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Ruscelli, Girolamo; Ruscelli, Vincenzo; Franco, Giacomo [Ill.]
Le imprese illustri del Ieronimo Ruscelli — Venedig, 1584 [Cicognara, 1949]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27713#0266

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2^ DI CIO. BATT. D9AZZIA

laDonna da Iuiamata.Lafigura/didetta 5erpe,psiendo difiinta, ò macchiata
di punte bianche, & molto più poi le parole ,Sjemper Ardentivs
fanno felicemente conoscere,chedlasia quella sortedi Biscia,ò Serpe,chegli
Scrittori con uoce Greca han chiamata Dipsada,la qual dicon auer proprie-
tà,chemordendo alcuna persona, leinduca vnasete gra'ndissima, & con tal
qualità,chequanto più heuepiù ardentemente abbiasete. Della qual Serpe,
oltre à quatone scnuono altriAutori antichi, sihaun pieno &. molto bei
Discorso di Luciano Greco, impiegandoancor’ esso cotareilèmpio aaun
suo proposito gentilmente:ma per certo non così bello, come questo, in che
i’impiega ouefìo Signorecon queslalmpresa.

Possiamo dunque interpretare,che egli abbia con csia vcluto significare al
mondo d’elscr preso d’altissimo,& nobilissimo amore,& che ouanto più pen-
fa in lei, & più la contempla, più ardentemente si troua in gordo di pensarui
& di contemplarla,ò più tosto che quanto piùla vede,più s’accenaa di desi-
derio di uedeila. Etpottrebbe perauentura tal’Impresa elsere statafattada
lui à qualche occasione,chela Donna suaglihauesTemotteggiato,ò fatto mot
teggiar,che egli troppo spesso le pasiàsse dauanti à casa , ò l’andasièà visitare.
Uche mi si fa credere per essèr’io ssato strettissimo amico di que’ generoso,&
YÌrtuosissimo Sig.Et quantunque niun’altra sua cosa egli non mi tenessè gia-
mai secreta,nientedimeno nonpoteimai peralcuna uia penetrareà conoscer
qual fossè ss uero,& principaroggetto de’suoi pensieri.Et solamente lo vede-
Ua goderedi ragionarne meco sotto unfinto nome diClor ide , dellaquale
& egli & io ragionammo più volte in versi, aflèrmandomi però lui, che non
essèndopofsibile, ch’uno,.ii qual veramente ami,possaiuteramente dissimu-
lar’al mondodi non amare,egli s’aueua eletto di tener sicuramente secretoi’
altissimo.amor suo, non solamenteal mondo,maancora,segli era possibile,
allasiessà donnadalui amata.Lt quefià secretezza poteua conseguirsì colsi-
mular d’essèr preso dell’amor d’altra donna. Et parmi ancora, ch’auendo lui
in costumed’andar’òsoloj.òconaltriCaualieri àvisitarmolto spessounagran
Signora,&nópotendo tanto vincer se stesso, chenon uidimorassèpiù chegli
fossè possibile,gli fu tin giorno in presenza d’aicun altre.donne detto vezzo-
samentedalei motteggiando,Signor Marchese, Noi qui tutte j ossiamo ben
essèr sicure,che uoinon siate già prefo deU'amor nofiro,percioche secondo il
uofiro.Petrarc.a-lo sguardo aella donna amata,èquasi della itessa virtù,ehel’o
ro potabile,.ranto celebrato. dicendoil Petrarca àMadonnaLaura, chedop-
po unlunghissimo diguno d’auerla veduta, sen’era pur finalmente tornato
à vederla,rnache nepotrcbbepoilungamentestarlontano,senzapenre^.

Viurommi vn tempo omai,ch’al viuermio

Tanta uirtutcha soio un vofiroTguardo.

Alle quai parole,.parmi ch’lMarchesenon rispondessè altro perallora, se
non ch’ella diccuail vcro,& ch’egli l’adoraua santamente, come facea tutto
ìl refio del módo.Etperò procuraua ciascuno di far nel Tempio della sua ca
fa ogni giornofesia,&ogni giorno vigilia.Ondc essendolei vna Deitàpresen-
te,non h deuea marauigliare, che’lmondo procurassè sempre d’adempirsuo
debito in adorarla scnza alcùnaintermissione, & che egli così nel conoscer il
tialordilei,.comein sautamenteadorarla, concorreua colgiudiciodi tuttoil

mondo,,
 
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