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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0041
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XXV

INTRODUZIONE

maior est destructa\ il Berolin. Germ. 1585 f. 1 : Sanctus Silvester scribit in
cronica sua quod Rome fuerunt mille quingente quinque ecclesie, inter quas
modo maior pars est destructa’, il Berolin. lat. 583 f. 107v. : Notandum
est quod in Roma sunt mille et quingente quinque capette, iuxta hunc versum:
Sunt Rome mille quingente quinque capette
que tamen prò magna parte et quasi prò malore parte sunt destructe.
Il verso leonino si legge spesso anche altrove, p. es. nel codice Pala-
tino 345 f. 228 ; nella cronaca dell’inglese Adamo da Usk (compilata
circa il 1415 ; cf. Balzani, Arch. della soc. romana III, 1879, p. 476)
finanche colla cifra mille sexcente quinque. Quanto alle altre cifre, esse
sono certamente, con 457, 466, 467, 472 e finanche 476, superiori a
quelle risultanti dai cataloghi, fra i quali il signoriliano ha 359, il parigino
381, il catalogo del Camerario (secondo l’epitome di Giraldo Cambrense)
395, il torinese 414 (408). Nondimeno credo che il catalogo dipenda da
qualche fonte ufficiale. Si noti, che esso si dice, in alcune delle copie più
antiche, extracta de cronicis beati Retri: non mi sembra improbabile che
il testo, i primi esemplari del quale sono di pochi anni posteriori al giu-
bileo del 1350, si debba considerare come una pubblicazione semi-ufficiale
della Curia romana, destinata ai pellegrini che si aspettavano in gran
numero per il prossimo giubileo. Sulle edizioni a stampa, che diventano
assai numerose dalla fine del Quattrocento sino al secondo decennio del
Cinquecento, ho ragionato brevemente ripubblicando quella di Stefano
Planck del 1489 [Mirabilia Romae.... Ein ròmisches Pilgerbzich des 15.
Jahrhunderts, Berlin 1925).
 
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