DI CARLO ARCTDVCA D’ AVSTRIA;
inmano essàFortunaticneScettri,Mitre, &Corone, perdinotar èheelkha
inmano ò potesià sua di darle & toglierle.Si comein quèsto libro srpuò.vedc
reneli’ornamento deli’Impresa deil.a Regina Isabella di Spagna .
Oue in cima sonole siguré della Pace, & deii’ A bondanm, con
due Angc-ietti, che i’vno spiegando !abandiera,& l’altro sonandola tromba,
fanno note d mondo per la via degii occhi,& deU’orecchieda felicità,& la glo
ria sua. II me?o da un iaroèle detta fgura della Fortuna , & dali’altro quel-
la deìla V1 R t v' con vn Sole in petto, con i’ale, & con la Corona di Lau-
rom mar.o. Etin fondo, ò in piededcl Frontispicio sono duefiumi con due
coionein mano, che rappresentanola Se nn a, &ilT ago, fiumiprin**-
cipalissimi,quello di Francia,& quefio di Spagna.
V n’ alfra ruotasi siuol’an^or attribuireaila Fortuna con huominiattorno,
chevengonoà star chiin cima,chiin fondo, chi inmezo, & chi nei salir'inal-
to,& chi neidiscendere, checertamcntecon moltaleggiadria rappresentala
formadegiiandamentidel viuer mondano. Sopra della quai ruota ritro-
uandomivn Sonetto fatto da Lorenzo de’Medici , ho voluto metter-
lo in questoluogo,per eiier veramentemoiro beI3o,&piaceuoie, coi solito sti
Iepiano,&doIce, chesivedein tuttel’aitre composirioni di quelgrand’huo-
mo,secondo che queli’età,ò qtiei ternpi suoi comportauano.
iAMl C0,mìrabenqueUasgura•
Et ìn anano mentìs reponatur 3
Vt magnus indtsru&us extra batur,
Considerando ben la sua natura.
jLmico quesia è ruota dì ventura,
Ou£ ìn eodem flatu non sirmatur ,
Sed casibus diuerfis variatur,
£ qual’abbassa, e qualpone ìn altura 0
Illìra thel'vno in'cimaègià montaioy
Et alrer eH expofitus ruin&y
E'I terjpo è in fondo d'ognibc priuato»
Quartus ajcendct ìam. lSsec quifqua sine
siagio}di qutl che opràdo ba mentato.
Secundum legìs ordinem aìuina.
C h e per certo oltreaila vaghezza & alla piaceuolezza del pcnsiero, & al-
l’artificio del Sonetto,si vede,che conchiudepiamente,& coulorme à quello,
cheleSacrelettereci propongon sempre,cioè,chela felicirà, & l’infehcità del
le nostre fortune si ci dian da Dio, dellenostre operationi, sostenute sempre
oella suadiuinagiustitia, & nella sua gratia,
M CARLO
inmano essàFortunaticneScettri,Mitre, &Corone, perdinotar èheelkha
inmano ò potesià sua di darle & toglierle.Si comein quèsto libro srpuò.vedc
reneli’ornamento deli’Impresa deil.a Regina Isabella di Spagna .
Oue in cima sonole siguré della Pace, & deii’ A bondanm, con
due Angc-ietti, che i’vno spiegando !abandiera,& l’altro sonandola tromba,
fanno note d mondo per la via degii occhi,& deU’orecchieda felicità,& la glo
ria sua. II me?o da un iaroèle detta fgura della Fortuna , & dali’altro quel-
la deìla V1 R t v' con vn Sole in petto, con i’ale, & con la Corona di Lau-
rom mar.o. Etin fondo, ò in piededcl Frontispicio sono duefiumi con due
coionein mano, che rappresentanola Se nn a, &ilT ago, fiumiprin**-
cipalissimi,quello di Francia,& quefio di Spagna.
V n’ alfra ruotasi siuol’an^or attribuireaila Fortuna con huominiattorno,
chevengonoà star chiin cima,chiin fondo, chi inmezo, & chi nei salir'inal-
to,& chi neidiscendere, checertamcntecon moltaleggiadria rappresentala
formadegiiandamentidel viuer mondano. Sopra della quai ruota ritro-
uandomivn Sonetto fatto da Lorenzo de’Medici , ho voluto metter-
lo in questoluogo,per eiier veramentemoiro beI3o,&piaceuoie, coi solito sti
Iepiano,&doIce, chesivedein tuttel’aitre composirioni di quelgrand’huo-
mo,secondo che queli’età,ò qtiei ternpi suoi comportauano.
iAMl C0,mìrabenqueUasgura•
Et ìn anano mentìs reponatur 3
Vt magnus indtsru&us extra batur,
Considerando ben la sua natura.
jLmico quesia è ruota dì ventura,
Ou£ ìn eodem flatu non sirmatur ,
Sed casibus diuerfis variatur,
£ qual’abbassa, e qualpone ìn altura 0
Illìra thel'vno in'cimaègià montaioy
Et alrer eH expofitus ruin&y
E'I terjpo è in fondo d'ognibc priuato»
Quartus ajcendct ìam. lSsec quifqua sine
siagio}di qutl che opràdo ba mentato.
Secundum legìs ordinem aìuina.
C h e per certo oltreaila vaghezza & alla piaceuolezza del pcnsiero, & al-
l’artificio del Sonetto,si vede,che conchiudepiamente,& coulorme à quello,
cheleSacrelettereci propongon sempre,cioè,chela felicirà, & l’infehcità del
le nostre fortune si ci dian da Dio, dellenostre operationi, sostenute sempre
oella suadiuinagiustitia, & nella sua gratia,
M CARLO