2io DI FRANCESCO MAPvlA DELLA ROV.
che illegno della Palrna,facendosene traui,ò rauolc,ò altrà sì fatta cTosa;è cE'Ua
tura,chenonsipiegaairinguiso,cedcniclo al peso come fanno quasi tuìtiglial
tn legni. ìl qual piegarfì aH’inguiso in Latino s clice Tandare Maafsermanol
detti Srittori, chequelle traui, ò taliole ii torcono al contrario in (usoà s,uisa
deS uclti delle case,ò delle chieie.il qual torcersgò marcarsi in sùso,i L'atini di
cono Fornicari. Etle paroiedi csioPlinio sopra di ciò sono nel xv. lib. al xlij.
capitolo, il cui titolo è delle materie,ò legnami cle gii Architetti,& qual mate
rie,ò legnosia più sernx &c. Oueauendodettodellequalità del Larice,dell’
Abeto,della Rouere,& deli Oliua, scggiungedelPopolo, &dellaPalma con
queste parole :
,, Topulus contra cmnia inferiorapandatur, Talma è contrario fornhatur.
Nè mai quiui,ò altroue Plmio dice,della cima dell’arbore detta Palmà,che
seui si mette sopraun peso, ella !osforzi, òvinca,& si rialzialsuo luogo, co-
me iì Giouio fa fare à questa già detta Irnpresa.
Similméte Aulo Gellio nel terzolibroallx.capitolo,Il cui titoloèdella for
za,&csella natura dell’arboredella Palma,&cheil legno d’dsa faccia renitcn
tia à i pesi, che se gli pongon sopra.dice,
,, Terhercle rem mirandam ^AriHoteles in vij.Trohlematum, & Tlutarcus in vij.
,, sympostaconm dicit.Si supra Talmx(rnquit)arboris lignu magna ponderci irnpo
3, nas}ac tamgrauiter vrgeas,onoresq-vvt magnitudo oneris suHìnerino queat7 no
,, tamen deorjum Talma cedit,nec intra slt£ìitwr7sed aduerfusponàus refurgit, &
7, sursum nititUY j recuruatu< q; . Trcpterea, inquit Tlutanhus, in certamìnibus
} j Talmam \ignum esfeplacuit vi&oria ; quoniam ingenium eiusmodì ligrà esì, vt
, , vrgentibuSj opprimentibusq; nen cedat.
Daìle quai parole di Gellio si vede,ch’ancor’ egli intendemolto bene quel-
led’Aristotele,& di Plutarco,& che del legno della Palma dicono esprdlame
te.non della cima,ò de’rami suoi che non cede à i pesi, cheglistan sopra. Etse
per sorte la paroia,^rùorA,audse fatto préder’ errore al Giouio,o lo facesie prc
der’ad altn,auuertasi,che Gelìio ve !a mette per una cerra maggior’ elprdsio-
jie,& perfuggir lacommunanzadellaparola, ‘Ptf/Wz, laqualin Latino , co-
meancorainitaliano, signisicala Palma dellamano,& ancor tuttalamano
stdsa.Virgilio,
lngemitj& dnplices tendit ad sdera palmas
EcilPetrarca, parlando della luaDonna,
JEt orcarpone,or con tremante passo
Legno,acqua,terra ò sasfa
Verde saceaghiara soaue,e terba
Con lepalme,e co i piè sresca,e superba.
Er perche l’arbore della Palma ha nella scmmicà Ja chioma distesa Ìntorno
& ì rami come dita,la chiamaron3 à somìgbianza della mano. Et i suoi frutti,
che son’ancor’dli pur lunghettschiamaron Datnlicon voce Greca, che tanto
significa,quanto Dita,ò diti nellalingua Italiana.Et però, com’ c detto, soglio
no gli Scrittori nel nominarla aggiungerui molte volte per più chiarezza la pa
rola, Jtrbor, nel caso,che ha da stare, De gli Sciittori antichi adunque è cosa
certissìma,che essi per niun modo hà detto della circa, ò deirarhi di tal’arbo
re,che nou ceda al peso, & non si pieghsima del suoiegnoda poi cheella è ta-
che illegno della Palrna,facendosene traui,ò rauolc,ò altrà sì fatta cTosa;è cE'Ua
tura,chenonsipiegaairinguiso,cedcniclo al peso come fanno quasi tuìtiglial
tn legni. ìl qual piegarfì aH’inguiso in Latino s clice Tandare Maafsermanol
detti Srittori, chequelle traui, ò taliole ii torcono al contrario in (usoà s,uisa
deS uclti delle case,ò delle chieie.il qual torcersgò marcarsi in sùso,i L'atini di
cono Fornicari. Etle paroiedi csioPlinio sopra di ciò sono nel xv. lib. al xlij.
