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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0056
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PA1UE I. STORIA CAP. IV.

OD

conoscere che, per aver i tusculani ricevuti alcuni benefizj da questo insigne capitano
ne dimostrassero gratitudine col far scolpire la sua effigie. Serve a confermare questa
opinione la discoperta clic si fece nel principio del passato secolo tra le rovine di
un'antica villa tusculana delle statue di Domiziano imperatore e di Domizia sua
moglie; perciocché il suddetto Corbulone fu padre di questa Domizia. La stessa
discoperta dimostra ancora avere questi principi posseduta una villa nell'agro tu-
sculano. Così continuavasi a profittar del Tusculo per passare i giorni estivi e preci-
puamente nei tempi ora considerati, come venne contestato da Stazio nell'annove-
rare il Tusculo unitamente a Preneste, al bosco frigido di Diana, all'Algido, ed a
Tibur, come luoghi freschi (11).

Nella storia dei successivi imperatori non si trova fatta particolar menzione
del Tusculo; perciò è da credere che fosse tenuto in minor considerazione dei primi
anni dell'impero; ma bensì dalle reliquie dei marini scritti e scolpiti, ch'ivi si sono
discoperte, ben si conosce che i tusculani furono o onorati del soggiorno fatto presso
di loro di alcuni principi dell'impero, o essi onorarono gli stessi principi con monu-
menti diversi. Così i ricchi romani continuarono a diportarsi nelle ville del Tusculo
come in particolare lo dimostrò Plinio il giovane nell' annoverare la tusculana tra
le sue ville (1 2). Una prova poi della considerazione che facevasi del Tusculo anche
dai principi dell'impero nei più prosperi tempi di quest'epoca, sì è la medaglia
della famiglia Mamilia che venne restituita da Trajano, e che si offre delineata
nella Tav. IL

Dopo che in Roma si ebbe impreso ad edificar gli anfiteatri con stabile struttura
di opera muraria, e precisamente dopo la edificazione del grande anfiteatro Flavio,
se ne costruirono diversi nelle province ad imitazione di quei di Roma, come si
comprova con le molte rovine che sopravanzano nelle più cospicue città dell'impero
romano. Il Tusculo seguì lo stesso esempio di Roma colf edificare un anfiteatro pro-
porzionato alla popolazione stabilita nel municipio; e siccome l'abitato si era esteso
al di fuori delle mura della città, così questo anfiteatro venne stabilito ove erano le
più nobili abitazioni, quali dovevano essere precisamente quelle che vennero erette
dopo un tale ingrandimento, ed ove il luogo presentava miglior disposizione per la
struttura del medesimo genere di edifizj. Quindi è che vedesi collocato in capo di
una ristretta valle ove i gradi dell'anfiteatro si poterono situare sul dorso delle adia-
centi elevazioni del colle con risparmio di sostruzioni di opera muraria, e come
solevasi praticare nelle più antiche strutture dei teatri. E poi importante l'osservare

(11) Ilns Praencste sacrimi, tiemus hos glaciale Diana»
Ahjidus aiti korrens aut Tusculaprotegit umbra
Tiburis hi lucos Anienaquc frigora captant.

(Stazio Selve Lib. IV. e. 14.)

(12) Sairum te in urbem venisse gaudeo. Venisti aiilem, si quando alias, moie maxime mibi desideratus. Ipse pau-
culis adirne diebus in Tusculana commorabor, ut opiisculum, quod est in manibus, absolvam. (C. Plinio Epist. Lib. IV.
N. 13.) Lo stesso possedimento tusculano di Plinio sì trova da egli indicato dicendo: bulies caussas, air ego Tuscot
meos Tusculanis, Tibi/rlinis, P raencslinisque mcispraeponam. (Lib. V. Epist. ci.
 
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