-
sta. ed in quelli di Ottavio Caprario e di Licinio Pol-
lione. Il popolo napolitano onorava con questa pub-
blica memoria un celebre suonator di tibia, détto P.
Elio Anligenide. Era questi di Nicomedia;, comesiùas-
coglie dalla medesima epigrafe ; ma i Napolitani gli
avevano accordata la loro cittadinanza, come rilevasi
ancora dalle cariche municipali da lui sostenute in
Napoli. Non è infrequente trovar memoria di celi bri
suonatori od atleti, i quali si vantano cittadini di nu-
merose città: il che avveniva per la gloria da essi pro-
cacciatasi ne’ludi, ov’erano rimasti vittoriosi ne’cer-
tami ginnici o musici. Ci basterà ricordare, a tal pro-
posito, i due famosi atleti M. Aurelio Demetrio, e
M. Aurelio Asclepiade, pe’quaìi si fa pompa delia cit-
tadinanza di moltissime città: e pel secondo si aggiun-
ge ad una estesa enumerazione : xal - croX/cvv
7TùXXwv iroXlrxf (corp. inscr. gr. n. 5912, 5913). Nè
diversamente si osserva nell’altro pancraziaste M.Au-
relio Demostralo (ibid. n. 5909): e particolarmente è
da citare quel T. Elio Aureliano Teodoto, il quale era
pur di Nicomedia, e celebrato pel suono delle tibie,
come il nostro Anligenide (ibid. n. 1720). Evidente-
mente i nomi di M. Aurelio, di T. Elio Aureliano ,
e del nostro P. Elio furono adottati in onore de’Ro-

mani imperatori della famiglia degli Antonini; non al-
trimenti che fu da noi osservalo di una Aurelia Fla-
via Am ia nativa altresì: di Nicomedia, e sepolta in Poz-
zuoli, ove ne fu trovata la memoria (v. questo Bal-
lettino an. HI. p. 47 ).
Non so se il nostro tibicine ebbe come primitivo il
nome di Antigenis, ovvero ad’ottollo dopo essersi ac-
quistata la rinomanza di esimio suonatore; per com-
pararsi all’altro famigerato tibicine Anligenides de’tem-
pi di bilosseno (Suid. v^’AyTiysy/^iqs, Harpocration p.
43), che fu maestro di Alcibiade (Geli.noct.alldXN, 17),
ovvero a quello che accompagnava il grande Alessandro
(Plutarcb. t.II p.33o, A); de’quali ha dottamente par-
lato il Jacobs (anih. gr. animad. voi. 1. parte li. p.
57).. Certamente, avendo uno di essi cangiato il sem-
plice canto della tibia, coloro che ne imitavano le me-
lodie furono detti da Plutarco ’Ayriysy/^iox (p.1138,.
A. B. t li: cf. Iacobs. /. c. ).. Non sarebbe dunque
maraviglioso che il suonatore di Nicomedia prendesse
il nome di Antigenis, per ricordare la sua valentia
neU’islcumento, nel quale in più remoti tempi ebbero
il vanto due Antigenidae. Comunque pensar si voglia
del nostro, a noi sembra che il nome di ’Ayrzysy/^S
fu adottato da quell’altro suonator di tibia ( xwcXios
cci’XrjT^s) detto AL Aurelio Settimio Nemesiano Anti-
genide (corp. inscr. gr. L I. n. 1587 p. 768) ; ap-
punto per menar vanto della sua. perizia nel suono
della tibia.
Tornando al nostro concittadino di adozione, egli
aveva sostenuto in Napoli la carica di demarco (^V|-
fAap^ira.VT'a), la quale in certo modo corrisponde a
quella di eletto del popolo ( Ignarra de pJiratr. pag.
223)..É noto che 1’ Imperatore Adriano volle ancor
questo titolo dalla nostra città (Sparlian. Hadr. 19).
Pochi sonoi demarchi conosciuti dalle iscrizioni: so-
no essi C. Giunio Aquila, L. Erennio Aristo, T. Ca-
stricio Calediano (corp.inscr.gr. n.5790,5797,5799),
e forse il figlio di L. Munatio Concessiano (Grut. p.
CCCCXXXIX, 6: Mommsen inscr. r. neap. lat. n.
2455), a’quali bisognerà ora aggiungere P. Elio An-
ligenide. Volendo richiamare la nostra carica de’ de-
marchi all’attico magistrato del nome stesso , noterò
trattarsi di una carica secondaria , ed annuale come
 
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