UN CAPITOLO DI STORIA DEI VESTIARIO
5
« ex benedictione beati Petri apostolorum prin-
cipis » ;1 dà ordine di toglierlo al vescovo Natale
di Salona, nel caso che questi non volesse sot-
tomettersi ai suoi precetti: «usimi ei palili, qui
ab hac sede concessus est, ex auctoritate sedis
apostolicae contradicito », scrive al suo rappresen-
tante. 2 La stessa minaccia intimò al vescovo
Giovanni di Ravenna, il quale presunse di por-
tare il pallio quando non gli era permesso. Rias-
sumendo i punti d'accusa, San Gregorio gli scrive:
«... admoneo quatenus nisi decessorum meorum
mtinificentia Ubi haec per privilegium attributo,
docueris, uti in plateis pallio ulterius non prae-
sumas; ne non habere et ad missas incipias, quod
audacter et in plateis usurpas ».3 Quest'incidente
è tanto più importante in quanto si riferisce al
vescovo di Ravenna, strettamente congiunto colla
corte bizantina. Se il pallio fosse in origine un
dono dell' imperatore, Giovanni ne avrebbe pro-
fittato per rendere il papa più condiscendente,
avrebbe anzi potuto rivolgersi allo stesso impera-
tore, per ottenere direttamente da lui il pallio e
la facoltà di servirsene a modo suo.4 Nulla di ciò.
Nell'umile lettera giustificatoria esprime un pro-
fondo rispetto verso la Santa Sede : «... licei
peccator », dice fra l'altro, « novi tamen quam
grave sii terminos nobis a patribus apfixos tran-
scendere et quod omnis elatio nihil aliud habeat
quam minarli... Et quibus ausibus ego sauctis-
simae UH sedi, quae universali Ecclesiae iura
sua transmittit, praesumpserim obviare, propter 4a. — CAMILLO.
cuius conservandovi auctoritate tu... multorum OA ,. , , ,r , , T
Statua di bronzo, nel Museo del Louvre.
contra me inimicoruni invidiavi graviter exci- Y 0 principio del n secolo.
tavi? 5 » Cerca poi, per mezzo dell'« eccellentissimo
patrizio, dell'eminentissimo prefetto e di altri nobili ravennati », di ottenere dal papa l'uso
del pallio nelle « litanie solenni », il che, dopo molte ricerche, gli venne finalmente concesso.
Così i vescovi di Ravenna portavano il pallio, fuori della chiesa, quattro volte nell'anno :
« die natalitio beati Ioannis Baptistae, beati Petri apostoli, et beati Apollinaris martyris, atque
in. ordinationis celebratione ».° Era questo un cambiamento della prassi ordinaria e primitiva,
poiché il pallio solette concedersi « ad sola missarum solemnia utendum ».7
Ma è vero che nella Chiesa occidentale solo il papa aveva il pallio sacro? A questa
domanda tutti i dotti che dai tempi del De Marca fino ad oggi si sono occupati del nostro
argomento, rispondono negativamente. Secondo loro anche i vescovi di Gallia, di Africa e
1 Greg. M., Ep. IX, 121, col. 1052.
2 Greg. M., Ep. II, 20, col. 556.
3 Greg. M., Ep. III, 56, col. e 652 seg.
4 Lo fece, nel vii secolo, l'arcivescovo Mauro
(Agnell., Liberponti/., Vita Mauri,3, Migne, 106,673).
Era troppo naturale che « questo passo fu equiparato
ad una rivolta contro la supremazia del papa ».
5 Epìstola Ioannis Ravennatis episcopi ad Gregorium
papam, inter opera Gregorii M., Ep. III, 57» co-
lonna 654.
6 Greg. M., Ep. V, 11, col. 733.
7 Vedi Greg. M., Epp. IV, 1, col. 669; V, 53,
col. 785 ; IX, 108, col. 1036; IX, 121, col. 1052 ; IX, 125,
col. 1058.
