La serie dei vicarii urbis Iìomae
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(398). Nel rescritto corrispondente del codice Giustinianeo (X, 16,
IO) mancano le parole in programmate etc.
A Varo sono dirette due lettere di Simmaco, delle quali ci
sono pervenuti soltanto alcuni frammenti (IX, 29, 29A) e che
il Seeclc {Prowj). Symm., p. CCV) attribuisce giustamente alla fine
del 897. Difatti, egli dice, ' quia hae litterae autumno scriptae
sunt, cum tota Italia fame laboraret, et nihilo minus ex provin-
ciis frumeutum cogeretur, ei ... tempori eas attribuo, quo bello
( iildonico imminente commeatus Africani iam cessaverant et urbis
annona ex Hispaniis Galliis Italia ipsa conquirebatur, anno 397
exeunti. quae temporis dofiuitio eonfirmatur epist. 29 A ; Formiis
enim data est, ubi Symmacbus a mense Iulio usque ad Octobrem
a. 397 versabatur '. Da ciò si può adunque arguire che Varo
era vicario di Roma fino dal 397. Il Seeck vuol desumere da
alcune parole della lettera 29 clic Varo, prima di essere prepo-
sto al vicariato di Roma, fu governatore di alcune provincie, tra le
quali l'Apulia (praeter alias provincias Apuliae quoque praesse in
epistula 29 dicitur). Ma ciò a me non pare sostenibile. Le parole,
infatti, della lettera sono queste: dum provincialium mederis
advcrsis ci salutarem laborantibus manum porrigis, gravior
Apulos casus inccssit, a guibus ob inanem famam fecundi-
tatìs frumento poscunlur eie. Or bene, in questa lettera e nella
successiva in cui è ricordata la Campania (itineris celeriter ad
Campaniam promovendi, scire me facito, ut te paidisper oppe-
riar etc), si fa cenno dei provvedimenti adottati o da adottarsi
da Varo per lenire gì' infortuni dei provinciali e specialmente
dell'Apulia e della Campania le quali formavano parte del di-
stretto amministrato dal vicarius urbis, a cui Varo era allora
preposto, ma non si fa cenno affatto di provincie che Varo abbia
governate prima del suo vicariato. Cf. Gotofredo-Ritter, Proso-
pogr., p. 92.
( Continua)
L. Cantarelli.
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(398). Nel rescritto corrispondente del codice Giustinianeo (X, 16,
IO) mancano le parole in programmate etc.
A Varo sono dirette due lettere di Simmaco, delle quali ci
sono pervenuti soltanto alcuni frammenti (IX, 29, 29A) e che
il Seeclc {Prowj). Symm., p. CCV) attribuisce giustamente alla fine
del 897. Difatti, egli dice, ' quia hae litterae autumno scriptae
sunt, cum tota Italia fame laboraret, et nihilo minus ex provin-
ciis frumeutum cogeretur, ei ... tempori eas attribuo, quo bello
( iildonico imminente commeatus Africani iam cessaverant et urbis
annona ex Hispaniis Galliis Italia ipsa conquirebatur, anno 397
exeunti. quae temporis dofiuitio eonfirmatur epist. 29 A ; Formiis
enim data est, ubi Symmacbus a mense Iulio usque ad Octobrem
a. 397 versabatur '. Da ciò si può adunque arguire che Varo
era vicario di Roma fino dal 397. Il Seeck vuol desumere da
alcune parole della lettera 29 clic Varo, prima di essere prepo-
sto al vicariato di Roma, fu governatore di alcune provincie, tra le
quali l'Apulia (praeter alias provincias Apuliae quoque praesse in
epistula 29 dicitur). Ma ciò a me non pare sostenibile. Le parole,
infatti, della lettera sono queste: dum provincialium mederis
advcrsis ci salutarem laborantibus manum porrigis, gravior
Apulos casus inccssit, a guibus ob inanem famam fecundi-
tatìs frumento poscunlur eie. Or bene, in questa lettera e nella
successiva in cui è ricordata la Campania (itineris celeriter ad
Campaniam promovendi, scire me facito, ut te paidisper oppe-
riar etc), si fa cenno dei provvedimenti adottati o da adottarsi
da Varo per lenire gì' infortuni dei provinciali e specialmente
dell'Apulia e della Campania le quali formavano parte del di-
stretto amministrato dal vicarius urbis, a cui Varo era allora
preposto, ma non si fa cenno affatto di provincie che Varo abbia
governate prima del suo vicariato. Cf. Gotofredo-Ritter, Proso-
pogr., p. 92.
( Continua)
L. Cantarelli.