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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0111
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L'ANTICO TUSCULO

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colle tusculano, seguito in questa esposizione che ebbe principio dallo stesso luogo,
si farà conoscere la situazione della villa di C. Prastina Pacato, che fu console di
Roma nell'anno 1 47 dell'era volgare, ossia circa un secolo e mezzo dopo di Cice-
rone. La casa di questo console fu discoperta nell'anno 1826 dal marchese Biondi
in quella falda del colle che corrisponde tra la via che metteva alla casa dei Cecilii
e la villa anzidetta di Tiberio, come si offre tracciata nella indicata Tav. VI. Ma
disgraziatamente essa si rinvenne distrutta sino al piano dei pavimenti inferiori.
E da una iscrizione ritrovata tra quelle rovine, indicante una dedica fatta alla For-
tuna potentissima tuseulana da C. Prastina Pacato console, che potè stabilirsi avere
quella fabbrica appartenuto allo stesso console romano. Si rinvenne pure tra le stesse
rovine una testa di Giove , un medaglione in marmo colla effìgie di Apollo , due
busti di Diana, diversi frammenti di pitture, e due torsi di statue aggruppate di scol-
tura veramente eccellente e rappresentante Bacco con due fauni (45). Di tutte queste
opere se ne terrà discorso nella Parte III. Pertanto è da osservare che dalle stesse
opere, benché assai frammentate, si venne a conoscere ch'era quella casa decorata
con molta magnificenza.

(45) Tra le memorie lasciate dal marchese Biondi sui ritrovamenti da lui fatti negli scavi tusculani, vederi
registrato rispello alla casa del console C. Prastina Pacato la seguente notizia. « Questa casa doveva essere ridon-
dante di grandi ricchezze; perchè vi si trovarono bellissimi avanzi di pitture che, posti in quadretti, sono ora alla
villa reale di Agliè presso Torino, e frammenti di hello scolture. Era situata presso la porta occidentale del Tusculo,
nella quale entrava il ramo di via che distaccavasi dalla Latina. Serve di testimonianza una iscrizione trovata fra
le rovine e scolpita in una gran base di marmo, sulla quale dovette essere collocata la statua della Fortuna tuseu-
lana. Lajjiscrizione dice così.

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TVSCVLAN

C. PRASTINA . PACATVS

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Forse C. Prastina'Pacato volle in questo simulacro mostrarsi grato alla Fortuna d'averlo fallo pervenire all'onore
del consolato. La riferita iscrizione è assai pregievole; perchè ci dà il vero nome di Prastina. Gli antichi fasto-
grafi ponevano all'anno 147 questi due consoli C. Anima Lrirgus, e C. Prastina Pacatus Messaiinus. Il Marini negli
Atti e monumenli dei fratelli Arvali pubblicò due tegole scritte, in una delle quali (Tom. I.yag. XLVIl) leggesi
ex . pr . pras ... aca .. i pont e nell'altra {Tom. I.pag. 144) exofccalpfacansiolaugocprastpacatcos, c crede
doversi leggere C. Annio Largo C. Prastinio (o Prastìo) Pacato consuli/itts ».

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