capitolo, il cui titolo è delle materie,ò legnami cle gii Architetti,& qual mate
rie,ò legnosia più sernx &c. Oueauendodettodellequalità del Larice,dell’
Abeto,della Rouere,& deli Oliua, scggiungedelPopolo, &dellaPalma con
queste parole :
,, Topulus contra cmnia inferiorapandatur, Talma è contrario fornhatur.
Nè mai quiui,ò altroue Plmio dice,della cima dell’arbore detta Palmà,che
seui si mette sopraun peso, ella !osforzi, òvinca,& si rialzialsuo luogo, co-
me iì Giouio fa fare à questa già detta Irnpresa.
Similméte Aulo Gellio nel terzolibroallx.capitolo,Il cui titoloèdella for
za,&csella natura dell’arboredella Palma,&cheil legno d’dsa faccia renitcn
tia à i pesi, che se gli pongon sopra.dice,
,, Terhercle rem mirandam ^AriHoteles in vij.Trohlematum, & Tlutarcus in vij.
,, sympostaconm dicit.Si supra Talmx(rnquit)arboris lignu magna ponderci irnpo
3, nas}ac tamgrauiter vrgeas,onoresq-vvt magnitudo oneris suHìnerino queat7 no
,, tamen deorjum Talma cedit,nec intra slt£ìitwr7sed aduerfusponàus refurgit, &
7, sursum nititUY j recuruatu< q; . Trcpterea, inquit Tlutanhus, in certamìnibus
} j Talmam \ignum esfeplacuit vi&oria ; quoniam ingenium eiusmodì ligrà esì, vt
, , vrgentibuSj opprimentibusq; nen cedat.
Daìle quai parole di Gellio si vede,ch’ancor’ egli intendemolto bene quel-
led’Aristotele,& di Plutarco,& che del legno della Palma dicono esprdlame
te.non della cima,ò de’rami suoi che non cede à i pesi, cheglistan sopra. Etse
per sorte la paroia,^rùorA,audse fatto préder’ errore al Giouio,o lo facesie prc
der’ad altn,auuertasi,che Gelìio ve !a mette per una cerra maggior’ elprdsio-
jie,& perfuggir lacommunanzadellaparola, ‘Ptf/Wz, laqualin Latino , co-
meancorainitaliano, signisicala Palma dellamano,& ancor tuttalamano
stdsa.Virgilio,
lngemitj& dnplices tendit ad sdera palmas
EcilPetrarca, parlando della luaDonna,
JEt orcarpone,or con tremante passo
Legno,acqua,terra ò sasfa
Verde saceaghiara soaue,e terba
Con lepalme,e co i piè sresca,e superba.
Er perche l’arbore della Palma ha nella scmmicà Ja chioma distesa Ìntorno
& ì rami come dita,la chiamaron3 à somìgbianza della mano. Et i suoi frutti,
che son’ancor’dli pur lunghettschiamaron Datnlicon voce Greca, che tanto
significa,quanto Dita,ò diti nellalingua Italiana.Et però, com’ c detto, soglio
no gli Scrittori nel nominarla aggiungerui molte volte per più chiarezza la pa
rola, Jtrbor, nel caso,che ha da stare, De gli Sciittori antichi adunque è cosa
certissìma,che essi per niun modo hà detto della circa, ò deirarhi di tal’arbo
re,che nou ceda al peso, & non si pieghsima del suoiegnoda poi cheella è ta-