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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0163
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162

L'ANTICO TUSCULO

mig"

negli scavi tusculani, nei quali rimasero ben conservati i colori, con cui erano stati
dipinti. I fondi di essi vedonsi fatti comunemente col colore rosso; ed anche con il
turchino, e le figure sono ricavate con i respettivi colori ad imitazione della natura.
Si dovevano siffatti dipinti eseguire col metodo denominato all'encausto; perchè
dallo stesso Plinio trovasi indicato avere Agrippa nelle sue terme fatto dipingere
con quel metodo le opere di terra cotta (3). E ciò facevasi precipuamente coli'im-
pastare i colori colla cera riscaldata, come da Plinio medesimo venne dimostrato.
Parimenti ciò che venne indicato dallo stesso scrittore, rispetto al modo con cui si
cuoprivano le pareti con le opere di terra cotta, si trova pure contestato dai molti
esempj cne s' hanno, i quali vedonsi tutti formati a guisa di tavole con i loro
incastri da capo e da piedi per poterle soprapporre. Le unioni venivano coperte da
ornamenti diversi. Negli scavi ultimamente fatti in quella casa detta dei Cccilii
sotto le mura del Tusculo, ne rinvenni ancora alcune tavole attaccate alle pareti
di una stanza. Dalle varietà dei soggetti rappresentati sulle stesse tavole, si deduce
che dovevansi con esse compone ora dei fregi di figure, ed ora dei quadri pure
figurati e racchiusi da ornamenti. Ciò poi che da Plinio sull'autorità di Varrone
venne esposto intorno Arcesilao famigliare di Lucullo, si rende assai interessante
al nostro scopo; perciocché il medesimo Lucullo, possedendo una grande villa sul
Tusculo, è da supporre che le più pregiate opere ricavate dai modelli eseguiti dal
detto suo famigliare venissero poste in uso in quelle fabbriche tusculane. Infatti
dagli scavi che imprendonsi, tanto sul Tusculo quanto nel suo suburbano, si
vedono tornare alla luce opere di terra cotta di assai miglior stile, di più freschezza
di forme, e di più bella composizione che quelle discoperte in altri luoghi.E d'uopo
infine osservare rispetto alle stesse opere di terra cotta, che vedonsi partecipare
moltissimo, tanto negli ornamenti quanto nelle figure, della maniera greca; per cui
ne viene di conseguenza che sì gli artefici principali, che eseguirono i primi mo-
delli, fossero greci, si gli originali, da cui furono tratti, appartenessero ad alcune
delle più rinomate opere di scoltura della Grecia. Sulle stesse opere di terra cotta
già ne venne pubblicata una raccolta dall'Agincourt tratta dai diversi fram-
menti da lui raccolti e che ora esistono nel museo Vaticano; altra simile raccolta
venne pubblicata in Inghilterra, la quale fu dedotta da diversi modelli traspor-
tati da Roma e rinvenuti particolarmente negli antecedenti scavi del Tusculo, i
quali si custodiscono nel museo Britannico (4). Dal pregiatissimo mio amico
cav. Campana poi si attende la pubblicazione delle stesse opere ch'egli raccolse
con somma cura e che ha reso superiore a tutte quelle che si conoscono sì per la
scelta delle tavole, sì per la loro conservazione. Pertanto a rendere chiara testi-
monianza di quanto si è esposto sull'avveramento di rinvenire migliori modelli
delle stesse opere nel Tusculo, offronsi delineate nelle seguenti quattro tavole i

era :

S'tir

(3) Agrippa certe in tkermis, quas Itomae fecit, figlinum opus encausto pinxit. (Plinio Misi. Nat. Lio. XXX VI. e. 64.)

(4) Iiecueiì de fragrami de sculpture antique cn terre cuite. Paris. 1814. — Deicription of the collection of ancien!
Terracotta» in the BrtiUh Museum. London. 1810.

Ni,
 
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