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PARTE I. STORIA OAP. V.

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sul dominio di Roma stessa. L'indicato particola!- possedimento narrasi che fu tenuto
primieramente nel sesto secolo da Tcrtullo patrizio romano, che Io concesse con
molte altre terre alla badia di s. Benedetto di Subiaco, come si contesta precipua-
mente con quanto trovasi registrato in alcune iscrizioni scolpite su di una colonna
posta nell atrio del monastero di santa Scolastica di detta città, la qual decisione
venne confermata da Giustiniano imperatore e da Teodora sua moglie, e poscia pure
dal pontefice s. Gregorio Magno, come consta da altri documenti risguardanti la sud-
detta badia. Si restituì dopo alcun tempo alla anzidetta famiglia Ottavia; e quindi
passò sotto il diretto dominio dei conti che si dissero tusculani dal luogo stesso in
cui ebbero il dominio, e che si resero assai insigni nella storia di quei tempi per il
potere che ebbero sulla fazione dominatrice di Roma: in modo tale che diedero della
loro famiglia sette sommi pontefici alla chiesa, quali furono Sergio III, Giovanni XI,
Giovanni XII, Benedetto VII, Giovanni XIX, Benedetto IX e Benedetto X] e
narrasi inoltre avere essi influito molto sulla elezione degli altri pontefici che res-
sero la chiesa nel tempo del loro dominio. Così il Tusculo sotto la protezione di tali
potentissimi signori dovette acquistare un qualche splendore e prosperità: ma non
si venne però ad aggiungere alcun decoro nelle fabbriche, perciocché quei signori
si tennero più di frequente ad abitare Roma ove ebbero molto potere sul dominio;
e daltronde le antiche fabbriche tusculane dovettero essere state pure in più gran
parte rovinate, né si conoscono essersene edificate altre di nuovo. E da credere però
che venissero ridotte abitabili quelle che si trovarono in minor rovina, onde sup-
plire ai bisogni della popolazione che dovette riunirsi in quel luogo sotto la prote-
zione di quei potenti signori.

La storia dei conti tusculani venne con più cura ricercata dal Galletti, e con-
servaci su di essa molte memorie tuttora inedite nella biblioteca vaticana. Il lor
dominio ebbe principio verso la metà del nono secolo e durò sino oltre la metàdel-
1 undecime. Il primo di essi narrasi essere stato Alberico, il quale ebbe per moglie
Teodora, e per le tante prepotenze usate verso il popolo romano venne da esso
messo a morte. A lui successe Alberico li, il quale, riprendendo il dominio di
Roma, assunse il titolo di principe e senatore del popolo romano; ed a lui si attri-
buiscono alcune medaglie coniate sotto il pontificato di Agapito II, che governò la
chiesa dalfanno novecento quarantasei al novecento cinquantasei. Su una di esse
leggesi AGAPITUS PA + e nel suo rovescio ALBERICUS +; e nell'altra nel mezzo
il monogramma AGAPS per AGAPITUS con nel d'intorno ALBERICUS +, e
nel suo rovescio la protome di s. Pietro con il corrispondente epigrafe SCS PE-
TRUS. Queste medaglie si offrono colle altre delle epoche anteriori delineate nella
Tav. II.

Nel pontificato di Nicolò U, essendo conte tusculano Gregorio II, i normanni
predarono le terre dei tusculani unitamente a quelle dei prencstini e nomentani
per essersi questi popoli ribellati contro il papa anzidetto, come in particolare tro-
vasi narrato dal cardinale di Aragona nella vita dello slesso pontefice; ma non vien
 
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