322
O. MARUCCHI
Il tenia meriterebbe di essere ampiamente trattato in un
lungo articolo per la sua importanza; ma ciò non potrei fare
ora e per la mancanza assoluta di tempo, impegnato come sono
in altri lavori, ed altresì perchè il presente fascicolo deve es-
sere meno voluminoso degli altri.
Ma d’altra parte non vorrei tardare soverchiamente rispon-
dendo in un altro fascicolo; perchè l’opuscolo del P. Bonavenia
è uscito già da qualche tempo ed è pervenuto a molti dei
nostri associati, e ad altri lettori del Bullettino ; e se ne è
poi fatta una lunga rivista in un autorevole periodico romano,
in cui però l’autore della recensione ripetè fedelmente ciò che
si scrisse suH’Ostriano quarantanni or sono e sembra che non
conosca gli argomenti da me addotti nel mio ultimo scritto L
Io dunque mi restringerò ad una semplice risposta, svolgendo
meglio le prove già da me altrove accennate, le quali forse
non sono state esposte con sufficiente ampiezza, e procurerò di
confermare a questi due documenti quel valore topografico che
ho loro già attribuito. Avverto però che il presente articolo è
principalmente scritto per coloro, i quali già hanno letto il mio
precedente, che è indispensabile onde avere una chiara idea
dell’importante controversia \
§ 1.
La Silloge di Verdun.
L’indole delle sillogi epigrafiche non è costantemente la
medesima, essendovene alcune senza alcun ordine topografico,
ed altre disposte in ordine più o meno esatto. E basta dare
uno sguardo al II volume delle Inscriptiones del de Bossi per
1 Vedi Civiltà Cattolica, 7 novembre 1903, pag. 332 segg.
2 V. Nuovo Bull., 1903, pag. 199 segg.
O. MARUCCHI
Il tenia meriterebbe di essere ampiamente trattato in un
lungo articolo per la sua importanza; ma ciò non potrei fare
ora e per la mancanza assoluta di tempo, impegnato come sono
in altri lavori, ed altresì perchè il presente fascicolo deve es-
sere meno voluminoso degli altri.
Ma d’altra parte non vorrei tardare soverchiamente rispon-
dendo in un altro fascicolo; perchè l’opuscolo del P. Bonavenia
è uscito già da qualche tempo ed è pervenuto a molti dei
nostri associati, e ad altri lettori del Bullettino ; e se ne è
poi fatta una lunga rivista in un autorevole periodico romano,
in cui però l’autore della recensione ripetè fedelmente ciò che
si scrisse suH’Ostriano quarantanni or sono e sembra che non
conosca gli argomenti da me addotti nel mio ultimo scritto L
Io dunque mi restringerò ad una semplice risposta, svolgendo
meglio le prove già da me altrove accennate, le quali forse
non sono state esposte con sufficiente ampiezza, e procurerò di
confermare a questi due documenti quel valore topografico che
ho loro già attribuito. Avverto però che il presente articolo è
principalmente scritto per coloro, i quali già hanno letto il mio
precedente, che è indispensabile onde avere una chiara idea
dell’importante controversia \
§ 1.
La Silloge di Verdun.
L’indole delle sillogi epigrafiche non è costantemente la
medesima, essendovene alcune senza alcun ordine topografico,
ed altre disposte in ordine più o meno esatto. E basta dare
uno sguardo al II volume delle Inscriptiones del de Bossi per
1 Vedi Civiltà Cattolica, 7 novembre 1903, pag. 332 segg.
2 V. Nuovo Bull., 1903, pag. 199 segg.