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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0127
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CXI

INTRODUZIONE

tura n. 4206. Vi è rappresentata tutta la regione fra il Ponte
S. Maria e la Piazza Branca;
per i dintorni di S. Maria Maggiore: parecchie piante nel «Libro
delle chiese, case ecc. dell’Arciconfraternita del Gonfalone fatto
nel 1584»: v. pag. 170, n. 17 s. v. S. Alberti;
per la zona fra S. Ignazio o Piazza Colonna: pianta nel codice Chi-
giano P. VII, 19 f. 1, eseguita sótto Alessandro VII (1655-1667);
per i dintorni di S. Giorgio in Velabro e S. Anastasia: pianta nel
medesimo codice Chigiano f. 97.
Una osservazione generale che si deduce dall’esame di queste piante
particolari è che il Bufalini spesso ha semplificato la rete stradale, omet-
tendo piccole strade e vicoli esistenti al tempo suo e che in parte hanno
continuate ad esistere finanche al tempo del Nolli (1744). Oltre alla pianta
del Bufalini ho consultato qualche volta le grandi prospettive del Du-
pérac (1577) e del Maggi-Maupin (1625). Tali documenti rarissimi, e
perciò finora non adibiti come dovevano per ricerche topografiche, recen-
temente son resi accessibili agli studiosi dalle belle riproduzioni in fac-
simile curate dall’Em. Ehrle (Roma, 1908, 1915) e da lui corredate
d’ importanti introduzioni e note (v. il mio articolo nelle Gòttinger Gel.
Anzeigen, 1915, pag. 30-52). E stata utile pure la grande prospettiva del
Tempesta, della quale la prima edizione del 1593 fu recentemente ri-
prodotta secondo l’esemplare della R. Biblioteca di Stoccolma, dal ch.mo
Schùck (Upsala, 1917). Però questi documenti grafici lasciano molti dubbi
che possono essere rischiarati soltanto da ricerche particolareggiate sui
luoghi, ricerche che a me non fu dato di eseguire.
Mi sono astenuto di segnare, specialmente sulla pianta della parte
centrale della città, molti nomi medievali di contrade e monumenti, non
volendo ingombrare troppo lo spazio necessario per segnare tutte quelle
chiese delle quali si può indicare, almeno approssimativamente, la si-
tuazione. Invece ho posto speciale attenzione a tracciare i confini dei
tredici Rioni, quali erano nei secoli dal XI al XV. Un tentativo serio
per stabilire quella divisione medievale della città non è stato fatto,
per quanto sappia io, finora. Era ben noto che essa differiva notevol-
mente da quella stabilita da Benedetto XIV nel 1744 ed esistita sino
al 1870. La divisione regionale moderna è rappresentata con ogni esat-
tezza sulla pianta del Nolli ed in molte piante dei tempi seguenti. Però
già il conte Bernardo Bernardini, il quale per ordine di Benedetto XIV
eseguì il nuovo ripartimento, nella prefazione del suo libretto Descri-
 
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