I QUADRI ITALIANI
DELLA GALLERIA DI STOCCAR D A
A uno di quegli atti di generosità coi quali i re-
gnanti tedeschi, nella prima metà di questo
secolo, vollero dotare le loro capitali di un
patrimonio artistico, la sezione italiana della
galleria di Stoccarda trac la sua origine. Il
re Guglielmo I, il più illustre sovrano del
Wùrtemberg, fu forse spinto a formare
con un unico atto di munificenza una
galleria, dalla felice riuscita della pinaco-
teca di Monaco. Però, mentre il gran
Luigi di Baviera aveva saputo sceverare,
con fine senso critico, quadro da quadro,
ed unire i suoi acquisti con la già bella
raccolta fatta dai suoi antenati per mezzo
di abile politica, il re del Wùrtemberg si era
lasciato sfuggire ottime occasioni, come quella,
ad esempio, dell'offerta della raccolta Boisserrée,
la quale prima di passare a Monaco fu per parecchi
anni esposta a Stoccarda al pubblico. Sicché re Guglielmo I,
messosi in cammino più tardi, pensò bene di comperare altrove
addirittura una galleria intiera. Gli fu offerta la raccolta Barbini-Brcganzi di Venezia, che
contava presso a poco trecento opere, e l'acquistò. E venuto ormai il momento che si
può senza tanti scrupoli guardare in bocca al cavallo donato. Però, mentre altri, che hanno
scritto di questa galleria, si sono compiaciuti di farne rilevare i punti deboli, io vorrei farne
risaltare piuttosto le buone qualità, occupandomi perciò specialmente delle opere di maggior
importanza, e trascurando quelle che appena potrebbero interessare chi si diletta di ricerche
puramente storiche.
D'importanza tutta speciale, come lavoro autentico del capo scuola Giovanni Bellini,
è il n. 16 (tav. I), sebbene, ridipinto com'è, abbia perso in gran parte il suo pregio intrin-
seco. Rappresenta il Cristo morto, sorretto nelle braccia di Maria e circondato dai soliti
personaggi ; mezze figure su fondo nero. Per disgrazia, la parte centrale del gruppo è stata
così sconciamente trasfigurata, che la testa del Cristo è divenuta una vera maschera, e quella
della Madonna ha perso tutto il drammatico della espressione. 11 San Giovanni, a destra,
dalla bella capigliatura inanellata e dallo sguardo penetrante, lascia tuttavia intravedere
l'anima propria di Bellini. Il Nicodemo, a sinistra, ritrae nella sua nobiltà austera il senso
l
DELLA GALLERIA DI STOCCAR D A
A uno di quegli atti di generosità coi quali i re-
gnanti tedeschi, nella prima metà di questo
secolo, vollero dotare le loro capitali di un
patrimonio artistico, la sezione italiana della
galleria di Stoccarda trac la sua origine. Il
re Guglielmo I, il più illustre sovrano del
Wùrtemberg, fu forse spinto a formare
con un unico atto di munificenza una
galleria, dalla felice riuscita della pinaco-
teca di Monaco. Però, mentre il gran
Luigi di Baviera aveva saputo sceverare,
con fine senso critico, quadro da quadro,
ed unire i suoi acquisti con la già bella
raccolta fatta dai suoi antenati per mezzo
di abile politica, il re del Wùrtemberg si era
lasciato sfuggire ottime occasioni, come quella,
ad esempio, dell'offerta della raccolta Boisserrée,
la quale prima di passare a Monaco fu per parecchi
anni esposta a Stoccarda al pubblico. Sicché re Guglielmo I,
messosi in cammino più tardi, pensò bene di comperare altrove
addirittura una galleria intiera. Gli fu offerta la raccolta Barbini-Brcganzi di Venezia, che
contava presso a poco trecento opere, e l'acquistò. E venuto ormai il momento che si
può senza tanti scrupoli guardare in bocca al cavallo donato. Però, mentre altri, che hanno
scritto di questa galleria, si sono compiaciuti di farne rilevare i punti deboli, io vorrei farne
risaltare piuttosto le buone qualità, occupandomi perciò specialmente delle opere di maggior
importanza, e trascurando quelle che appena potrebbero interessare chi si diletta di ricerche
puramente storiche.
D'importanza tutta speciale, come lavoro autentico del capo scuola Giovanni Bellini,
è il n. 16 (tav. I), sebbene, ridipinto com'è, abbia perso in gran parte il suo pregio intrin-
seco. Rappresenta il Cristo morto, sorretto nelle braccia di Maria e circondato dai soliti
personaggi ; mezze figure su fondo nero. Per disgrazia, la parte centrale del gruppo è stata
così sconciamente trasfigurata, che la testa del Cristo è divenuta una vera maschera, e quella
della Madonna ha perso tutto il drammatico della espressione. 11 San Giovanni, a destra,
dalla bella capigliatura inanellata e dallo sguardo penetrante, lascia tuttavia intravedere
l'anima propria di Bellini. Il Nicodemo, a sinistra, ritrae nella sua nobiltà austera il senso
l