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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0113
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112

L'ANTICO TUSCULO

dalle pietre clic si rinvengono fuori d'opera in tutto il d'intorno della stessa som-
mità, mentre ancora nelle altre simili edificazioni, ove si avevano qualità di pietre
più dure e non generate a strati paralelli, si soleva più comunemente mettere
in uso il genere di struttura composto con pietre di forme poligoni irregolari.
Questo esempio è di chiaro documento per stabilire con maggior evidenza la
opinione spesso da me palesata intorno quel tanto rinomato genere che è cognito
sotto la denominazione di opera ciclopea, cioè non esser esso proprio dei tempi,
ma dei luoghi. Ciò si conferma anche più chiaramente osservando che nelle fab-
briche erette posteriormente nella parte inferiore del medesimo colle tusculano,
ove scorse un grande stato di quella lava basaltina denominata comunemente
selce, la quale con molta difficoltà può ridursi a forme regolari, si rinvengono
alcune reliquie di siffatto genere di struttura composto di poligoni irregolari, che
suolsi malamente appropriare soltanto alle più vetuste epoche. Siccome le prime
città si posero spesso per maggior sicurezza sulla sommità dei monti, che si tro-
vano nella regione circonvicina somministrare pietre per loro natura in massi
irregolari; così si dovette più soventi porre in uso l'anzidetto genere di struttura
di poligoni irregolari; mentre i tusculani per la circostanza di aver prescelto la
anzidetta sommità del colle, che offre pietre tenere generate a strati paralelli, do-
vettero essere tra i primi popoli che posero in uso l'opera quadrata.

A motivo della stessa circostanza non trovasi praticata nelle fabbriche, erette
sull'alto del colle tusculano anche nei tempi posteriori, l'opera detta incerta da
Vitruvio; mentre è più comune nelle fabbriche situate nelle parti inferiori del
colle. Vedesi in esse un tal genere di struttura formato con piccoli massi di selce
collegati con molta calce; e siccome per la durezza della pietra e per la man-
canza della necessaria porosità nelle superficie, non potè ottenersi un forte lega-
mento colla calce ; così siffatte opere non riuscirono della maggior solidità. Si tro-
vano esse soventi ricoperte esternamente coll'opera reticolata formata pure col
selce e con legamenti orizzontali di opera laterizia. Nelle più antiche fabbriche
di tal genere in vece dell'opera laterizia si trovano posti in uso piccoli paralelli-
pedi della suddetta pietra sperone, ossia tusculana, coi quali vedonsi formati i
rivestimenti angolari e gli archi. Diligente e stabile poi si trova essere comune-
mente l'intonaco con cui vennero ricoperti tutti gli anzidetti apparecchi.

PORTA PRINCIPALE DELLA CITTADELLA

TAVOLA Vili. Benché nulla più rimanga di conservato sì delle mura che
cingevano la primitiva città, stabilita sull'alto del colle e delle porte che mettevano
ad essa, pure vedendosi nel lato occidentale, che è rivolto verso la città bassa,
chiare tracce del piantato della porta, ch'erasi ivi aperta per dar il principale ac-
cesso alla detta città alta, se n'è dimostrato nell'enunciata Tavola sì Io stato che
presenta attualmente il luogo, sì l'aspetto più probabile che doveva offrire la

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