ADAMO ED EVA .
SUI COFANETTI D'AVORIO BIZANTINI
in occasione del xii congresso internazionale
degli orientalisti in roma.
redilezione grandissima ebbe l'antica arte orientale per certa
decorazione a rosette, di cui formava spesso delle lunghe
serie, che a mo' di cornici attorniavano i quadri. Gli scavi
ne' vetusti palazzi reali di Ninive e di Perscpolis 1 ci
hanno insegnato che tali incorniciature furono eseguite in
ogni sorta di materiale: non solamente le vediamo nei
rilievi di bronzo, dove la natura stessa della materia invi-
tava all'uso delle rosette, che si fanno tanto facilmente col
punzello, ma anche nei tegoli levigati, che hanno servito a
parare i muri, nelle sculture di pietra, nelle opere di tessi-
tura o di ricamo. A dire il vero, di stoffe con queste decora-
zioni non se ne sono conservate, ma qualche rilievo dissotterrato
riproduce con un'esattezza scrupolosa gli ornamenti dei vestiti, come, ad
esempio, quello che si vede sull'abito di un eunuco del seguito del re Assur-
naziopal.
In Grecia queste incorniciature a rosette non le ritroviamo che ne' tempi più
remoti; ne fece uso qualche volta l'arte micenea per circondare delle lastre piene
di ornamenti.3
Quando, presso a poco due millenni dopo l'erezione del palazzo di Assurna-
ziopal, il doge Pietro Orseolo II fece riedificare il duomo di Torcello, uno degli
artisti scolpì il marmo riprodotto dal Cattaneo,4 che ha nel mezzo due pavoni
beventi ad un pozzo, rappresentazione simbolica usitatissima nell'antica arte cri-
stiana. Anche qui le figure stanno dentro una cornice di rosette. E possibile che
esista una connessione fra il marmo veneziano e le antiche sculture orientali, che
hanno lo stesso sistema di decorazione ? '
Il rilievo di Torcello certamente fu copiato da uno di que' cofanetti di legno
rivestiti di avorio o di osso, che al tempo di Pietro Orseolo erano in voga. Di essi i più antichi e
migliori furono fabbricati a Costantinopoli, molti altri sembrano essere imitazioni di opere
bizantine fatte nell'Occidente. L'esemplare conservato nel Museo eli Pisa,5 del quale qui
1 V. Perrot et Chipiez, Histoire de l'art dans V An- 4 V. Cattaneo, L'Architettura in Italia dal sc-
tìquìté, II, pag. 415; V, pag. 675 e segg. colo VI al mille circa, pag. 284; Rohault de Fleurv,
2 V. Layard, Monuments of Niniveh. London, 1849, La Messe, tav. 229, 243.
tav. 5, 47. 5 Vedi A. Venturi, Le Gallerie Nazio?iali, III,
3 V. Perrot et Chipiez, op. cit., VI, pag. 543,544. pag. 261, tav. 4.
L'Arte. II, 39.
SUI COFANETTI D'AVORIO BIZANTINI
in occasione del xii congresso internazionale
degli orientalisti in roma.
redilezione grandissima ebbe l'antica arte orientale per certa
decorazione a rosette, di cui formava spesso delle lunghe
serie, che a mo' di cornici attorniavano i quadri. Gli scavi
ne' vetusti palazzi reali di Ninive e di Perscpolis 1 ci
hanno insegnato che tali incorniciature furono eseguite in
ogni sorta di materiale: non solamente le vediamo nei
rilievi di bronzo, dove la natura stessa della materia invi-
tava all'uso delle rosette, che si fanno tanto facilmente col
punzello, ma anche nei tegoli levigati, che hanno servito a
parare i muri, nelle sculture di pietra, nelle opere di tessi-
tura o di ricamo. A dire il vero, di stoffe con queste decora-
zioni non se ne sono conservate, ma qualche rilievo dissotterrato
riproduce con un'esattezza scrupolosa gli ornamenti dei vestiti, come, ad
esempio, quello che si vede sull'abito di un eunuco del seguito del re Assur-
naziopal.
In Grecia queste incorniciature a rosette non le ritroviamo che ne' tempi più
remoti; ne fece uso qualche volta l'arte micenea per circondare delle lastre piene
di ornamenti.3
Quando, presso a poco due millenni dopo l'erezione del palazzo di Assurna-
ziopal, il doge Pietro Orseolo II fece riedificare il duomo di Torcello, uno degli
artisti scolpì il marmo riprodotto dal Cattaneo,4 che ha nel mezzo due pavoni
beventi ad un pozzo, rappresentazione simbolica usitatissima nell'antica arte cri-
stiana. Anche qui le figure stanno dentro una cornice di rosette. E possibile che
esista una connessione fra il marmo veneziano e le antiche sculture orientali, che
hanno lo stesso sistema di decorazione ? '
Il rilievo di Torcello certamente fu copiato da uno di que' cofanetti di legno
rivestiti di avorio o di osso, che al tempo di Pietro Orseolo erano in voga. Di essi i più antichi e
migliori furono fabbricati a Costantinopoli, molti altri sembrano essere imitazioni di opere
bizantine fatte nell'Occidente. L'esemplare conservato nel Museo eli Pisa,5 del quale qui
1 V. Perrot et Chipiez, Histoire de l'art dans V An- 4 V. Cattaneo, L'Architettura in Italia dal sc-
tìquìté, II, pag. 415; V, pag. 675 e segg. colo VI al mille circa, pag. 284; Rohault de Fleurv,
2 V. Layard, Monuments of Niniveh. London, 1849, La Messe, tav. 229, 243.
tav. 5, 47. 5 Vedi A. Venturi, Le Gallerie Nazio?iali, III,
3 V. Perrot et Chipiez, op. cit., VI, pag. 543,544. pag. 261, tav. 4.
L'Arte. II, 39.