Dl GIACOMO LANTERIO. 417
goimembrismossi.Perciocheellatiravgualisiìmamentesenza darescoE.\&
quasiinmodo,cheappena l’infermo sene senta.Ha poiquesìo inftromento
per importantissima proprietà,che volgendoli;& tirando con esla cjual si vo-
glia pesojsepoimcntretalpeso pendeinaere,color chetirano,ò auolgonia
uita {I leuan via,&la lascian cosìsolail peso tuttauia si soslien da sestelso, &
ncnpuò inniun modo tornareindietro,ò cadere.Laqual proprietà,ò iiquale
efìetto non si vede che abbia alcun’aìtra sorte di machina, che fin qui si sap-
pia dagliÀrchitetti, ò Ingegnieri, cosiantichi comc moderni, & senz'alcun
dubbioquesta machina,ò questo instromento era quello,colc]ualeil grande
ArchimedeSiracusano faceua queile mìracolose operationi, che con tanta
rouina& danno furon vedute,&sentite da i Romani, & sono Itatepoi cele-
bratetanto daTitoLiuio,daPlutarco,&daaltrimolti .Ma è benvero, che
Archimede videuea saperquello, che finqui non si vede saputo daalctm
moderno,cioè il darlela prestezza,ò velocità neli’operare. Percioche questa
de’ tempi nostri, quantunque si vegga auer rorza quasi infinita, si vede tutta-
uia eiTer molto lenta,ò tarda.II cheperò si deue dir chenasca, perchesin qui
ella non è ancor molto ben saputa da moki,nè molto posta in opera, onde co
segucntementeda i più suegliati,& sublimi ingegni,& più intendenti de i mo
di, & della ragione dell’Arte, & della Natura,;non vi lì è fatta sorse tutta
quella consideratione,& esperientia,che potrebbe iarsenc, ò ancor per auen-
tura quei, che i’han fatta, non si sieno sin quicurati, òcontentati dipu-
blicarla .
O R a per venir’ all’espositione dell’Imprcsa, & all’interpretatione della
mente dell’Autore, si può far sermissima congettura, cheegliabbia voluto
mostrar la fermissima,& costantissimaintention sua di continuar sempre nel
le sue virtuose,& onoratefatiehe,& particolarmente per scruitio delRE Ca
toli co, suo Signore,oue si veggono leggiadramente auer luogo quelledne
importantissime proprietà,che quì disopra ho detto dlere in qucsto istrome
to.L’una, di seguir semprc il viaggio suojsenzamai in auanto à se stessaimpe-
dirsi per niun modo. L’altra di restar sempre sitlda,nè mai potersi dal pcso
suo suolgere,ò ritrarre indietro.Nel che Ia primajmostra l’animo suo,& le sue
operationi,tutte libere,& tutte espedite nel debito,& osficio loro.Et l’altra dì
mostra,che niun peso,ò niuna grauezzamondana,cioèniun trauaglio, muna
inuidia,& niuna persecutione de’ suoi nemici, di ctii gli huomini virtuosi, &
chiari n’abbondan sempre,non io potranno giamaidistoglierc,ò distornare di
tal seruitiojò desiderio,& debito suo.La qual’Impresa con questa cosi degna,
& lodatissimaintentionesi come in sc stessa è molto beila,& vaga per cialcu-
no,di chi ella foste così poi senz’ alcun dubbio li fa moko più vaga, & bella
in questoGentil’huomo, ner confarsigentilmentc con laprofession stnt, la
quale è dTngegniero, & pertale officio serue illustremente alsopradetto R e
Filippo Catolico,nel Regno di Napoli,okre all’essereancora in particolare
adoprato all’occasioni da’ Pontefici,& altri Principi,fiicesidosi egli, quantun-
queancor molto giouene,conosicere ,& amare,per ingegno akissimo, & esier
particolarmente d illa Natura stato creato per questa sua principale bellissi-
ma professione,la quale egli procura tuttauia di ridurre in iui à persettione,
non conla sola prattica,comepar chelamaggiorparte oggi facciano, ma an-
