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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0031
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risguardati quali distruttori di quella vetusta città capitale, si congregarono col
mezzo di deputati nel luogo denominato Ferentino onde rispondere agli oratori
spediti da Tulio ad effetto di far riconoscere l'autorità di Roma, come da Dionisio
in particolare venne dichiarato. E siccome in tale congregazione presero parte tutte
le città dei prischi latini; così dovettero esser pure compresi i tusculani che nel
novero di quelli erano considerati, ed anzi esser tenuti tra i primi in riguardo alla
loro vicinanza, ed anche a quella prosperità che avevano ottenuta in seguito della
distruzione di Alba-lunga.

Nell'ordinamento fatto da Servio Tullio delle tribù rustiche e nel portarle ad
essere in numero di diecisette invece delle quattro primieramente stabilite, trovasi
annoverata tra esse particolarmente quella denominata Pupinia, la quale si conosce
colf autorità in particolare di Festo essere stata situata vicino alla città del TuscuIo(1 ),
e secondo Valerio Massimo, Vairone e Columella essere state le terre appartenenti
alla stessa tribù non molto fertili (2) ; percui i tusculani, trovandosi possedere un mi-
glior territorio, ebbero motivo di mostrarsi superiori ai loro vicini anche nell'epoca
ora considerata. Fu sotto il regno dello stesso Servio che i tusculani cogli altri popoli
dell'antico Lazio parteciparono dell'unione ordinata da questo sovrano per conciliar
la pace e la fratellanza tra le città latine in modo stabile col provvido stabilimento
del tempio di Diana edificato a spese comuni dalle medesime città, affinchè in esso
si potessero fare sacrifizj in ogni anno, e si decidesse intorno le offese che potevano
insorgere tra i popoli riuniti. A tale effetto furono scritte leggi particolari su di una
colonna di bronzo che si conservava sino al tempo di Dionisio di Alicarnasso, il
quale ci ha più diffusamente tramandate queste notizie. In numero di venticinque
si possono credere essere state le città che convennero in tale alleanza, tra le quali
quella dei tusculani doveva figurare per una delle principali a motivo della vici-
nanza e fertilità del loro territorio

Valido documento dell' indicata prosperità dei tusculani, durante il governo dei
sette re di Roma, si è quanto narrasi avere con astuzia operato Tarquinio Superbo
per cattivarsi la benevolenza delle città latine , cioè avere egli prescelto Ottavio
Mamilio per sposo di sua figlia; perchè era questo tuscalano giudicato l'uomo più
cospicuo e più potente di tutti i latini, quello che vantava di discendere da Telegono
figliuolo di Ulisse, come già si è fatto conoscere, e che godea pure fama di buon
politico e di buon capitano. Così, osservava Dionisio, che Tarquinio, rendendosi
amico quell'uomo, venne a conciliarsi pure l'amicizia dei magistrati più distinti
di ogni altra città del Lazio (3). La stessa astuzia di Tarquinio trovasi contestata

(1) Pupinia tribus ab agri nomine dieta, qui Pupinus appeUalur circa Tusculum urbem. (Festa in Pupinia tribus.)

(2) Xlli etiampraedimles qui ab aratro accersebantur, ut consulta jìerent voiuptatis caussa sterile, atquc aestruosis-
simum Piipiniue solum versabant. (Valerio Massimo Liti. IV. e. 4.) In Pupinia ncque arbores prolixas,neque vita fera-
ces, ncque strumenta crassa viderepoteris. (Varrone De Re Rustica l.ìb. I. e. 9. e Columeìla Lio. I. e. 4.)

(3) Ac-j&ft.ivos Sì b Tapmmog, 'iti toì; fivj xarà iib\iov lapoSat rà; ovvuenda;, aiXà Sia rav 'inXav xroaaue-
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