Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

DOI Heft:
Fasc. 4-7
DOI Artikel:
Aldrovandi Marescotti, Luigi: Il sepolcro di Santa Maria della Vita in Bologna e Nicolò dall'Arca
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0225

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
IL SEPOLCRO DI SANTA MARIA DELLA VLTA IN BOLOGNA

183

in arte sculpturae? » E possibile questo? Io credo poter
affermare con sicurezza che quel monumento, ricor-
dante lontanamente il vigore e la maniera di Jacopo
della Quercia, non è di Nicolò.

II. 1463. Il gruppo di Santa Maria della Vita
(tav. 2, 3, 4, 5 e 6).

III. Il coperchio e quasi tutte 1 le figure superiori
dell'Arca di San Domenico (tav. 7). Ecco il capolavoro
di Nicolò, ecco una meraviglia. Dall'angelo reggente
il candelabro 2 « così soave che il solo Leonardo avrebbe
potuto dipingergli un fratello » al San Francesco, uno
dei più belli che sia nell'arte; dalle marziali e sante
figure di Floriano e Agricola ravvolte ne' bei costumi
del tempo, a quelle degli Evangelisti scriventi o nel-
l'estasi del rapimento o nella persuasa tranquillità della
Fede, magnifici ne' lor costumi orientali, ogni partico-
lare è accarezzato e compiuto con un amore infinito.
Par che le figure sieno balzate di getto dal marmo
per magica virtù. E come son belle e nobili le mani,
e le gran chiome fluenti, e le ghirlande di frutti, e i
rosoni, e i delfini, e i due mirabili putti, grassocci e
molli, con la testina un po'sproporzionata, e quell'in-
nocente fare tra di capriccio e di gloria, caro a Nicolò!
Una Pietà campeggia in mezzo alla grand' opera : un
Cristo, dal capo leggermente reclino, incoronato di
spine, dalla chioma abbondante, dalla barba rada, dagli
occhi chiusi, dalle labbra semiaperte, da cui fuggì come
un aroma il soffio vitale, ricordante qui, fra tante statue
immobili e serene, il suo fratel della Vita, attorniato
laggiù da così straziante agitazione ! Quale meraviglia
dovette malessere l'antica cappella di S. Domenico prima
che Nicolosio Poeti pensasse al restauro ! Quando l'opera
di Nicolò da Puglia, candida di marmi, luminosa di ori,3
fioriva sotto le perfette vòlte ogivali, tra i mirabili intarsi Tav' IO'

di Damiano da Bergamo, sotto la luce fluente dalle inve- Figura della parte superiore dell Arca

0 San Domenico in Bologna

triate di Stefano d'Ungheria e di Giacomo da Ulma !

IV. L'aquila, in fronte alla porta maggiore di San Giovanni in Monte, ad ali spiegate,
stringente negli artigli il Vangelo. Di vigorosa modellatura. Porta la scritta « Nicolaus F. ».

1 Intorno a quelle che non sono di Nicolò con-
fronta i vari documenti e le varie ragioni riassunte dal
Berthier nell'opera più volte citata.

2 Di quest'angelo par si avesse il modello prepa-
rato da Nicolò per poi scolpirlo in marmo — o non
era che una riproduzione posteriore? — nel museo
Bianconi in Bologna. Cfr. P. Tommaso Bonora, L'arca
di San Domenico e Michelangelo, Bologna, 1875, pa-
gine 23, 24; e Catalogo delle pitture e sculture pos-
sedute dalla famiglia -Bianconi in Bologna, 1854,
pag. 18.

3 Ho eletto luminosa di ori poiché molte dorature
scomparvero ne' vari restauri che si succedettero nei

secoli. Così scrive, rammaricandosi, Marcello Oretti
(Biblioteca comunale di Bologna, ms. Herc. 109:
« L'arca di San Domenico fu pulita tutta da Ales-
sandro Barbieri scultore reggiano e dallo scalpellino
Alessandro Salvollini da Meldola e siccome vi cadde
una scala rovesciò per terra la piramide, si ruppe in
vari luoghi, e Alessandro Barbieri la rattoppò e vi
aggiunse delle teste in terracotta e nel pulimento
si perderono varie dorature, che rendevano il lavoro
più nobile e magnifico; e ciò seguì nell'anno 1768».
Ecco un nuovo danno patito dall'Arca, noto ora per
la prima volta, e che fa il paio con quello or non ha
molto scoperto e pubblicato dal P. Bonora (op, cit.),
 
Annotationen