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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0017
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INTRODUZIONE

Capitolo I.
Degli antichi cataloghi delle chiese di Roma.
Dacché a Roma esistette una numerosa comunità cristiana, con di-
versi locali adibiti per il culto e per la dimora del clero, non potè man-
care una statistica di questi locali. Ma mentre abbiamo, in una lettera
spesso citata del pontefice S. Cornelio (presso Eusebio, Hist. eccl. VI, 4),
una indicazione precisa e dettagliata sul numero dei membri del clero
romano sotto il suo pontificato (251-253) — erano in tutto 155 per-
sone addette al culto, fra le quali 46 presbiteri — nulla di simile ci è
pervenuto intorno agli edilizi sacri dei primi secoli. Quando, nel 311,
1’ imperatore Galerio ordinò la restituzione dei beni ecclesiastici tolti
ai cristiani di Roma otto anni prima, il papa Milziade presentò al pre-
fetto della città un carteggio ad recipienda loca ecclesiastica, nel quale fi-
gurò certamente un elenco degli edilizi. Pare che di quel carteggio sia
stata data contezza ancora al concilio di Cartagine del 411, ma ne ab-
biamo conoscenza soltanto dal breviculus collaiionis cum. Donaiistis di
S. Agostino (Migne PL. XLIII p. 643 e 661 ; cf. Duchesne, Mélanges de
VÉcole frane. VII p. 231 sg. ; Kirsch die Romischen Titelkirchen p. 132).
I regionari constantiniani nelle prime redazioni — la Notitia com-
pilata fra il 334 e 356, il Curiosum dopo il 356 — non si occupano
punto dei monumenti cristiani. Nei rimaneggiamenti posteriori però un
elemento così importante non poteva essere trascurato. Il laterculus di
Polemio Silvio dell’anno 449 (Mommsen Chronica minora I p. 545), dopo le
insulae horrea domus pistrina, annovera : religiosa aedificia cum innumeris cel-
lolis martyrum consecratis (manca la cifra, come in parecchi degli articoli
precedenti). Dalla medesima fonte di Silvio dipende la descrizione di
Roma inserita nella storia ecclesiastica dell’autore siriaco Zaccaria re-
tore (circa il 550), ove il passo relativo è più completo : sunt in ea {urbe}
 
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