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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 174 (Agosto 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0196
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— 186

laterizia, ed ancor sì vivi, che pa'ono fabbriche, che
punto non avessero sopportata la divoratrice opera
del tempo.
Se dato mi fosse , in queste carte , avvivare col
garbo e l’alito del loro tempo questi mutili avanzi ,
atteggiare i simulacri col loro carattere , comporre
questi edilizi con 1’ elegante grandiosità che si ebbe-
ro, opere darei a divedere bellissime e meravigliose.
Questi pochi oggetti, che ora appena sono scopo
di una semplice curiosità , diventar possono rivela-
zione d’ignote verità, se sopra ampia scala si scopre
questo novello Borgo, che torna nella memoria degli
uomini con avanzi i quali ricordano i più belli perio-
di delle nostre arti.
Gap. Giuseppe Novi.
Poche osservazioni su varii monumenti del Vicus
PALATI US.
Noi già notammo di sopra (pag. 15-16 ) la im-
portanza della scoperta , unicamente dovuta alla esi-
mia diligenza ed attività del sig. Capitano Novi ; dir
voglio della esistenza di uno sconosciuto borgo in
vicinanza di Cales, al quale fu data la denominazione
di vicus Palalius. Ora dir vogliamo alcuna cosa de’
varii monumenti venuti fuora da quel sito, più parti-
colarmente illustrando quelle medesime antichità, che
nella precedente notizia del sig. Novi trovansi sola-
mente accennate.
Noterò pria d’ogn’ altro , che parecchie sculture
in marmo più o meno frammentate e mancanti mo-
strano la importanza di queste nuove scavazioni.
Un cavallo, che pare fosse aggruppato con una vi-
rile figura, della quale si ritrovarono non pochi fram-
menti , è in tale stato che non abbiamo creduto op-
portuno di riportarne il disegno: solo notiamo che la
testa del cavallo ci sembra di accurato lavoro : e sia-
mo dolenti che finora non sia riuscito all’egregio sco-
pritore di trovar tutti i pezzi che compongono quel
gruppo, malgrado le più accurate ricerche.
Appartiene al medesimo sito la statua di propor-
zioni alquanto maggiori del naturale, che diamo in-
cisa nella nostra tavola XIV fig. 1. Sventuratamente

è essa mancante della lesta e delle mani , come pure
di altre parti negli accessorii.
Non può dubitarsi che fosse in quella statua rap-
presentato un Bacco , avuto riguardo a’ simboli che
1’ accompagnano; veggonsi di fatto residui del tirso ,
a cui si attiene colla sinistra, ed a’ piedi vedesi acco-
vacciata la pantera, o dir vogliamo l’animale del dio
del vino. Probabilmente stringeva colla destra il can-
tharos, di cui ora non rimane alcuna traccia. Il lavoro
è abbastanza accurato, sebbene non ci sembra di ri-
conoscervi un greco scalpello. Certo che nella scol-
tura vi sono alcuni difetti di arte, che colpiscono al
primo sguardo , e che non voglionsi attribuire alla
nostra riproduzione: son questi la brevità delle brac-
cia, che fan maggiore contrasto colla sproporzionata
lunghezza delle cosce. In qualunque modo, il monu-
mento è da riputare importante , non solo perchè è
la principale opera di arte de’ tempi romani finora
venuta dal silo dell’antica Cales, ma anche perchè ac-
cenna al religioso culto di Bacco in quell’antico mu-
nicipio , e ad un sacro o pubblico edilizio, ove esser
doveva collocata la immagine.
Non possiamo tacere di due frammenti, che osser-
vammo noi stessi, e che provengono dallo stesso sito:
sono questi una coscia, ed una testa di colossali pro-
porzioni, che possono entrambe appartenere ad una
statua di forme gigantesche. Guardando le fattezze della
testa, rilevasi senza alcun dubbio essere un ritratto :
ed il lavoro accurato e sapiente ci richiama all’arte
dell’epoca Augustea. I due importanti frammenti son
dunque parte di una statua eretta nel vico Palazio a
qualche benemerito personaggio. La circostanza del
ritrovamento in prossimità della epigrafe onoraria di
L. Aufellio Rufo, l’epoca dell’arte corrispondente a
quella della iscrizione, ci fanno conghietturare che
fosse appunto da ravvisare in quella testa il ritratto
del patrono del municipio Caleno, a cui fu innalzata
una statua nel vicus Palalius. Darò in altro tempo il
disegno di questa testa, che probabilmente si riferisce
al nostro L. Aufellio Rufo.
Di più grande importanza sono da riputare le ter-
recotte rinvenute in questo vico dipendente dall’an-
tica Cales. Noterò da prima che pochi passi distante
 
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