// vicariato di Roma
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Frontone ed è ricordato nel titolo urbano, C. VI, 1416. Cf. sul
suo proconsolato d'Africa del 288-89 o del 296-97, Tissot, Fastes
dAfrique, p. 179 e seg.; De-Vit, III, 114.
2. P. Helvius Aelius Dionysius.
C. X, 6084 = I. N. 4087 = Henzen 6909 (Formiae) :
Fulviae Augurinìanae c(larissimae) fieminae) P. Helvi Aeli
Dionysi cons(ularis) viri, c o r r(e c t o r i s) C a m p a n (i a e), uxori,
Formianii, publice.
Il Mommsen, in nota alla lapide, sostiene l'identità del
nostro correttore con VAelius Dionysius vir clarissimus, ricor-
dato in un rescritto di Diocleziano e di Massimiano del 298
(fr. Vat. 41) e a cui si riferisce la lapide urbana, C. VI, 1673, ma
certamente per una semplice svista, poiché altrove (Eph. Ep.
I, 141, n. 1) egli stesso ammette, per la diversità dei prenomi,
(il nostro Dionisio si chiama P. Helvius, l'altro, L. Helvius) che
siano persone diverse. Forse erano fratelli; ad ogni modo, il
nostro Dionisio governò la Campania o sotto Diocleziano, o nei
primi anni di Costantino. Cf. Borghesi, VI, 389.
3. Pompeius Appius Fan stimi s.
C. X, 4785 == I. N. 3992 = Pratilli, 56 (Teanum) : [Fla-
vio Valerio C[on~]sta)itio nobilissimo Gaesari resp(ublica) Tea-
nensium dedicantibus Pompeìo Faustino v{iro) Guarissimo)
corr(ectore) Campaniae et Ovinio Gallicano v(iro) ora-
rissimo) cur(atore), numini maiestatique eorum dicatissimis.
Si può dubitare chi sia il Costanzo, a cui è dedicata la la-
pide, cioè se il Cloro, o il figlio di Costantino, attesoché ambedue
si chiamarono Flavio Valerio, ma il Borghesi (Oeiwres, VI, 381)
propende per il primo. In questo caso, avendo avuto Costanzo
Cloro il titolo di Cesare nel 292, ed essendo divenuto Augusto
nel 305, la correttura di Pompeo Faustino, il quale fu poi prefetto
di Koma nell' anno 300 (Tomassetti, p. 20), potrà porsi fra il
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Frontone ed è ricordato nel titolo urbano, C. VI, 1416. Cf. sul
suo proconsolato d'Africa del 288-89 o del 296-97, Tissot, Fastes
dAfrique, p. 179 e seg.; De-Vit, III, 114.
2. P. Helvius Aelius Dionysius.
C. X, 6084 = I. N. 4087 = Henzen 6909 (Formiae) :
Fulviae Augurinìanae c(larissimae) fieminae) P. Helvi Aeli
Dionysi cons(ularis) viri, c o r r(e c t o r i s) C a m p a n (i a e), uxori,
Formianii, publice.
Il Mommsen, in nota alla lapide, sostiene l'identità del
nostro correttore con VAelius Dionysius vir clarissimus, ricor-
dato in un rescritto di Diocleziano e di Massimiano del 298
(fr. Vat. 41) e a cui si riferisce la lapide urbana, C. VI, 1673, ma
certamente per una semplice svista, poiché altrove (Eph. Ep.
I, 141, n. 1) egli stesso ammette, per la diversità dei prenomi,
(il nostro Dionisio si chiama P. Helvius, l'altro, L. Helvius) che
siano persone diverse. Forse erano fratelli; ad ogni modo, il
nostro Dionisio governò la Campania o sotto Diocleziano, o nei
primi anni di Costantino. Cf. Borghesi, VI, 389.
3. Pompeius Appius Fan stimi s.
C. X, 4785 == I. N. 3992 = Pratilli, 56 (Teanum) : [Fla-
vio Valerio C[on~]sta)itio nobilissimo Gaesari resp(ublica) Tea-
nensium dedicantibus Pompeìo Faustino v{iro) Guarissimo)
corr(ectore) Campaniae et Ovinio Gallicano v(iro) ora-
rissimo) cur(atore), numini maiestatique eorum dicatissimis.
Si può dubitare chi sia il Costanzo, a cui è dedicata la la-
pide, cioè se il Cloro, o il figlio di Costantino, attesoché ambedue
si chiamarono Flavio Valerio, ma il Borghesi (Oeiwres, VI, 381)
propende per il primo. In questo caso, avendo avuto Costanzo
Cloro il titolo di Cesare nel 292, ed essendo divenuto Augusto
nel 305, la correttura di Pompeo Faustino, il quale fu poi prefetto
di Koma nell' anno 300 (Tomassetti, p. 20), potrà porsi fra il