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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 20.1892

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De Rossi, Giovanni Battista: Collare di servo fuggitivo novellamente scoperto
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https://doi.org/10.11588/diglit.13634#0023

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novellamente scoperto

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Cotesta domus doveva essere notissima; dappoiché bastava
nominarla, senza altra indicazione di contrada od almeno della
regione (indicazioni, che si leggono in altre simili epigrafi di
collari e di bulle) (1), perchè tutti ne intendessero il significato.
Essa è però inaudita nei documenti fino ad ora noti di urbana
topografia. Come la domus imperiale di Nerone fu appellata au-
rea dallo splendore degli stucchi e metalli dorati, sembrerebbe
che la pulverata possa aver tolto il nome dal colore pulvereo
degli intonachi di sua facciata. Ma questo non parmi segnale
caratteristico verisimile di una sola casa, nè tanto notabile da
ferire ogni occhio nell'immenso numero delle domus e delle in-
sulae dell'antica Koma. E più probabile, che nel vocabolo me-
desimo della domus sia compreso quello della contrada; e che
questo fosse in modo speciale appropriato a quella domus come
al più nobile ed insigne palazzo del vicus pulveratus o della
via pulverata. In fatti la contrada dei caccabarii, ove abbiamo
rinvenuto il collare, è compresa nella regione appellata nel me-
dio evo Arenula, per la sabbia delle ripe del Tevere quivi più
copiosa e depositata in distesa più ampia, che in altre parti delle
sponde urbane del fiume. Anche oggi una delle diramazioni della
via Arenula maior (2), lungo il palazzo Capo di ferro (poi Spada),
mantiene il nome del Polverone. Il collare è stato rinvenuto
presso le rovine delle porticus maximae, ove esse erano colle-
gate od immedesimate coi portici del teatro di Balbo (3). Quello
non pare possa essere stato il sito preciso della domus pulve-
rata. Ma siffatto cimelio, benché mobile, non fu oggetto di tale
pregio da essere trasportato, per amore di possederlo, a luoghi

0) V. Miscellanea cit. n. 19-21.

(2) Questa via è ricordata da Benedetto can. nel celebre Ordo Rom.
del secolo XII (Mabillon, Mus. ital. II p. 126): cf. Lanciarli, L'itinerario di
Einsiedlen e l'ordine di Benedetto canonico, p. 91.

(3) V. Nibby, Roma antica II p. 592.

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