72 ARCHITETTURA GRECA* PARTE II.
i nomi dai corintj, o dai dorici; perchè avevano le stesse proporzioni di questi, ed erano arricchite soltanto da
nuove invenzioni di sculture che maggiormente l'adornavano (62).
Per conoscere con quali simmetrie si praticava dai Greci di comporre i sopraornati corintii non abbiamo
altri esempj in opera onde rivolgersi di quello che ci offre il monumento coragico di Lisicrate, e quello della
torre di Andronico Olireste. Questi hanno tutte e due nelle cornici i dentelli come quei della maniera jonica, e
sono in simil modo ripartiti. Il fregio del monumento di Lisicrate, essendo decorato con sculture , dovrebbe
essere alto un quarto di più dell'architrave, secondo i precetti da Vitruvio prescritti per la maniera jonica, ma
in vece si trova essere di meno ; per cui le figure sono riuscite alquanto piccole. Le gocce che Vitruvio desi-
gnava essersi messe dagli antichi nell'architrave di questa maniera, dovevano essere evidentemente disposte
senza interruzione al disotto della cimasa dell'architrave, cioè come si vedono impiegate nel monumento cora-
gico di Trasillo pure esistente in Atene, perchè non essendovi nel fregio il riparto dei triglifi, non vi poteva
essere neppure convenientemente divisione nelle gocce. Dei modiglioni, che si solevano porre nelle cornici
corintie, secondo quanto prescrisse lo stesso Vitruvio, se ne trova solo esempio nella seconda cornice interna
della torre di Andronico Cirreste, nella quale vi sono inoltre i dentelli e questi furono posti al di sopra degli
stessi modiglioni. Questa circostanza, benché tale cornice non sia sagomata con buona maniera, pure ci com-
prova la verità di quanto asseriva Vitruvio a riguardo della ragionevolezza conservata dai Greci nella colloca-
zione degli ornamenti architettonici; cioè che non si rinveniva esempio presso i Greci, in cui si fossero situati
dentelli sotto i modiglioni, perchè osservava egli che non era naturale che i panconcelli stassero sotto ai puntoni,
come abbiamo dimostrato in principio di questo Capitolo. Le altre parti poi che componevano la maniera
corintia, doveano essere assai simili a quelle della jonica in particolare, come ci venne da Vitruvio chiaramente
indicato ; onde è che le cose , che si sono potute stabilire a riguardo della detta seconda maniera, ci suppli-
scono alla mancanza dei monumenti che abbiamo di questa terza ora considerata.
Con queste osservazioni, fatte sul terzo genere di colonne, abbiamo compito ciò che di più importante si è
creduto di far conoscere intorno le tre maniere impiegate dai Greci. In qual modo poi venissero queste stesse
maniere adattate alla struttura de'tempj, lo dimostreremo nel seguente Capitolo unitamente alle altre parti che
costituivano la intiera loro architettura. Pertanto potremo conchiudere che mentre i due primi generi di colonne
ebbero una particolare origine, luna accaduta nei paesi della Grecia Europea, e Pai tra in quei della Grecia Asia-
tica, questo terzo poi si formò col prevalersi parti già proprie dei detti due primi generi; e solo dissentiva nelle
proporzioni e nell'ornamento del capitello; onde precisamente due soli generi originari di colonne si dovreb-
bero considerare nell'architettura Greca, se non fosse consuetudine generalmente approvata di aggiungere per
terzo il corintio a riguardo della designata particolarità-
(62) Sunt autem, quae iisdem columnìj imponuntur, capi- sed ipsorum vocabula traducta, et commutata ex corinthiis , et
tulorum genera variis vocabulis nominata,^quorum nec proprietates pulvinatis , et doricis videmus, quorum sjmmetriae sunt in nova-
symmetriarum, nec columnarum genus aliud nominare possumus; rum scalpturarum translatae suhtilitatem. (Vitruv.Ltb. IV.c. 1.)
i nomi dai corintj, o dai dorici; perchè avevano le stesse proporzioni di questi, ed erano arricchite soltanto da
nuove invenzioni di sculture che maggiormente l'adornavano (62).
