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Studi e materiali di archeologia e numismatica — 1.1899-1901

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Milani, Luigi Adriano: Tumulo sfinge e satiri nel cratere Vagnonville
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Correra, Luigi: Sul culto di Leucothea in Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.9015#0087

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MILANI — TUMULO SFINGE E SATIRI NEL CRATERE VAGNOVILLE. 73

cone; e le linguelle uscenti dai fori tondi della base, corrispondono ad
altrettante fiammelle di fuoco, uscenti come dalla camera sepolcrale sotto-
stante al tumulo.

Per ciò, nel Museo topogr. dell' Mruria p. 68 io credetti di spiegare suc-
cintamente la principale rappresentanza del cratere Vagnonville con le
parole : « un Satiro rompe con la zappa arditamente un tumulo ardente,
divenuto quasi rogo e tomba della Sfinge tebana, mentre un altro Satiro
si allontana pauroso. »

Il tumulo, dopo di esser stato, a quanto pare, incendiato dal Satiro
che fugge, viene abbattuto dal Satiro che picchia.

E giacché il confronto con la lekythos di Eretria mette dunque fuori
di dubbio che nel cratere Vagnonville si ha la rappresentazione di una
tomba sormontata dalla figura decorativa e simbolica della Sfinge 3, il con-
cetto della scena satiresca esce tanto di più dal ciclo di quelle ordinarie
relative alla Sfinge tebana, e la sua scenica comicità, a mio giudizio, è tanto
maggiore in quanto apparisce che i Satiri, nella loro imbecillità, scam-
biano un monumento sepolcrale fatto a tumulo e sormontato da una Sfinge
con il monte della Sfinge tebana, il Phikion o Sphingion. Gli sforzi degli
imbelli Satiri contro la creduta Sfinge tebana si traducono quindi in due
azioni sciocche e ridicole, quella dell'incendio, dovuto forse al primo Satiro
pauroso, e quella dell'atterramento del creduto famoso Sfingion, a cui
attendo il secondo Satiro con comica arroganza.

Firenze, luglio 1898.

L. A. M.

SUL CULTO DI LEUGOTHEA IN NAPOLI

I

La leggenda di Ino-Leucothea (Odissea V 333 sgg.), la soccorritrice del
naufrago Ulisse, ricordata pure col nome di Leucothea da Pindaro (Pytìi. XI, 2),
è nota ai cultori dell' antichità classica. Ed è nota puranche la diffusione
del culto di lei, che, al dir di Cicerone (de nat. deor. 3 39), si estese cuncta
Graecia 1.

La diffusione di siffatto culto sta, naturalmente, nel concetto che si

3) Le sfingi siccome simbolo del sole occiduo ') V. Ritschl, Ino-Leukotliea, zwei antike

erano ornamenti adattatissimi e assai frequenti Bronzen von Neuwied u. Miinchen -. Bonn 18C5;

delle tombe anche greche cfr. Ilberg, Die Sphinx Schirmer in Roscher' mythol. Lexicon col. 2011

§ 3 p. 37 sgg. sub. v. Leucothea.

Sfinii e materiali di archeologia e numianiatica Voi. I.

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