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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0063

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STORIA DELL'ARTE. CAP. IV. S9

che ci rimangono di costruzioni rinnovate dopo che i Greci si liberarono dal dominio dei Persiani. Questa cir-
costanza dette motivo, che migliorando la struttura dei tempj riedificati, per i maggiori mezzi che avevano i
Greci acquistati, l'architettura progredisse a gran passi verso la sua perfezione.

Per le vittorie che i Greci riportarono contro i Persiani s'innalzarono a tanta possanza ed opulenza che le
cose loro di molto si nobilitarono. In tale circostanza stabilirono di comune accordo dei giuochi, che si cele-
bravano ogni cinque anni con somma magnificenza nel luogo stesso, ove essi disfecero intieramente l'esercito
di Mardonio, e che si chiamavano Eleuterj. Innalzarono pure grandi trofei in memoria delle indicate vittorie,
come ancora per onorare coloro che perirono gloriosamente nelle battaglie ; ed inoltre dedicarono sontuosi edifizj
inspecie in onore di Giove Eleuterio, ossia Liberatore (13). E siccome dopo i disastri sofferti, osserva Diodoro,
che essi non si occuparono altro che di feste e di divertimenti (1 4): così in tale stato di tranquillità e di unione
le arti e le scienze trovarono motivo onde fare repentini progressi, e si vestirono ben tosto di chiaro splendore,
di cui ne avevano trattato grande avvantaggio da quelle medesime disaventure che avevano afllitti cotanto i
Greci. Quindi ridondò pure a benefizio delle arti lo stesso devastamento che fecero i Persiani in tutte quelle
città che furono da loro occupate. In tal modo si vide sviluppare il genio di uomini straordinarj e di spiriti
sublimi, che quasi ad un tempo stesso apparvero a perpetuare la memoria di tale prospera epoca. Nel mentre
che Eschilo riportava il premio per le sue tragedie, le quali si credono essere state le prime che con qualche
nobile aspetto si esponessero sulle scene dei Greci, e che lo seguivano in tale luminosa strada Sofocle ed Euri-
pide, e che Anassagora Platone ed altri celebri filosofi insegnavano ai Greci le lettere e le scienze, erano le arti,
portate al loro sublime grado di perfezione nella scultura specialmente per le opere di Fidia, nella pittura per
quelle di Agatarco di Paneno, e di Polignoto, e nell'architettura per quelle di Mnesicle di Calmierate, di Ittino,
di Corebo, di Metagene, di Scimele, e di altri insigni uomini dottati di sommo ingegno, che resero maggior-
mente celebri le cose dei Greci di quell'epoca.

Atene sopra le diverse città dei Greci, essendosi principalmente sollevata colf estendere la sua autorità e
crescere di forze, e divenendo la sede delle scienze e delle arti, si fece la maestra della Grecia intiera. E per indi-
carne primieramente la sua magnificenza basterà l'osservare ciò che scrisse Demostene a questo riguardo ; cioè
che se in allora le case di Temistocle, di Milziade, e di alcun altro dei più celebri cittadini, non si distinguevano
dalle più comuni, avevano però gli Ateniesi innalzati pubblici edifizj così grandiosi e magnifici, e tante così
splendide moli che ninno dei loro posteri potè giammai sorpassare; pereui Atene era divenuta la meraviglia della
Grecia (l 5). Gli Ateniesi, dopo che i Persiani furono scacciati dalla loro regione, si accinsero ben tosto a rifare
la città colle mura, imperocché non ve n'erano rimaste che piccole parti sparse qua e là, con poche case che
avevano servite ai principali Persiani. La città ancora maggiormente si aggrandì coll'aggiunta inchiusa nel gran
muro, che a persuasione di Temistocle venne intrapreso sino al tempo in cui egli teneva la magistratura. Com-
prendeva tale muro i tre porti che avevano gli Ateniesi verso il mare, ed era fatto di tanta grossezza, che due

(13) Paus. Lib. 9.e 2. Strab. Lib. 9. Il trofeo che dedica-
rono i Greci in onore della battaglia di Platea, stava posto quin-
dici stadj lungi da questa città. Ivi vicino si erano ancora innal-
zati in comune i sepolcri di coloro che, combattendo contro i Per-
siani, morirono per la patria; ed i Lacedemonj cogli Ateniesi ave-
vano ivi monumenti distinti. Altre grandissime e ricchissime ope-
re dedicarono i Greci in Elide ed il Delfo per perpetuare la me-
moria delle gloriose loro imprese, le quali a loro grande onore ri-
dondarono, e dimostrarono con esse quale fosse il mezzo più no-
bile di trattare le arti.

(14) Liod. Lib. 12. e. 1. Queste cose scriveva Diodoro nel-
l'intraprendere la storia dei Greci di questa età. Venendo la gran-
de e terribile guerra Persiana con successo e contro ogni speranza
terminata felicemente, la Grecia non fu solo in allora libera-
ta, ma per la grandezza di tale vittoria ne acquistò gloria im-
mortale .

Quindi tutte le citta principali della Grecia dalle prede fatte, cosi
ricche divennero in un istante, che produssero a loro stupore grande
ed ammirazione. Perciò da tale epoca la felicita dei popoli della
Grecia venne di continuo per lo spazio di cinquantanni accre-
scendo. Ed allora cominciarono le belle arti, e le scienze e le dot-
trine tutte ad essere dagli uomini seguite e coltivate. Essendo con
meritevoli premj le virtù dalle ricchezze riconosciute, e le abilità
favorite, venivano perciò esse a prender più vigore ed accresci-
mento; e si narrava che tale secolo fu veramente di famosissimi
ed eccellenti artisti e inastri di qualsivoglia arte, o scienza fiorito.
(1 5) Demost. presso Aristotil. Sino a tanto che i diversi go-
verni della Grecia furono retti con istituzioni liberali, le case e le
altre fabbriche di uso privato, non furono mai eseguite con grande
magnificenza,siccome incontrario si faceva nei tempi più antichi,
in cui i Greci erano dominati dai tanti piccoli sovrani: ma si ri-
volsero in vece a nobilitare maggiormente gli edifizj pubblici.
 
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