G lt u cora con
O O
goimembrismossi.Perciocheellatiravgualisiìmamentesenza darescoE.\&
quasiinmodo,cheappena l’infermo sene senta.Ha poiquesìo inftromento
per importantissima proprietà,che volgendoli;& tirando con esla cjual si vo-
glia pesojsepoimcntretalpeso pendeinaere,color chetirano,ò auolgonia
uita {I leuan via,&la lascian cosìsolail peso tuttauia si soslien da sestelso, &
ncnpuò inniun modo tornareindietro,ò cadere.Laqual proprietà,ò iiquale
efìetto non si vede che abbia alcun’aìtra sorte di machina, che fin qui si sap-
pia dagliÀrchitetti, ò Ingegnieri, cosiantichi comc moderni, & senz'alcun
dubbioquesta machina,ò questo instromento era quello,colc]ualeil grande
ArchimedeSiracusano faceua queile mìracolose operationi, che con tanta
rouina& danno furon vedute,&sentite da i Romani, & sono Itatepoi cele-
bratetanto daTitoLiuio,daPlutarco,&daaltrimolti .Ma è benvero, che
Archimede videuea saperquello, che finqui non si vede saputo daalctm
moderno,cioè il darlela prestezza,ò velocità neli’operare. Percioche questa
de’ tempi nostri, quantunque si vegga auer rorza quasi infinita, si vede tutta-
uia eiTer molto lenta,ò tarda.II cheperò si deue dir chenasca, perchesin qui
ella non è ancor molto ben saputa da moki,nè molto posta in opera, onde co
segucntementeda i più suegliati,& sublimi ingegni,& più intendenti de i mo
di, & della ragione dell’Arte, & della Natura,;non vi lì è fatta sorse tutta
quella consideratione,& esperientia,che potrebbe iarsenc, ò ancor per auen-
tura quei, che i’han fatta, non si sieno sin quicurati, òcontentati dipu-
blicarla .
O R a per venir’ all’espositione dell’Imprcsa, & all’interpretatione della
mente dell’Autore, si può far sermissima congettura, cheegliabbia voluto
mostrar la fermissima,& costantissimaintention sua di continuar sempre nel
le sue virtuose,& onoratefatiehe,& particolarmente per scruitio delRE Ca
toli co, suo Signore,oue si veggono leggiadramente auer luogo quelledne
importantissime proprietà,che quì disopra ho detto dlere in qucsto istrome
to.L’una, di seguir semprc il viaggio suojsenzamai in auanto à se stessaimpe-
dirsi per niun modo. L’altra di restar sempre sitlda,nè mai potersi dal pcso
suo suolgere,ò ritrarre indietro.Nel che Ia primajmostra l’animo suo,& le sue
operationi,tutte libere,& tutte espedite nel debito,& osficio loro.Et l’altra dì
mostra,che niun peso,ò niuna grauezzamondana,cioèniun trauaglio, muna
inuidia,& niuna persecutione de’ suoi nemici, di ctii gli huomini virtuosi, &
chiari n’abbondan sempre,non io potranno giamaidistoglierc,ò distornare di
tal seruitiojò desiderio,& debito suo.La qual’Impresa con questa cosi degna,
& lodatissimaintentionesi come in sc stessa è molto beila,& vaga per cialcu-
no,di chi ella foste così poi senz’ alcun dubbio li fa moko più vaga, & bella
in questoGentil’huomo, ner confarsigentilmentc con laprofession stnt, la
quale è dTngegniero, & pertale officio serue illustremente alsopradetto R e
Filippo Catolico,nel Regno di Napoli,okre all’essereancora in particolare
adoprato all’occasioni da’ Pontefici,& altri Principi,fiicesidosi egli, quantun-
queancor molto giouene,conosicere ,& amare,per ingegno akissimo, & esier
particolarmente d illa Natura stato creato per questa sua principale bellissi-
ma professione,la quale egli procura tuttauia di ridurre in iui à persettione,
non conla sola prattica,comepar chelamaggiorparte oggi facciano, ma an-
G lt u cora con
O O