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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 1-3
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0050

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IO

GIUSEPPE WILPERT

San Germano viene confermata dai testi che ora addurremo. 'DeW orarium scrive Sant'Isidoro
che era proibito ai monaci : « Porro Unteo non oportet monachum in dui ; orarium, birros,
planetas non est fas uti, neque indumento,..., quae generaliter caetera monasteria abu-
htntitr (— non utuntur) ». 1 Trattandosi di monaci, va da sè che Vorarium non può signifi-
care il pallio sacro, poiché in questa ipotesi la proibizione sarebbe del tutto superflua; esso
è identico alla stola, già in quei tempi, quasi dappertutto, distintivo liturgico dei vescovi,
preti e diaconi. 2 Questo significato dobbiamo, per la stessa ragione, attribuire 3ÌY orarium
di cui si parla nella Vita di San Fulgenzio, di sopra menzionata: « Orario quidem, sicttt

Fig. 9*. — SACRIFIZIO.
Bassorilievo dell'ara del tempio di Vespasiano a Pompei, Fra il 63 e il 79.

omnes episcopi, nunquam tttebatur», riferisce di lui il biografo. 3 Da semplice monaco ele-
vato alla dignità di vescovo, il Santo s'astenne, per umiltà, dagli abiti preziosi, e perciò con-
trari alla povertà monastica. 4 Quindi continuò a portare quel modesto pattium nigellum, di

1 Isid., Regala monachorum, 12, 2, Migne, 83, 882.
Vedi anche il canone XX del Concilio d'Orléans del-
l'anno 511 (Mansi, Vili, 355): « Monacho itti orario
in monasterio... non liceat».

2 Sull''orarìum-stola, vedi il V studio.

3 Vita S. Fulgentii, 17, 37, Migne, 65, 136.

4 A proposito dell''orarium di San Fulgenzio ci piace
di rammentare un passo della lettera LII di San Giro-
lamo (Migne, 22, 535), diretta ad un giovane prete

di nome Nepoziano. In questa lettera il Santo pre-
scrive le norme per la vita spirituale di Nepoziano.
Parlando degli abiti, scrive: « Non absque amictu lineo
incedere, sed pretium vestium linearum non habere,
laudabile est. Alioquin ridiculutn et plenum deiecoris
est, referto marsupio, quod sìtdarium orariumque non
habeas, gloriavi ». V orarium era dunque una cosa
preziosa; Nepoziano doveva astenersene per amore di
povertà, e non per ragione di avarizia.
 
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