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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 169 (Giugno 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0156
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— 146 —

nula una tale intelligenza, ne risulterebbe che il luv-
cies esprima un nome di gente non già un prenome.
É frequente nelle epigrafi latine delle nostre regioni
la memoria della gente Lucia; siccome può rilevarsi
dagl’indici del Mommsen : ed ora il graffito nolano
ce ne presenterebbe un novello esempio sotto forme
etrusche.
Queste cose diciamo, nella supposizione che si tratti
di due difTerenti parole. Ma se ( come pare più pro-
babile ) il punto intermedio fosse da riputare acci-
dentale, od arbitrario (1), ne sorgerebbe un solo no-
me Gnaiviies: e non è chi non pensi al nome Gnac-
vius o Naevius.Dél resto, alla ortografica forma GNAI-
F1IES fa bel riscontro lo GNAIFOD PATRE PRO-
GNATVS del sepolcro degli Scipioni ( Visconti mo-
num. degli Scip. tav. 3 p. 8: cf. Orelli n. 550 ).
Chiudesi il graffito colla parola SVM, la quale cor-
risponde senza dubbio al più comune IHd degli etru-
schi monumenti, e fu tratta dal latino o dall’ osco ;
siccome aveva assai giustamente conghietturato il eh.
Garrucci, dando la vera spiegazione di altri simili
graffili campani, ove comparisce la poco dissimile
forma S1M (v. questo bull. an. I p. 87).
Dopo le esposte considerazioni, sorge del graffito
nolano una duplice intelligenza : Ludi Cn. filii sum;
ovvero, e meglio: Ludi Naevii sum.
Nell’uno e nel l'altro modo d'intendere, è la stessa
patera, che s’introduce a dichiarare il nome del suo
possessore.
2. Vaso di terra nera, di fabbrica elrusca, e della
forma che dicesi comunemente nasiterno (tav. d’agg.
n. 4). È posseduto dal sig. capitano d’Arone. Sulla
pancia è graffito :
WVYVdnAT JOOVWIA
Limurces ta pruchum.
La parola Limurces accenna alla gente Limurcia o
Lemurda, della quale riconosco pur la memoria in
alcune epigrafi della necropoli del Palazzone, ove s’in-
(I) Sull’arbitraria punteggiatura di talune epigrafi etrusche veg-
gansi le osservazioni del Fabrelli neH'arcftfoto slor. Hai. n. s. V.
disp. 2 pag. 56 o seg. cf. pure ciò che scrive il eh. Conestabilc
iscrizioni tir. di Firenze, prefaz. p. LXXXIV e seg.

contrano le forme Lemrecnas, Lemrcna, Lemrcnei. Il
Vermiglioli pensava alla famiglia Larconia, e dubbi
rimanevano i chiarissimi Conestabile e Fabretti ( v.
Conestabilc nuove pubblicazioni III p. 76, 77).
Ma ora che vien fuori il nuovo graffito Capuano,
sarà agevole ridurre altresì alla medesima famiglia
Lemurcia o Limurcia le epigrafi perugine, nelle quali
sono tutti gli elementi perchè in esse venga pure ri-
conosciuta. Dopo questa prima considerazione, oserò
di presentare alcune conghietlure sulla derivazione
primiliva di quella famiglia. Mi sovviene al pensiero
la ricordanza de Lemures, da’quali potè denominarsi
quella gente ; non altrimenti che da Mars può cre-
dersi originata la gente Marcia, da Lar la Lartia.Qo-
munque una tale derivazione offra qualche probabi-
lità, non voglio tralasciare di presentarne un’altra. E
noto esser nella Licia un fiume Limyros, ed una città
in vicinanza di Mira detta Amu/ra(Strabone lib, XIV
p. 666: t. HI p. 148 Cramer. Siepi). B. v. Aifwpoc).
É pur conosciuto esser nell’india una regione Aijxt'fixìi
( Arrian. peripl. m. Erylhr. p. 30, 32, 36 ).
Non sarebbe dunque strano l’immaginare, posta 1’
ortografia delCapuano nasilerno,clic la gente Limurcia
non fosse altro che la Limyrice, proveniente dalla Li-
cia, o dall’india, ove trovansi analoghe denomina-
zioni geografiche: e più facilmente dalla Licia, come
quella che trovasi in maggior vicinanza alla Lidia ,
dalla quale, secondo Erodoto, parte la colonia anti-
chissima nell’Umbria, a costituire il popolo de’Tir-
reni o degli Etruschi. Sicché il vaso, di cui ragionia-
mo, ci fornirebbe una illustrazione ed un confronto
alla tradizione Erodotea.
Nella parola pruchum abbiamo senza dubbio la for-
ma elrusca del greco vocabolo 7rp'j%GOv ; mutandosi
il v in ni, come si verifica in altri italici dialetti : ri-
cordisi il Aovx%ro/Ji, Mx/jtsprowfx e somiglianti.
Ed è da notare che riesce pure importante la in-
terpretazione della voce pruchum in rapporto al no-
stro vaso, del quale determina la forma. Sappiamo
dunque con certezza il nome dato anticamente al na-
siterno, ch’era quello più generale di prochus: e ri-
trovasi men vera la distinzione proposta dal eh. Ge-
rhard ( annali dell’Isl. 1836 p. 156 ).
 
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