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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0114
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PARTE III. MONUMENTI CLASSE I.

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indicata porta allorché si trovava per intero conservata. È importante l'osservare
che dalle tracce superstiti ben si conosce essere stata questa porta munita secondo
quel metodo con cui si distinguevano le porte maixì, o sieno fortificate a sini-
stra; perciocché offriva siffatto genere di munimento la circostanza di poter offen-
dere il nemico nel lato destro che non potevasi facilmente cuoprire collo scudo, e
ciò col mezzo di una torre che si protraeva alquanto in fuori nella parte sinistra
della porta; così pure la via che metteva alle stesse porte doveva esser praticata
verso la sinistra parte, come venne in particolare prescritto da Vitruvio (1). Ora
si conviene dagli eruditi nel riconoscere essere stata nel modo stesso costrutta
quella porta di Troia che da Omero venne soventi distinta col medesimo nome.
E siccome si è dimostrato nella Parte I essersi il primo stabilimento del Tusculo
fissato coll'intervenzione di Telegono e di altri profughi greci che dovettero aver
piena conoscenza di siffatto genere di munimento; così si viene a stabilire essere
stata l'anzidetta porta uno dei primi esempj che si possa riconoscere nelle mura
edificate in quella vetusta età nella regione circonvicina; perciocché quella porta,
che maggiormente conservata riconobbi sussistere in Norma, quantunque costrutta
coll'opera volgarmente detta ciclopea, si conosce esser di epoca posteriore (2). Gli
altri esempj che appariscono dalle tracce superstiti in questa stessa regione, sono
ancor meno conservati del tusculano ed anche con minor sicurezza può prescri-
versi l'epoca della loro edificazione nei tempi corrispondenti poco dopo la guerra
di Troia. Da queste considerazioni, mentre si conferma la provenienza greca di
coloro che fondarono la primitiva città del Tusculo e la cinsero con valide mura,
si rendono poi quelle poche reliquie degne di rispetto. Non può ben determi-
narsi se la luce della porta fosse terminata superiormente a forma di sesto acuto,
oppure con un architrave in piano. Osservando però che la pietra, con cui era
costrutta, si prestava assai bene al genere di struttura quadrata, come si è poc'anzi
accennato, e che poteva ancora somministrare lunghi massi per formare archi-
travi, si viene a dar la preferenza alla forma quadrangolare. Doveva esser però la
luce della stessa porta alquanto rastremata nella parte superiore, come solevasi
praticare per maggior fortezza nei tempi più antichi. Era quindi probabilmente
coronata sull'alto dai soliti merli, come dovevano esser posti sulla vicina torre e
sulle mura che cingevano la città alta.

TAVOLA IX. Cisterna superiore del Tusculo. Per supplire alla deficenza di
acqua che si aveva sull'alto del colle in cui venne stabilita, tanto la città alta
quanto la bassa, si praticarono dai tusculani quei serbato] che dagli antichi si
denotavano coi nomi piscinae, conceptacula e cisternae, oltre all'allacciamento
di alcune poche acque sorgenti con condotti sotterranei che nel seguito imprcn-

(1) (_'urundumque maxime videtur, ut non facilis sit aditus ad oppugnandum murumj sed ita circumdantlum ad
locapraecipitia et exeogitandum, utiportarum itinera non sint diretta, sed GXxìzì. Numi/ue cum ila factum fueril, lune
dextrum ìatus accedentibus quod sculo non era tectum, proximum erit muro. {Vitruvio Lio. I. e. 5.)

(2) Canina. Architettura Antica Sezione III. l'arte II. e. 1.
 
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