GIULIO FERRARI
cognome, ed è quasi del tutto abbandonato quello di Spani. I documenti poi proverebbero
che la tradizione non va lontano dal vero nel ripetere che Giroldo e la Girolda, cioè Giroldo
Fiordibelli e la moglie Antonia Boiardi siano in quell'alto posto d'onore effigiati. Infatti, le
cospicue elargizioni (fatte per testamento da Giroldo (1450) e confermate dalla moglie ancor
viva nel 1465), per le quali, nel febbraio del 1466, vescovo e canonici della cattedrale costi-
tuiscono procuratori onde stare in lite coi Boiardi e coi Zoboli, impugnanti l'eredità dei
coniugi Fiordibelli a favore del Duomo, 1 fanno ragionevolmente supporre che la tradizione
non erri e quell'immagine coi due oranti sia un segno visibile della gratitudine del vescovo
e dei canonici, o anche una disposizione testamentaria degli stessi donatori. Il Tiraboschi,
facendosi eco della tradizione popolare, e senza addurre alcuna prova, attribuisce questa
scultura a B. Spani, attribuzione, parmi, ragionevole. I caratteri non parlano chiaramente
e non la dicono compiuta attorno al primo decennio, del 1500? Il modellare largo delle carni,
il piegare un po' rozzo, non può essere accostato alla plastica dei reliquiari del Duomo e dei
monumenti funerari descritti? E per ispiegare il non breve tratto di tempo che corre dalla
Fig. XV e XVI. — Reggio Emilia. Capitelli di casa Ruini
morte di Antonio Boiardi al fiorire del nostro artista, è da notare che l'eredità dei coniugi
Fiordibelli fu contestata al Duomo, che probabilmente non la potè godere se non dopo pa-
recchio tempo, e si aggiunga che dallo scorcio del XV secolo fino a tutto il 1500 comincia,
per quel disgraziatissimo monumento che è il Duomo di Reggio, una serie di rifacimenti
e ristauri, compiuti or qua, or là, nelle sue diverse parti, a spizzico, con uno strano proce-
dere che attesta o una grande insufficienza di mezzi finanziari o altre disgraziate condizioni,
per le quali appariscono ben sei tentativi di rifacimento. La stessa immagine in discorso è
messa assieme con incredibile miseria di tecnica che le dà un certo carattere arcaico.
Lo splendido gruppo, infatti, è composto assai giudiziosamente, ma faticosamente, di di-
versi pezzi, alcuni dei quali senza continuità. Stando nella piazza sottostante, non si può avver-
tire che manca nella Madonna, ad esempio, tutta la parte che dalle ginocchia va al torso. Il
colossale lavoro è non poco deteriorato. Quasi completamente sono scomparse le dorature
che pare tutto lo ricoprissero : la Madonna ha sfregiato il viso da un colpo che sembra pro-
dotto da grosso proiettile di fucile: mancanti di alcuni pezzi sono pure i ritratti laterali. Una
fotografia che tengo, assai bella, della facciata del Duomo, fatta dal Brogi di Firenze, anterior-
1 Archivio capitolare del Duomo di Reggio.
t
cognome, ed è quasi del tutto abbandonato quello di Spani. I documenti poi proverebbero
che la tradizione non va lontano dal vero nel ripetere che Giroldo e la Girolda, cioè Giroldo
Fiordibelli e la moglie Antonia Boiardi siano in quell'alto posto d'onore effigiati. Infatti, le
cospicue elargizioni (fatte per testamento da Giroldo (1450) e confermate dalla moglie ancor
viva nel 1465), per le quali, nel febbraio del 1466, vescovo e canonici della cattedrale costi-
tuiscono procuratori onde stare in lite coi Boiardi e coi Zoboli, impugnanti l'eredità dei
coniugi Fiordibelli a favore del Duomo, 1 fanno ragionevolmente supporre che la tradizione
non erri e quell'immagine coi due oranti sia un segno visibile della gratitudine del vescovo
e dei canonici, o anche una disposizione testamentaria degli stessi donatori. Il Tiraboschi,
facendosi eco della tradizione popolare, e senza addurre alcuna prova, attribuisce questa
scultura a B. Spani, attribuzione, parmi, ragionevole. I caratteri non parlano chiaramente
e non la dicono compiuta attorno al primo decennio, del 1500? Il modellare largo delle carni,
il piegare un po' rozzo, non può essere accostato alla plastica dei reliquiari del Duomo e dei
monumenti funerari descritti? E per ispiegare il non breve tratto di tempo che corre dalla
Fig. XV e XVI. — Reggio Emilia. Capitelli di casa Ruini
morte di Antonio Boiardi al fiorire del nostro artista, è da notare che l'eredità dei coniugi
Fiordibelli fu contestata al Duomo, che probabilmente non la potè godere se non dopo pa-
recchio tempo, e si aggiunga che dallo scorcio del XV secolo fino a tutto il 1500 comincia,
per quel disgraziatissimo monumento che è il Duomo di Reggio, una serie di rifacimenti
e ristauri, compiuti or qua, or là, nelle sue diverse parti, a spizzico, con uno strano proce-
dere che attesta o una grande insufficienza di mezzi finanziari o altre disgraziate condizioni,
per le quali appariscono ben sei tentativi di rifacimento. La stessa immagine in discorso è
messa assieme con incredibile miseria di tecnica che le dà un certo carattere arcaico.
Lo splendido gruppo, infatti, è composto assai giudiziosamente, ma faticosamente, di di-
versi pezzi, alcuni dei quali senza continuità. Stando nella piazza sottostante, non si può avver-
tire che manca nella Madonna, ad esempio, tutta la parte che dalle ginocchia va al torso. Il
colossale lavoro è non poco deteriorato. Quasi completamente sono scomparse le dorature
che pare tutto lo ricoprissero : la Madonna ha sfregiato il viso da un colpo che sembra pro-
dotto da grosso proiettile di fucile: mancanti di alcuni pezzi sono pure i ritratti laterali. Una
fotografia che tengo, assai bella, della facciata del Duomo, fatta dal Brogi di Firenze, anterior-
1 Archivio capitolare del Duomo di Reggio.
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