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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0104
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INTRODUZIONE

LXXXVIII

tro Coronati, nel titulus Tigridae S. Balbina, nel titulus Fasciolae i SS. Ne-
reo ed Achilleo, nel titulus Crescentianae S. Sisto, nel titulus Nicomedis
i SS. Marcellino e Pietro. Due titoli antichi, il tihilus Damasi ed il titulus
Lucinae, vengono consecrati a S. Lorenzo, il cui culto era già sulla fine
del secolo sesto fra i più eminenti in Roma. Ne fa fede un passo inte-
ressante di Gregorio Turonense, citato dal Martinelli (Roma ricercata
p. 64 ed. 1689) e da me riscontrato coll’originale nel cod. Vat. lat.
4854 f. 41. Ivi Gregorio racconta come un nostrae urbis religiosus dericus
nobilis familiae.... nomine Godefridus, adivit caput regnorum Roman et di-
vertii in cellam abbatis Humberti consanguinei sui, quae sila erat iuxta ba-
silicam pretiosi levitae Laurentii, cuius custodia penes eundem abbatem erat.
Non est autem haec quam dico basilica ipsa in qua sacratissimum eius corpus
tumulatum est (= S. Lorenzo fuori), sed ncque ea quae vocatur ad craticulam
(= S. Lorenzo in panispérna), ncque ipsa quae Damasi nuncupatur, ncque
ipsa quae Lucinae : tot quippe Romae in eius honorem tempia habentur. La
chiesa indicata da Gregorio non può essere altra che S. Lorenzo in Pal-
lacinis. Tutti, o quasi tutti, i nomi finora riferiti sono di santi e martiri
romani, e lo stesso vale di alcuni altri santuari che rimontano al secolo
sesto : S. Pancrazio (sulla Via Aurelia e nel Laterano), S. Felicita nelle
Terme Traiane, S. Felice in Pincis, S. Ermete e S. Saturnino sulla Via
Salaria. Anche il nome di S. Lucia, che comparisce per la prima volta
in congiunzione col monasterium Renati, si deve riferire alla matrona
martire romana piuttosto che alla celebre martire siracusana.
Nel medesimo secolo sesto però s’ introduce 11 culto di santi di altre
parti dell’Italia e finanche di regioni lontane, specialmente dall’Oriente.
Quanto a santi italiani, il loro culto sembra connesso con la traslazione
di reliquie. Così S. Gregorio, per riconsecrare alcuni santuari! contami-
nati dalla eresia ariana, fece venire a Romèi reliquie del martire cam-
pano Severino e della martire siciliana Agata. Se i martiri di Siscia
Quirico e Giulitta siano stati venerati a Roma già sotto papa Virgilio
(537’555) resta dubbio. Invece è accertato che i due santi medici arabi,
Cosma e Damiano, ebbero fin dai primi decenni del secolo un oratorio
presso S. Maria Maggiore ed una basilica sulla Via Sacra. Verso la
fine del secolo troviamo il santo egiziano Menna come titolare di una
chiesuola fuori la porta ostiense, e l’abate palestinese Saba come patrono
di un monastero sull’Aventino.
Il secolo settimo (v. sopra p. LXX-LXXII) vide la fondazione di
due insigni santuari dedicati alla Vergine : S. Maria rotonda e S. Maria
 
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