MASSIMILIANÒ
S E C O N D O
D’ AVSTRIA
IMPERATOR. DEL MONDO.
Erone imperatore in q^v e i p r i m i me
{], chesu,ò almeno finse d’esser buono, fecebatteremeda
gliegrandi in argento con lasua tefla, cheaueuaper riuer-
so vn’Aquila con i’ali aperte ,la qualposauai piedi sopra
vn Fulgore , & dalla parte destra aueua vn ramo di Lauro ,
volendo senz’alcun dubio dimostrare, che era in potestà
sua di far guerra, & rouinar’il mondo ,& tenerlo in pace. La qual’inuentione
si vide poi essere piaciuta adaltri Imperatori, che seguirono doppo lui, ma
alquantomutandola secondoi’intention loro. Percioche iì vede vn riuerso
d’vna medaglia di Domitiano con vn'Aquila parimente con ialeaperte, &
con vn solFulgore sotto i piedi, volendo forfe ancor’cgli dìmostrar'audace-
mente la sua gran potenza, di rouinar’ii mondo, se gli aggradaua , o più tosto
perauentura significarel’intention sua dicastigar solamente i cattiui, sì co-
me il sommo Giouenon per aitro, che per punir gli scelerati adopraua il ful-
mine. Ma Vespasiano non mostrando, che gli piacessèmolto quel modo di fi-
gura con l’Aquila con alcuna cosa sotto i piedi, non potendosi sicuramente
comprendere, se ella così glitenesse per adoprarli, o per conculcarli, fece in
vna sua bellissima medaglia d’argento.in forma grande scolpire vn’Aquila
pur con l’ale aperte, ma col Fulmine in bocca, & con vn ramo di Lauro dalia
parte destra, pur forsecon la medesima intentione dimostrare,che la pace, &
laguerrafossertutte'nelpoter suo,ò piùtosto per dimostrarsi puro,&solo mì
ni'lro del sommo Gioue,singendo i Pocti, cheI’Aquila haministra diGioue,
& gli portii fulgori, & essendo iPrincipi mondani, cioè i buoni,nominatimi-
niiìri del sommo Iddio »
In vna moneta delilrnperator C a r 1 o V. Stampata Ìn Ispagna, si vedesi
migliantemente nel riuerso vn’Aquila con vn Fulmine,& con vn ramo di Lau-
ro sotto ipiedi, & con paroleLatine, chedicono
Cuia. fuurn, A' ciascuno il suo.
volendochiaramente infeiirelamustezza, &la bontà deli’animo suo intrat-
tar ciascuno secondoi meriti, ò secondo che da sestessi ii procacciassero,cioè
dar la guerra a chila volcua, ò lameritaua, & cosìparimente lapace, ouero
Q o a dar
S E C O N D O
D’ AVSTRIA
IMPERATOR. DEL MONDO.
Erone imperatore in q^v e i p r i m i me
{], chesu,ò almeno finse d’esser buono, fecebatteremeda
gliegrandi in argento con lasua tefla, cheaueuaper riuer-
so vn’Aquila con i’ali aperte ,la qualposauai piedi sopra
vn Fulgore , & dalla parte destra aueua vn ramo di Lauro ,
volendo senz’alcun dubio dimostrare, che era in potestà
sua di far guerra, & rouinar’il mondo ,& tenerlo in pace. La qual’inuentione
si vide poi essere piaciuta adaltri Imperatori, che seguirono doppo lui, ma
alquantomutandola secondoi’intention loro. Percioche iì vede vn riuerso
d’vna medaglia di Domitiano con vn'Aquila parimente con ialeaperte, &
con vn solFulgore sotto i piedi, volendo forfe ancor’cgli dìmostrar'audace-
mente la sua gran potenza, di rouinar’ii mondo, se gli aggradaua , o più tosto
perauentura significarel’intention sua dicastigar solamente i cattiui, sì co-
me il sommo Giouenon per aitro, che per punir gli scelerati adopraua il ful-
mine. Ma Vespasiano non mostrando, che gli piacessèmolto quel modo di fi-
gura con l’Aquila con alcuna cosa sotto i piedi, non potendosi sicuramente
comprendere, se ella così glitenesse per adoprarli, o per conculcarli, fece in
vna sua bellissima medaglia d’argento.in forma grande scolpire vn’Aquila
pur con l’ale aperte, ma col Fulmine in bocca, & con vn ramo di Lauro dalia
parte destra, pur forsecon la medesima intentione dimostrare,che la pace, &
laguerrafossertutte'nelpoter suo,ò piùtosto per dimostrarsi puro,&solo mì
ni'lro del sommo Gioue,singendo i Pocti, cheI’Aquila haministra diGioue,
& gli portii fulgori, & essendo iPrincipi mondani, cioè i buoni,nominatimi-
niiìri del sommo Iddio »
In vna moneta delilrnperator C a r 1 o V. Stampata Ìn Ispagna, si vedesi
migliantemente nel riuerso vn’Aquila con vn Fulmine,& con vn ramo di Lau-
ro sotto ipiedi, & con paroleLatine, chedicono
Cuia. fuurn, A' ciascuno il suo.
volendochiaramente infeiirelamustezza, &la bontà deli’animo suo intrat-
tar ciascuno secondoi meriti, ò secondo che da sestessi ii procacciassero,cioè
dar la guerra a chila volcua, ò lameritaua, & cosìparimente lapace, ouero
Q o a dar