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« ex benedictione beati Petri apostolorum prin-
cipis » ;1 dà ordine di toglierlo al vescovo Natale
di Salona, nel caso che questi non volesse sot-
tomettersi ai suoi precetti: «usimi ei palili, qui
ab hac sede concessus est, ex auctoritate sedis
apostolicae contradicito », scrive al suo rappresen-
tante. 2 La stessa minaccia intimò al vescovo
Giovanni di Ravenna, il quale presunse di por-
tare il pallio quando non gli era permesso. Rias-
sumendo i punti d'accusa, San Gregorio gli scrive:
«... admoneo quatenus nisi decessorum meorum
mtinificentia Ubi haec per privilegium attributo,
docueris, uti in plateis pallio ulterius non prae-
sumas; ne non habere et ad missas incipias, quod
audacter et in plateis usurpas ».3 Quest'incidente
è tanto più importante in quanto si riferisce al
vescovo di Ravenna, strettamente congiunto colla
corte bizantina. Se il pallio fosse in origine un
dono dell' imperatore, Giovanni ne avrebbe pro-
fittato per rendere il papa più condiscendente,
avrebbe anzi potuto rivolgersi allo stesso impera-
tore, per ottenere direttamente da lui il pallio e
la facoltà di servirsene a modo suo.4 Nulla di ciò.
Nell'umile lettera giustificatoria esprime un pro-
fondo rispetto verso la Santa Sede : «... licei
peccator », dice fra l'altro, « novi tamen quam
grave sii terminos nobis a patribus apfixos tran-
scendere et quod omnis elatio nihil aliud habeat
quam minarli... Et quibus ausibus ego sauctis-
simae UH sedi, quae universali Ecclesiae iura
sua transmittit, praesumpserim obviare, propter 4a. — CAMILLO.
cuius conservandovi auctoritate tu... multorum OA ,. , , ,r , , T
Statua di bronzo, nel Museo del Louvre.
contra me inimicoruni invidiavi graviter exci- Y 0 principio del n secolo.
tavi? 5 » Cerca poi, per mezzo dell'« eccellentissimo
patrizio, dell'eminentissimo prefetto e di altri nobili ravennati », di ottenere dal papa l'uso
del pallio nelle « litanie solenni », il che, dopo molte ricerche, gli venne finalmente concesso.
Così i vescovi di Ravenna portavano il pallio, fuori della chiesa, quattro volte nell'anno :
« die natalitio beati Ioannis Baptistae, beati Petri apostoli, et beati Apollinaris martyris, atque
in. ordinationis celebratione ».° Era questo un cambiamento della prassi ordinaria e primitiva,
poiché il pallio solette concedersi « ad sola missarum solemnia utendum ».7
Ma è vero che nella Chiesa occidentale solo il papa aveva il pallio sacro? A questa
domanda tutti i dotti che dai tempi del De Marca fino ad oggi si sono occupati del nostro
argomento, rispondono negativamente. Secondo loro anche i vescovi di Gallia, di Africa e
1 Greg. M., Ep. IX, 121, col. 1052.
2 Greg. M., Ep. II, 20, col. 556.
3 Greg. M., Ep. III, 56, col. e 652 seg.
4 Lo fece, nel vii secolo, l'arcivescovo Mauro
(Agnell., Liberponti/., Vita Mauri,3, Migne, 106,673).
Era troppo naturale che « questo passo fu equiparato
ad una rivolta contro la supremazia del papa ».
5 Epìstola Ioannis Ravennatis episcopi ad Gregorium
papam, inter opera Gregorii M., Ep. III, 57» co-
lonna 654.
6 Greg. M., Ep. V, 11, col. 733.
7 Vedi Greg. M., Epp. IV, 1, col. 669; V, 53,
col. 785 ; IX, 108, col. 1036; IX, 121, col. 1052 ; IX, 125,
col. 1058.