Il Satiro che versa da bere
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fianco rientrante. La persona così viene a disegnare dall'alto al
basso ima linea, per dir così, serpeggiante.
Se, allato a cotosta linea, si guarda quella obliqua formata
dall'inclinazione delle spalle, di cui la destra è tirata su, la si-
nistra depressa ; se si considerano le linee spezzate delle braccia,
che si piegano al gomito, qua salienti, là discendenti ; se si compie
infine idealmente l'immagine del Satiro coi suoi attributi origi-
nari e si pensa alla parabola formata dallo sgorgare del vino
entro al nappo: si riconoscerà di leggeri come un tal tipo sta-
tuario, che si diparte spiccatamente dallo schema verticale, che
riposa tutto su svariate linee sinuose od obblique, che le concilia
e combina in un tutto di una così piena armonia e d'una grazia
cotanto appariscente : un tipo siffatto, dico, non poteva essere non
dirò attuato, ma neppur pensato nel tempo, in che fioriva l'autore
della statua atletica. Con lo stare rigido, compassato e fisso di
essa, contrasta la leggerezza, la elasticità, la flessuosità del Satiro.
Non occorre finalmente rilevare la discordanza dell'uno dal-
l'altro simulacro per riguardo alle forme corporee e anche per il
soggetto, che rappresentano, per il carattere e la significazione
spirituale. L'atleta è disegnato e plasmato con l'intento precipuo
di porre a nudo la natura sua vegeta, robusta, vigorosa. E que-
st'atleta fu perciò paragonato dal Brunn {x) « ad un cavallo cor-
siere, che, educato per la corsa, mediante un sistema particolare
di nutrimento e per altri mezzi è spogliato di ogni grasso inutile,
anzi nocivo alla velocità de' movimenti ». La struttura organica
del corpo rassodata e indurita dagli esercizi della palestra è es-
senzialmente rappresentata nella statua di Monaco. Le propor-
zioni sue sono più larghe, più complesse le gambe, più alto e
dilatato il torace. Il corpo del Satiro invece, per quanto sano e
fiorente, ha nella muscolatura e nella delicata carnosità che la
(!) Ann. cit., p. 214. Il Brunn si riferiva alla statua di Monaco, che
con ogni ragione egli riguardava come più esatta riproduzione dell'origi-
nale che non sia la consimile statua di Dresda.
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fianco rientrante. La persona così viene a disegnare dall'alto al
basso ima linea, per dir così, serpeggiante.
Se, allato a cotosta linea, si guarda quella obliqua formata
dall'inclinazione delle spalle, di cui la destra è tirata su, la si-
nistra depressa ; se si considerano le linee spezzate delle braccia,
che si piegano al gomito, qua salienti, là discendenti ; se si compie
infine idealmente l'immagine del Satiro coi suoi attributi origi-
nari e si pensa alla parabola formata dallo sgorgare del vino
entro al nappo: si riconoscerà di leggeri come un tal tipo sta-
tuario, che si diparte spiccatamente dallo schema verticale, che
riposa tutto su svariate linee sinuose od obblique, che le concilia
e combina in un tutto di una così piena armonia e d'una grazia
cotanto appariscente : un tipo siffatto, dico, non poteva essere non
dirò attuato, ma neppur pensato nel tempo, in che fioriva l'autore
della statua atletica. Con lo stare rigido, compassato e fisso di
essa, contrasta la leggerezza, la elasticità, la flessuosità del Satiro.
Non occorre finalmente rilevare la discordanza dell'uno dal-
l'altro simulacro per riguardo alle forme corporee e anche per il
soggetto, che rappresentano, per il carattere e la significazione
spirituale. L'atleta è disegnato e plasmato con l'intento precipuo
di porre a nudo la natura sua vegeta, robusta, vigorosa. E que-
st'atleta fu perciò paragonato dal Brunn {x) « ad un cavallo cor-
siere, che, educato per la corsa, mediante un sistema particolare
di nutrimento e per altri mezzi è spogliato di ogni grasso inutile,
anzi nocivo alla velocità de' movimenti ». La struttura organica
del corpo rassodata e indurita dagli esercizi della palestra è es-
senzialmente rappresentata nella statua di Monaco. Le propor-
zioni sue sono più larghe, più complesse le gambe, più alto e
dilatato il torace. Il corpo del Satiro invece, per quanto sano e
fiorente, ha nella muscolatura e nella delicata carnosità che la
(!) Ann. cit., p. 214. Il Brunn si riferiva alla statua di Monaco, che
con ogni ragione egli riguardava come più esatta riproduzione dell'origi-
nale che non sia la consimile statua di Dresda.