Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

DOI issue:
Fasc. 8-10
DOI article:
Supino, Igino Benvenuto: Le porte del Duomo di Pisa
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0422

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
374

/. B. SUPINO

giani ».' Così, con poca differenza, gli storici pisani: il Martini (Theatrum Basilicae Pisanaé),
il Da Morrona (Pisa illustrata) e il Grassi (Descrizione storico-artistica di Pisa). Così anche,
nel più recente studio intorno a Giovanni Bologna, il Desjardins:

« La tache de remplacer les portes vénérées de l'église fut confiée au plus grand
sculpteur contemporain, à Jean Bologne. Le maitre se mit à l'oeuvre, fit les dessins, la plu-
part des modèles, dirigea l'exécution de cet immense travail, assiste de ses trois meilleurs
élèves, Franqueville, Tacca et Susini, de son habile maitre fondeur, Fra Domenico Portigiani,
enfm d'Angelo Serrano, d'Orazio Mocchi, de Giovanni Bandini, dit de l'Opera, et de Gre-
gorio Pagani. En 1603, les portes étaient en place et livrées aux regards du public. Depuis
le jour de l'inauguration elles n'ont cessé d'exciter l'admiration des visiteurs. Le morite de
l'ensemble, l'ordonnance de la composition, la variété des détails, le choix des épisodes,
les remarquables effets de perspective, la perfection de l'exécution, tout concourt à signaler
cette oeuvre de premier ordre à l'attention des connaisseurs ». 2

Così, infine, anche il Muntz, nel suo terzo volume sul Rinascimento in Italia. 3

Ma ben diversamente stanno le cose. Giovanni Bologna non ebbe merito alcuno nei
disegni delle tre porte; e, nonostante si ricercasse di consiglio e d'aiuto, o si desiderasse
che almeno qualche modello fosse di sua mano, egli, perchè occupato in altri lavori, e mal
fermo in salute, promise o fece promettere, ma non mantenne.

Pei documenti pubblicati dal cav. Tanfani4 siamo in grado di completare le notizie da
noi raccolte, e di affermare intanto che i disegni furono fatti eseguire dai Deputati al re-
stauro del Duomo pisano a Raffaello Pagni, architetto del Granduca; e avuto da Gerolamo
Seriacopi, provveditore delle fortezze di Firenze, il suggerimento che a gettarle si valessero
del Portigiani, i deputati stessi invitarono il frate a recarsi a Pisa per trattare dell'esecuzione
di questo lavoro. 5

I disegni dell'architetto Pagni si vedono ancora fra quelli della Galleria degli Uffizi,
e vengono erroneamente assegnati a Gian Bologna; 6 ma la maniera di disegnare dura e
geometrica coni' è, con intento, più che altro, di fissare la sagoma generale della porta è più
propria di un architetto che di uno scultore. Tre sono i progetti: il primo, quello prescelto
per la porta principale, ha lo spartito in otto quadri, per otto storie; il secondo, che servì
per le porte laterali, in sei; il terzo, in quattro. E quando Domenico Portigiani fu a Pisa
e gli si mostrò il disegno del Pagni, secondo il quale ciascuna delle imposte doveva avere
otto quadri con figure di bassorilievo, il Portigiani stesso dichiarò che a farle secondo quei
disegni non voleva meno di 1900 scudi, e a farle senza storie non meno di 1300. Di
ciò — scrive il Tanfani — i deputati informarono l'arcivescovo Carlo Antonio dal Pozzo, di-
cendo gli avrebbero mandato i modelli delle porte che il Pagni faceva eseguire in cera, e
che, se al Granduca piacesse che facessero il partito col frate, questi avrebbe potuto co-
minciare il lavoro ed essi fermare le convenzioni con lui, acciò, soggiungevano, « abbiamo
il lavoro bello e netto e li disegni delle figure da nomini periti e valenti, come esso padre ne
offerisce e promette che seguirà, dicendoci fino voler ricercare Giovanni Bologna e fargnene
qualcheduno ». 7

* ^

A tutti sarebbe invero sembrato una fortuna poter avere almeno qualche storia di mano
di così reputato scultore ; e il Portigiani promette e spera di soddisfare i desideri dei De-

1 Memorie dei più insigni pittori, scultori e archi-
tetti Domenicani. Bologna, Romagnoli, 1879. Voi. II,
pag. 387 e 388.

2 La Vie et l' Oeuvre de Jean Boulogne, par Abel
Desjardins, d'après les manuscrits inédits recuellis
parM. Fouques de Vagnonville. Paris, Quantin, 1883,
pag. 101-102.

3 La fin de la Renaissance, pag. 427 e segg.

4 Notizie di artisti tratte dai documenti pisani.
Pisa, 1897.

5 Ibid.j pag. 156.

6 Sono esposti sotto i numeri 114, 115 e 116 nella
cornice 533.

7 Tanfani, loc. cit., pag. 156.
 
Annotationen