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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 174 (Agosto 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0198
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— 188

col volto umano e con taurine corna ; sebbene nella
immagine del semplice toro e del toro androprosopo
non è strano riconoscere la medesima intelligenza.
Finalmente nella stessa tav. XIV vedesi (mela del-
1’ orig. ) una maschera comica pur di terracotta , di
accurato lavoro, e di vivacissima espressione.
Accennerò solamente alcuni frammenti: tali sono
due che sembrano fondi di patere con figure a rilie-
vo, e dipinte di nera vernice. Uno di essi ci offre un
alato Amorino, che si abbraccia un’oca , la quale lo
becca mollemente alla destra tempia. È noto che un
tal soggetto si scorge in molli antichi monumenti, e
che più spesso il putto aggruppato coll’augello è privo
di ali. Una tal rappresentanza, accennando probabil-
menli a’Genii delle fonti, ci fa pensare che il vaso, di
cui fu serbalo questo frammento, era destinato a con-
tenere acqua; e perciò si è Coll’Amore aggruppato
l’acquatico augello. Su questa classe di monumenti
son da leggere le dotte osservazioni degli Ercolanesi
( toni. II de’ Bronzi tav. XLVII e segg.), dell’ Avel-
lino ( Beai Mus. Borb. voi. IV tav. LV), di C. F. Her-
mann ( nella sua dissertazione der Knabe mil dem Vo-
gel, Gòttingen 1847 in 4), e finalmente del eh. Iahn
( ne’ Berichte der K. Sachs. Gesellsch. der Wissensch.
1848 p. 41 segg.).
L’ altro frammento appartiene egualmente ad un
fondo di patera, e ci offre ad alto rilievo un busto di
Bacco , colla fronte coronata di edera: vedesi pure
una nebride discendere dalla sinistra spalla, mentre
colla destra sollevata il dio sostiene un piccolo tirso.
Potrebbe eonghielturarsi che questa patera servisse a
contenere il vino, siccome l’altra per l’acqua : e per-
ciò si è scelta una bacchica figura adornamento, sic-
come per l’altra vedemmo effigiato un Genio delle
acque.
Dirò da ultimo di un frammento della parte supe-
riore di una lucerna di argilla, la quale ci offre a bas-
sorilievo un gallo ; forse con allusione alla luce, tro-
vandosi nel sito prossimo al lucignolo.
Dalla breve narrazione per noi fatta delle nuove
scoperte nel Caleno vico denominato Palatius, si ri-
leva la importanza di quel sito; onde monumenti di di-
verso genere e di varii tempi furono tratti alla luce.

E la conosciufa energia del eh. sig. Capitano Novi,
accoppiala alla sua zelante premura per la ricerca delle
patrie memorie, ci dà piena fiducia di veder compa-
rire quanto prima altri anche più importanti monu-
menti, de’ quali ci affretteremo a dar la notizia in que-
sti nostri fogli,
Minervini.
Intorno alcune iscrizioni pubblicate nell' anno VII
del Ballettino.
1. Alla pag. 63 di questo anno del Bullettino pub-
blicai una latina epigrafe dell’antica Capua, siccome
erami stata comunicata dal eh. D. Gabriele Iannelli.
Ora mi affretto ad emandarne la lezione rettificata
dallo stesso primo trascrittore. Essa è come segue :
P • CERVIVS • P • L • DIOGENES
VESTIARIVS • SIBI • ET • SVIS • FECIT
CAESIAE • • L BVLENE
CERVIAE • P • L • IRENAE • L1B • MEAE - CVM • MORTVA
ER1T • ARCA • QVAE • EST • IN • MONVM
ENTO • IBI ■ VOLO • CONDATVR
L • AEDIO L • F • SAMONl
La forma della lapida è quella di una tabella secu-
riclata.
2. La iscrizione di Titidia, di cui si parla, a pag.
134, trovasi già correttamente pubblicala dal eh. Hen-
zen nel III volume dell’Orelli n. 5827. Solo è a no-
tare la particolarità della scrittura del nome BOCIO,
della quale divinità non sapremmo investigare la in-
telligenza.
3. A proposito de’ monumenti epigrafici del Cico-
lano raccolti dal eh. Garrucci (p. 153 e segg.), vo-
gliamo notare che il eh. sig. cav. Giuseppe Colucci
prepara una monografìa degli Eguicoli, la quale ve-
drà quanto prima la luce.
Minervini.
 
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