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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 1-3
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0054

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i4

GIUSEPPE WILPERT

pecora davanti ; essi vestono la tunica talare
ed il pallio. Le pecore rappresentano il gregge
di Cristo, il grex dominicus; la pecora che
sta davanti San Pietro è appunto quella ca-
rezzata dal Signore. Pare indubitato che l'ar-
tista abbia voluto accennare alla scena nella
quale il principe degli apostoli fu istituito il
pastore dell'universo gregge di Cristo: « Pasce
oves meas! ». L'esecuzione di questo mandato
è raffigurata nelle due scene quasi identiche
agli angoli : a sinistra si vede un pastore ugual-
mente vestito ed in atteggiamento simile a
quello del Pastor Buono; egli custodisce tre
pecore, disposte l'una sopra l'altra. Il gregge
a destra consiste soltanto in due pecore che
fissano lo sguardo sul pastore e sembrano
attente a quello che egli dice; questo fa invero
colla destra il gesto di parlare. Rocce ed alcuni
alberi indicano « i monti e le pianure ». Il
soggetto di questo bassorilievo fa supporre
che nel sarcofago sia stato sepolto un vescovo
o piuttosto un papa.

La significazione simbolica del pallio sacro,
esposta da Sant' Isidoro,1 non introdusse niente
di nuovo nel simbolismo già esistente. Nuova
era soltanto l'applicazione del simbolismo al
pallio, il quale fino allora era l'abito per ec-
cellenza, l'abito d'onore e di dignità. E molto
Fig. i2a. — DETTAGLIO D' UN SACRIFIZIO. probabile che essa sia stata suggerita sopra
Bassorilievo dell'arco di Traiano a Benevento. tutto dalla maniera d'indossare il fiallium

cotabidatum, l'wp.o(pópiov, di cui una gran parte
posava sulle spalle, la penula ampia non permettendo più di passarlo come prima sotto il
braccio destro. Ad ogni modo l'applicazione fu quanto ingegnosa altrettanto felice, e può essere
ravvicinata a quella dell'acrostico al simbolo dell' 1X01*2.

Secondo il Pelusiota, l'à[/.oq)ópiov del vescovo designa, per due ragioni, «la pelle della
pecorella smarrita e riportata dal Signore all'ovile » ; prima per essere indossato sugli omeri,
e poi perchè di lana. « Il vescovo, prosegue Sant' Isidoro, rappresenta il Cristo, e mostra
appunto per mezzo dell'w^odooiov a tutti di essere l'imitatore del buono e grande pastore ».
Ed è perciò che quando nella messa si deve leggere « l'adorando Vangelo, il vescovo s'alza
e depone l'abito dell'imitazione, giacché in quel momento parla lo stesso principe dei pastori,
Iddio e Signore». L'espressione che il Santo usa per il pallio: r, rou -pofiy-ou Sopa, è ado-
perata, con una piccola variante, dal Concilio calcedonese (a. 451)2 e dal Concilio costan-
tinopolitano III (a. 680): 3 r, -oiaayTixò Sopà; in questo fu deposto Macario, vescovo di An-
tiochia, in quello Dioscoro, vescovo di Alessandria, chiamato htfo, a'jz.o?; dai padri del Con-
cilio, per le sue dottrine sovversive. L'interpretazione intiera fu ripetuta quasi letteralmente
da San Germano di Costantinopoli (f 733) nella sua Mucrrix.)] ©swpia.4

1 Vedi sopra pag. 114. 4 Migne, Patr.gr., 98, 396: Tò Si ùuscpdpiov, 5 7vspi-

2 Ep. ad Leonevi I, c. 3, Mansi, VI, 152. p3[3>.r,Tai ó ì-niay.o-n:o;1 3t,7.qì t^n toù irpoftóTo'u Sopàv, owep

3 Ep. ad Agathonempapam, Mansi, XI, 683 e segg. TrXavwy.sviM zìpù-i 6 Kupts;, ini tot wy.wv aù-roS àvs'XaPev,
l^coll. 566). xaì aù^ iole u.r, 7t£7rXavvi[y.£\ot^ TiptSavici'j.
 
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