Per conoscere con quali simmetrie si praticava dai Greci di comporre i sopraornati corintii non abbiamo
altri esempj in opera onde rivolgersi di quello che ci offre il monumento coragico di Lisicrate, e quello della
torre di Andronico Olireste. Questi hanno tutte e due nelle cornici i dentelli come quei della maniera jonica, e
sono in simil modo ripartiti. Il fregio del monumento di Lisicrate, essendo decorato con sculture , dovrebbe
essere alto un quarto di più dell'architrave, secondo i precetti da Vitruvio prescritti per la maniera jonica, ma
in vece si trova essere di meno ; per cui le figure sono riuscite alquanto piccole. Le gocce che Vitruvio desi-
gnava essersi messe dagli antichi nell'architrave di questa maniera, dovevano essere evidentemente disposte
senza interruzione al disotto della cimasa dell'architrave, cioè come si vedono impiegate nel monumento cora-
gico di Trasillo pure esistente in Atene, perchè non essendovi nel fregio il riparto dei triglifi, non vi poteva
essere neppure convenientemente divisione nelle gocce. Dei modiglioni, che si solevano porre nelle cornici
corintie, secondo quanto prescrisse lo stesso Vitruvio, se ne trova solo esempio nella seconda cornice interna
della torre di Andronico Cirreste, nella quale vi sono inoltre i dentelli e questi furono posti al di sopra degli
stessi modiglioni. Questa circostanza, benché tale cornice non sia sagomata con buona maniera, pure ci com-
prova la verità di quanto asseriva Vitruvio a riguardo della ragionevolezza conservata dai Greci nella colloca-
zione degli ornamenti architettonici; cioè che non si rinveniva esempio presso i Greci, in cui si fossero situati
dentelli sotto i modiglioni, perchè osservava egli che non era naturale che i panconcelli stassero sotto ai puntoni,
come abbiamo dimostrato in principio di questo Capitolo. Le altre parti poi che componevano la maniera
corintia, doveano essere assai simili a quelle della jonica in particolare, come ci venne da Vitruvio chiaramente
indicato ; onde è che le cose , che si sono potute stabilire a riguardo della detta seconda maniera, ci suppli-
scono alla mancanza dei monumenti che abbiamo di questa terza ora considerata.
Con queste osservazioni, fatte sul terzo genere di colonne, abbiamo compito ciò che di più importante si è
creduto di far conoscere intorno le tre maniere impiegate dai Greci. In qual modo poi venissero queste stesse
maniere adattate alla struttura de'tempj, lo dimostreremo nel seguente Capitolo unitamente alle altre parti che
costituivano la intiera loro architettura. Pertanto potremo conchiudere che mentre i due primi generi di colonne
ebbero una particolare origine, luna accaduta nei paesi della Grecia Europea, e Pai tra in quei della Grecia Asia-
tica, questo terzo poi si formò col prevalersi parti già proprie dei detti due primi generi; e solo dissentiva nelle
proporzioni e nell'ornamento del capitello; onde precisamente due soli generi originari di colonne si dovreb-
bero considerare nell'architettura Greca, se non fosse consuetudine generalmente approvata di aggiungere per
terzo il corintio a riguardo della designata particolarità-
(62) Sunt autem, quae iisdem columnìj imponuntur, capi- sed ipsorum vocabula traducta, et commutata ex corinthiis , et
tulorum genera variis vocabulis nominata,^quorum nec proprietates pulvinatis , et doricis videmus, quorum sjmmetriae sunt in nova-
symmetriarum, nec columnarum genus aliud nominare possumus; rum scalpturarum translatae suhtilitatem. (Vitruv.Ltb. IV.c. 1.)