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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 174 (Agosto 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0197
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da', sito di queste nuove scoperte fu rinvenuto quel
fregio ad alto rilievo rappresentante una pugna di uo-
mini armali a piedi ed a cavallo, eh’è or posseduto
dal signor cav. Riccio, e che fu accennato dal Raoul-
Rochetle , siccome proveniente da Capua (fouilles de
Capoue p. 33 ). Ricorderò non pertanto che già fu da
noi osservato provenir quei rilievi dall’antica Cales (v.
questo Bullellino an. Il p. 139). Anche al vico Pa-
lazio è da riferire l’altra terracotta, ora nel R. Museo
Borbonico, rappresentante una virile divinità che tiene
due leoni ; la quale dallo stesso R. Rochette fu ripor-
tata a Capua, ed all’ Ercole assiro , nella sua solare
significazione (fouilles de Capoue p. 66 seg.: cf. que-
sto Bullellino an. Il p. 188).
Altre due importanti terrecotte ora pubblichiamo
venute recentemente alla luce, mercè le nuove scava-
zioni del sig. Capitano Novi : esse si veggono ripro-
dotte la metà e la terza parte degli originali nella no-
stra tavola XIV. Rappresentano entrambe due femmi-
nili divinità colla testa adorna di polos , una delle
quali in abito succinto l’altra in lunga tunica.Tulte le
due sembrano alate, e tale è certamente la prima. En-
trambe sono in alto di tener colle mani due quadru-
pedi , i quali nella prima figurina si accostano alla
forma della pantera, e nella seconda a quella del leo-
ne. Il succinto vestimento, e quella specie di anassi-
ridi che appajono in questa ultima figura, ci fan rav-
visare in essa, come nell’altra alata figura, una divi-
nità corrispondente alla greca Ar/emz’s.Ed è assai no-
tevole confronto la dea effigiata sulla cassa di Cipselo
e descritta da Pausania ; la quale offrivasi come una
figura alata , tenendo colla destra una pantera colla
sinistra un leone (V, XIV, 1). Il periegete la chiama
appunto Artemide ; sebbene non sa spiegare perchè
, fossero ad essa attribuite le ali. Sembra pertanto che
questa particolarità sia dovuta all’ arte asiatica , che
tanta influenza si ebbe sull’arte corintia. E certamente
queste terrecolle, di cui discorriamo, costituiscono il
più vicino confronto all’immagine di Artemide di cui
parla Pausania. Nè diversamente va intesa l’altra ter-
racotta di Capua , ritraente una femminile figura che
tiene due leoni, della quale veggasi lo stesso Raoul-Ro-
chelle (l. c. p. 66 seg.), e quel che fu da noi osservato

in questo Bullellino (an. II p 188), ove parlammo
altresì di una somigliante figura , che costituisce il
manico di uno specchio proveniente da Crotone , e
che perciò dee riferirsi eziandio ad arte corintia.
Questa forma dell’Arlemis, quale comparisce nella
cassa di Cipselo, nelle terrecotte di Capua e di Cales,
riportandosi alla Diana asiatica, mostra la intelligenza
della dea Natura, e fa riscontro benanche alla frigia
divinità del Tifata, alla quale attribuimmo la intelli-
genza medesima, e che pure denominavasi Artemide
( v. questo bullelt. an. V p. 42 seg. ).
Non possiamo omettere di ricordare, a proposito
delle nostre terrecotte, che figurine, somigliantissime
alla prima tunicata ed alata che ora pubblichiamo ,
vennero fuori eziandio dalle scavazioni di Pietrab-
bondanle: e noi, nel presentarne la descrizione,pen-
sammo pure all’ Arlemis Adrastea , riconoscendo in
quelle immagini una intelligenza simile a quella, che
ora esponemmo (v. questo Ballettino an.VI p. 188).
Nella nostra tav. XIV vedesi ( metà dell’ orig. ) la
parte di un fregio, o di anlefissa, che ci presenta un
toro percorrendo velocemente le onde e guidato da
un’alata Vittoria.Noi dicemmo onde quel meandro,che
vedesi al di sotto del toro, perchè cosi appunto scor-
gonsi conformati i marini flutti ne’monumenti di ogni
genere ; siccome altrove notammo (bull.arch.Nap.ant.
ser. an.1V p.55 e vasi latta p.83 s., 109, 162).Ed è
da richiamare a confronto quella singolare moneta di
Napoli, ove il mezzo loro androprosopo nuota sopra
simili onde (v. questo bull. an. II p. 57 tav. IV fig.
8 : cf. saggio di osserv. numism. p. 48 segg. ). Fu al-
lora per noi dimostrato che nel simbolico loro andro-
prosopo non dovesse altro ravvisarsi che 1’ Acheloo,
il cui culto era tanto diffuso in tutta quanta l’antichi-
tà. Ma che diremo del nostro toro vittorioso che passa
velocemente le acque? Non vorrei decidere se debba
riconoscersi in esso il loro vincitore di Europa; ovvero
lo stesso Acheloo spaziandosi fralle acque potamie
delle quali è simbolo. E la Vittoria accennar potrebbe
a’ ludi dello stesso Acheloo (AXEAOIO A0AA), de’
quali è memoria nelle metapontine medaglie (v. Ge-
rhard aus. Gr.Vas. t.II p.U3). Solo forma difficoltà
la solita maniera di figurar l’Acheloo e gli altri fiumi
 
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