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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 1-3
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0055

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UN CAPITOLO DI STORIA DEL VESTIARIO

15

Come portatore del' w^o-
©óotov, Sant' Isidoro nomina il
vescovo in genere, senza ve-
runa restrizione; l'uso di que-
sta insegna ebbe difatti una
diffusione grandissima nell' O-
riente. Nella Chiesa occidentale
il pallio sacro apparteneva,
come fu provato, esclusiva-
mente al papa ; poiché solo
egli era il successore di quel-
l'apostolo a cui furono dirette
le parole memorabili : « Pasce
oves nieasf». Ben presto, come
vedemmo, i papi conferirono
il pallio, come la più alta ono-
rificenza ecclesiastica, sia per
le virtù personali, sia per la
grande importanza della sede
del ricevitore, a dei vescovi
occidentali, ed anzitutto ai vi-
cari apostolici. Non occorre
dire che per mezzo di questa
onorificenza le singole Chiese
furono più strettamente legate
colla Chiesa-madre romana: il
pallio servì « ad ostendendam
ìin animilalem guamcum beato
Petro universus grex domini-
carum ovium, quae ei com-
missae stcnt, habent.1 Verso
la metà del secolo vili, la con-
segna del pallio venne defini-
tivamente regolata e riservata „. n,,„ ^AATTT T T
6 Fig. i3a. — DUE CAMILLI.

agli arcivescovi. 2 Ouesti eb- ' ... . ,,, ,. ''. . _ , _ • •.

, ~ Bassorilievo dell arco di Settimio Severo al Foro Boario,

bero d ora innanzi 1 obbligo di

domandarlo al papa, quale uso, accennato già da San Gregorio Magno,3 si è conservato fino
ad oggi. Così il pallio diventò il distintivo fra l'arcivescovo ed i suffraganei: « Pallilim
nihil est alind, ut discretio Inter archiepiscopum et eius suffrageneos », dice uno scrittore
del secolo x.4

Il simbolismo rimase lo stesso. Ecco come si esprime, a questo proposito, San Gre-
gorio M. nella lettera colla quale conferisce il pallio a Giovanni, vescovo di Prima Justi-
niana Illyrici: «... Estote in custodia commissi gregis vigilantes atque solliciti, et disciplinae
zelo districti, ut lupus insidians, nec ovile turbare dominictun, nec nocere ovibns ahqua
fraudis occasione praevaleat. Animarum lucrum Deo nostro tota mentis intentione facerc

1 Liber diurnus, ed. de Rozière, 85 e seg., ed. Si-
ckel, 38.

2 Vedi Hefele, Beitrdge zur. Kirchengeschichte
Archàologie und Liturgik, II, 217; Braun, Die pon-
tificateli Gewànder des Abendlandes, 157 e segg.

3 Ep. IX, 11, Migne, 77, 952 : « ...prisca consnctudo
obtinuit ut honor pallii ?iisi exigentìbus causaruni me-
ritis et fortiter postulanti darì non debeat».

4 Ps.-Alcuin., De divìnis off., 38, Migne, ioi,
1243-
 
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