Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0259

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CAP IX. MONUMENTI ONORARJ E SEPOLCRALI 155

ornati. In generale tutte le parti, clie compongono questo monumento, si trovano avere un carattere partico-
lare, e rendono insieme un opera nobile ed elegante.

La forma dell'altro monumento di questo genere, die rimane pure in Atene sotto le mura della citta-
della, e che fu eretto da Trasiilo principalmente per onorare la vittoria riportata col coro della tribù Jppotoon-
tide, si trova essere molto differente da quella del suddetto monumento di Lisicrate. Si vede questo come
addossato ad una spelonca incavata nella rupe Tav. CXL, e composto da semplici pilastri di maniera
dorica, i quali sono ordinati con proporzioni assai svelte, avendo quei che stanno nei lati, più di otto diametri
eli altezza, e quello di mezzo circa undici; pilastri di tanta sveltezza non se ne rinvengono esempj in nessun
altro edilizio della Grecia. Nel fregio invece delle metope e dei triglifi, i quali ornamenti, non essendovi al di
sopra del monumento alcun soffitto né tetto, avrebbero mal corrisposto nella loro rappresentanza, vi furono
sostituite con maggior analogia corone di lauro. La statua poi che stava nel mezzo di questo monumento,
rappresentante forse la tribù premiata, doveva reggere evidentemente il tripode che venne per tale vittoria
consacrato da Trasiilo, giacché nessun'altra decorazione si conosce esservi stata che le servisse di basamento.
Nei lati del luogo, ove stava la statua, si sono ritrovate iscrizioni relative ad altre due vittorie riportate da Tra-
sicle figlio di Trasillo, percui è da supporre che al di sopra di queste stesse iscrizioni fossero pure collocati
altri tripodi.

La diversità di architettura, impiegata in questi due monumenti, ci dimostra chiaramente che non segui-
rono i Greci alcuna norma determinata nello stabilire la struttura di siffatti ediftzj: ma che scieglievano
solo quelle forme che credevano le più convenienti alla località ed all'oggetto pel quale erano innalzati. Questa
medesima varietà di architettura vien confermata da quanto si trova scritto da Pausania, come si è poc anzi
indicato. Siffatti variati monumenti dovevano offrire un bel contrasto in confronto della maestosa uniformità
praticata nella struttura dei tempj e negli altri edifizj che erano soggetti a forme più stabili. Dovevano inoltre
essere questi monumenti di sommo decoro alle città per la ricchezza dei loro ornamenti; come in particolare
si trovava effettuato in Atene nella celebre via che, per la quantità dei monumenti di tale genere che vi erano
stati innalzati, la via dei tripodi veniva chiamata, come già si è osservato.

Non minor varietà si doveva trovare nell'architettura di quegli edifizj che s'innalzarono dai Greci in
onor delle vittorie riportate contro i loro nemici, e specialmente per quelle cotanto celebri ottenute contro
i Persiani. Tra questi monumenti si annoverano come sommamente nobili quegli eretti in comune da tutti i
Greci in Olimpia ed in Delfo, e quello innalzato dagli Spartani in forma di un portico composto di statue
rappresentanti Persiani vinti nelle battaglie, le quali primieramente reggevano il tetto, come ci viene da Vi-
truvio riferito (6): ma esse vennero nel seguito, allorché s'ingrandì tale edilizio, collocate sopra a colonne,
come furono ritrovate da Pausania (7). L'una e l'altra struttura di questo monumento si offre delincata nella
Tav. CU, quale si potè dedurre dalle indicate descrizioni.

Nel numero dei monumenti onorarj si dovrebbero considerare le tante statue che furono erette ai più
celebri uomini della Grecia in ogni tempo, se fosse nostro intendimento il parlare delle opere figurate di
scultura. Laonde omettendo d'intrattenersi su tali opere, considereremo invece altri monumenti dell'arte di
edificare, che si possono annoverare tra quegli eretti per decoro e benefizio pubblico, benché non fossero
destinati a conservare memoria onorevole di qualche nobile impresa.

Celebri presso i Greci erano quegli edifizj che si dicevano lesche, A&x>?j perchè in essi i Greci nelle età
più remote si adunavano per parlare sugli affari che risguardavano il pubblico bene. Osservava Pausania
descrivendo quello di Delfo il quale era decorato con pitture di Polignoto e dono dei Cnidj, che in essi i
Greci nei tempi più antichi trattavano delle cose di maggior importanza, e di quelle favolose; ed aggiungeva
inoltre esservi stati molti simili edifizj in Grecia; perchè Omero aveva fatto dire da Melanto ad Ulisse che
se dormire non avesse voluto in una casa di bronzo, o in una lesca, si fosse ivi intrattenuto a parlare molto (8).

(G) Pitruvio Lib. I. e. I. to>, àve&vpaxa y.h KvtSSwv wkCnai Sì vnb Aeàccjv Azg/ji, ó'ti ivroàiBsc

(7) Pausania Lib. III. e. H. Nella Tav. CIL, si offrono de- owtavrs$ tè àp/puov ró. te anovìkcóiipat iuki'ysvzo, ved ènóaat jxv5>«'5>r
lineate le due differenti strutture di tale portico. TOffla/T «VM nollà. «va nuauv t/jv 'EXÌ.koz, Ou:rjpog ev MO.u^gv, X«5o/««

(8) 'Ynìp ài rÀv KctaGtoTtàx èaib oh'c^cn ypoyàj r/pv t^v IlcXvyvw- npbq 'Oàvacioc itiyXwjar
 
Annotationen