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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

DOI issue:
Fasc. 8-10
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Supino, Igino Benvenuto: Le porte del Duomo di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0421

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LE PORTE DEL DUOMO DI PISA

l'incendio che funestò il Duomo di Pisa nell'ot-
tobre del 1595 furono distrutte le tre porte della
facciata, la maggiore delle quali eseguita da Bo-
nanno Pisano nel 1180. Se gli storici e i cronisti
non avessero riportati i versi che si leggevano su
quella porta, e se l'altra, che oggi si trova all' in-
gresso del Duomo dalla parte del campanile,
portasse traccie di riadattamento posticcio, si po-
trebbe anche accogliere l'opinione espressa dal
Foester e ripetuta dallo Schmarsow, che quest'ul-
tima porta, ritenuta di Bonanno, sia quella ch'era
sulla facciata; 1 ma mancano i versi e il nome del-
l'artista; le storie seguono il loro svolgimento naturale, e
troppo strana combinazione sarebbe che gli avanzi dell' incendio
avessero potuto esser rimessi insieme in così bell'ordine e senza alcuna traccia di restauro.

Che il fuoco abbia distrutte le tre porte, è detto da tutti gli scrittori; ora, dacché sap-
piamo che il Portigiani, per fare le nuove, ebbe dai Deputati del Duomo 12760 libbre di
bronzo delle vecchie porte bruciate, 2 non è più il caso di dubitare che la porta maggiore
di Bonanno non sia stata distrutta nel terribile incendio.

Ma non delle vecchie porte vogliamo occuparci, bensì di quelle che appunto il Porti-
giani gettò e che alla facciata della Cattedrale pisana tuttora si ammirano.

Gli scrittori che hanno illustrato queste pregevoli opere d'arte, hanno dato principal
merito del lavoro a Giovanni Bologna, come all'artista che in quel tempo, in Toscana, go-
deva maggior reputazione; e con lui vi avrebbero lavorato i suoi migliori scolari. Scrive
il P. Marchese che « volendosi rifare di bronzo non pure la porta maggiore, ma eziandio
le due laterali, si ebbe ricorso allo scultore Gian Bologna, il quale allora teneva il primato

dell'arte in Firenze...... Come l'opera era grandissima, ed egli (G. Bologna) assai inoltrato

negli anni, congiunse a sè in quel lavoro molti de' suoi discepoli, fra' quali si noverano
Pietro Francavilla, Antonio Susini, Pietro Tacca, Orazio Mochi, Giovanni dall'Opera, ecc.
Tutti questi dovevano modellare in cera le storie disegnate da Gian Bologna : ma all'opera
difficilissima del getto in bronzo non si ebbe artefice più atto del Padre Domenico Porti-

1 Schmarsow, kS". Martin voti Lucca, pag. 212. dai documenti pisani, Pisa, 1897, pag. 171.

2 L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti tratte
 
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