IL SEPOLCRO DI SANTA AI ARI A DELIA VITA IN BOIOGNA
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tallo, 1 nella « Convenzione per l'Arca » 2 è designato come uno che si « eserciti » nello
scolpire imagini, fig'ure e storie col marmo, e gli si concede il lavoro, « perchè egli stesso
asserì d'esservi sufficientemente idoneo e perito » ; ed anche traluce una curiosa diffidenza
verso di lui dal fatto che il Governatore vuole ch'egli dia in deposito ai frati il bozzetto
del suo futuro lavoro, e d'ogni figura vuol prima vedere il modello in creta. 3 Forse fu pre-
videnza contro il carattere strano dell'artista (e nello stesso tempo è un'altra prova che
Nicolò non aveva in Bologna nè famiglia nò casa) la disposizione successiva ch'egli debba
lavorare per il sepolcro di San Domenico in una camera dentro il convento. 4 Nel '73 il
coperchio dell'Arca dovette esser finito, non però le figure, le quali ei non riuscì a terminare
Tav. 6. — Particolare del gruppo di Nicolò dall'Arca. Santa Maria della Vita in Bologna
in tutta la vita. 5 Del '78 è la Madonna di piazza. In quel torno sposò una Margherita dei
Boateri, dalla quale ebbe due figli : Cesare, nato nel '481, tenuto a battesimo da Alessandro
1 « ... sculptoris et magistri Intaglii in omnibus et
quibuscumque rebus videlicet tam in lapidibus mar-
moreis quam in lignaminibus et in metalibus... ».
2 Già citata: «...in arte sculpture marmorearum
immaginum figurarum et historiarum se exercens...
prout ipsemet asserit suffitiens idoneus et peritus...».
3 «... modulum elicti clipei et ornamenti quod pre-
fatus magister Nicolaus fecit et ostendit et de ipsius
R. D. Gubernatoris voluntate dimisit et est in depo-
sitimi penes priorem conventus... promisit prefatus
Magister Nicolaus prius facere et dictis officialibus
ostendere modellimi terreum omnium figurarum per-
sonarum que fieri et poni debent in dicto laborerio».
4 Berthier, Le tombean de Saint Domùiique, pa-
gina 15S. Il Berthier (pag. 36) mostra di credere che
Nicolò rimanesse fino alla morte in San Domenico,
e si meraviglia che non vi fosse sepolto. Invece, se-
condo i patti, ei non vi restò che fino al compimento
del coperchio (1473); e in un atto del '75 (acquisto di
una casa, di cui in seguito) si trova che abita sotto
la cappella di San Procolo.
s Scrive infatti il Giurar dacci {Hisiorie di Bolo-
gna, ad a. 1494): « Morì in quest'anno Nicolò Dal-
mata o Schiavone, che faceva il coperchio all'Arca di
S. Domenico... ». È noto poi dal Vasari e dal Con-
divi l'aneddoto riguardante Michelangelo, che ebbe
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tallo, 1 nella « Convenzione per l'Arca » 2 è designato come uno che si « eserciti » nello
scolpire imagini, fig'ure e storie col marmo, e gli si concede il lavoro, « perchè egli stesso
asserì d'esservi sufficientemente idoneo e perito » ; ed anche traluce una curiosa diffidenza
verso di lui dal fatto che il Governatore vuole ch'egli dia in deposito ai frati il bozzetto
del suo futuro lavoro, e d'ogni figura vuol prima vedere il modello in creta. 3 Forse fu pre-
videnza contro il carattere strano dell'artista (e nello stesso tempo è un'altra prova che
Nicolò non aveva in Bologna nè famiglia nò casa) la disposizione successiva ch'egli debba
lavorare per il sepolcro di San Domenico in una camera dentro il convento. 4 Nel '73 il
coperchio dell'Arca dovette esser finito, non però le figure, le quali ei non riuscì a terminare
Tav. 6. — Particolare del gruppo di Nicolò dall'Arca. Santa Maria della Vita in Bologna
in tutta la vita. 5 Del '78 è la Madonna di piazza. In quel torno sposò una Margherita dei
Boateri, dalla quale ebbe due figli : Cesare, nato nel '481, tenuto a battesimo da Alessandro
1 « ... sculptoris et magistri Intaglii in omnibus et
quibuscumque rebus videlicet tam in lapidibus mar-
moreis quam in lignaminibus et in metalibus... ».
2 Già citata: «...in arte sculpture marmorearum
immaginum figurarum et historiarum se exercens...
prout ipsemet asserit suffitiens idoneus et peritus...».
3 «... modulum elicti clipei et ornamenti quod pre-
fatus magister Nicolaus fecit et ostendit et de ipsius
R. D. Gubernatoris voluntate dimisit et est in depo-
sitimi penes priorem conventus... promisit prefatus
Magister Nicolaus prius facere et dictis officialibus
ostendere modellimi terreum omnium figurarum per-
sonarum que fieri et poni debent in dicto laborerio».
4 Berthier, Le tombean de Saint Domùiique, pa-
gina 15S. Il Berthier (pag. 36) mostra di credere che
Nicolò rimanesse fino alla morte in San Domenico,
e si meraviglia che non vi fosse sepolto. Invece, se-
condo i patti, ei non vi restò che fino al compimento
del coperchio (1473); e in un atto del '75 (acquisto di
una casa, di cui in seguito) si trova che abita sotto
la cappella di San Procolo.
s Scrive infatti il Giurar dacci {Hisiorie di Bolo-
gna, ad a. 1494): « Morì in quest'anno Nicolò Dal-
mata o Schiavone, che faceva il coperchio all'Arca di
S. Domenico... ». È noto poi dal Vasari e dal Con-
divi l'aneddoto riguardante Michelangelo, che ebbe