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Ruscelli, Girolamo; Ruscelli, Vincenzo; Franco, Giacomo [Ill.]
Le imprese illustri del Ieronimo Ruscelli — Venedig, 1584 [Cicognara, 1949]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27713#0054

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20 DE I MOTTI DELLE IMPR.

esso Pve volesseattribuire à se il gouerno di quefio terrestre. La onde,pertro-
glier questa sccleratabestemmia dalle lingue_, ò dall’opinione di ciascheduno
volest'e vscir’alquanto della strettezza della regola, com’è detto . tcnendost à
quclla spintuale, & santa intentioneq che nell’esposttion sua s’ha da, dire. Et è
poi da auuertire^chejquando si fanno iMotti senza il Verbo_, ( che è costi mol-
to bella ncll’Imprese) st faccia in modo , chein se stessi vi st p'ossano facilmen-
te intcndere, sì come,

Excelstc firmitudmi. Menseadem. Plusoutre.

EVaussW ivyjifisicL, - Semper ardentius, Iouisacer.

Vtriusq.auxilio. Conqueste Sicvos nonvobis. i.

Inter omnes. Ilmiosperar.

E t così di tuttii buonist potrà venir’auuertcndo, esser fatti in modo da'i
giudiciosi lor’AutorijChe senzaniuna difficoltà vi siintendono i verbi loro.
Nel chcs’aggiunge poi molta Ieggiadria_, quando ì Verbi vi sipofson copren-
dere inpiù d’vn modo ^ ondel’Impresa nCpossa riceuer interpretation diuersta-
mente, sì come m molte dell’esposttioni, che per questo libro st leggono _,
uàvederst. ’

N E'altromi parchercsti da ricordareinquesso propostto dellefigure_,5c
delleparole.

DELL’IM.PRESE C H E S I

FANNO AD ONOR’ALTRVI. CAP. VII.

T m p R e s e st fanno per rappresentar noi stessi, ò altra pcr-
sona, che à noi prema _, come donna da noi amata , ò Si-
gnore,òancor nemico. Q£este_, chc st fanno come per al-
tri _, soglion’estcr più rare. Tuttauia se ne fanno pure, 5c
con molta vaghczza da chi sàfarle. Delle quali s’aueranno
purealcunein questo volume. Ncl che però st dcuc auuerti-
re_, che ilfar’Impresa per altri_, non s’intendeil ritrouar vnTmpresa aa in~
stantia j ò prieghi altrui, &lasciarlapoi à iui, che comesua seneserua,che
questononhadacaderqui in alcuna constderatione , non altrimenti, che se
iohoda criuere vna lettera ad vn Signorejòad vna donna,& non sapen-
do iofarla da mestelTojlafacesstfardaaltri in mio nome , che allora quel-
lalettera è chiamata mia, &non dicoluiche la faper me,nèii ha di lui ai-
cun conto, ò alcuna notitia ; & se pur alcuna se n’ha , è quanto qneJla , che
st ha del Secretario, ò dei Canceliiere, chc scriue lettere per il Signor suo.
.Là onde ilfar noi Imprese per altri, s’intende propriamente quando noi fae-
ciamo Impresa ad onorcaltrui ,comenellegià dette,chest vedranno in que-
stovolume. Nellcqualil’Impresa st ha da chiamarTmpresà dicolui, che la
fa,& non di colui,òdi cqleijpercuionore ò glorialifa, sìcome in qucl-
!u diuolgatisstmadclla Cometa, cheft chiama Impresa del Cardinale de’ Me-
dicijilqual ne fu Autore,& che auea quel penstero,& quella intentione
d’essaitar quellagran Signora, &c nonst chiama Impresa di Donna Giulia.
Anziinqueste talihadastar’m libero arbitrio deli’Autord’interpretar òdi-

chiarare^
 
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