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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 4-7
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Lovarini, Emilio: Le ville edificate da Alvise Cornaro
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0244

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LE VILLE EDIFICATE DA ALVISE COR NARO

20i

sotto il palazzo un porticato di sette
volti e nel giardino una grande
scala, con molti vasi di piante sopra
piedistalli per ciascun lato, e accanto
due pergole; dall'altra parte l'inven-
tario nomina un portico sotto e da-
vanti il palazzo, una scala fuori da
esso, numerosi vasi e cassette con
piante di cedri, di aranci e fichi
d'India, « pedestali cinquanta de ma-
segna de naranzari », e anche per-
gole sostenute da colonne di pietra
di Nanto e da archi di ferro.

Questi raffronti sono più che
sufficienti a fissare l'identità fra le
due ville. Ma, terminando, non tra-
lascierò di aggiungere un'altra no-
tizia, offerta dall'inventario. V è in
esso numerata una collezione non
indifferente di quadri distribuiti per
le stanze del palazzo, tra i quali,
oltre « un'arma Cornara dipinta in
tella » e una pittura che ritrae le
note sembianze della regina di Ci-
pro, havvi « un quadro dipinto con
Ruzante », il protetto, l'amico affe-
zionato di Alvise Cornaro, che so-
leva venire con lui su questa amena

collina e, dopo le cacce, recitare sul

, -, , • r . ,, , Arco della villa Benvenuti a Este

teatro dami fabbricato nella sua casa.

Del teatro oggi non trovasi vestigio alcuno e il palazzo non è proprio più quello di

1 Maurice Sand {Masques et bouffous, Paris, 1S60,
II, tra le pagg. 76 e 77) pubblicò del Ruzzante un
ritratto colorato in figura, descrivendone così il co-
stume : « Ruzzante (1525). Pourpoint violet à parements
orange. Manches de dessous bleu clair. Pantalon [calze],
dont une jambe mi-partie gris perle et bleue, et l'au-
tre jambe gris foncé. Chaussures noires. Bonnet vio-
let » (370). Ma egli non ci dice la sua fonte, uè la
ragione della data ; e non basta che la Sand affermi
nella prefazione: « Ses dessins sont le résultat de mi-
nutieuses recherches, et devront, à ce titre, intéresser
les amateurs du théàtre et le public» (I, pag. vai).
Forse il Sand s'è inspirato, nel disegnare, all'incisione
del Tomasini, molto somigliante nel viso e con la
stessa foggia di berretto, ma col solo busto. Anche
questi {Illusiriwnt virorum elogia, iconibus exornata,
Patavii, 1630, 31) garantisce, ma con particolare ri-
guardo, l'autenticità dell'effige che stampa, la quale
fu di recente riprodotta da La Vita Italiana (I, 10 gen-
naio 1S95, 389), e dice: « Civis patavinus, quem sub
Ruzantis nomine toto orbi conspicuum admirantur

omnes, hic a nobis producendus est, non ut eius vi-
tam a multis celebratam denuo condamus, sed ut ve-
ram eius imaginem posteris antiquitatum studiosis una
cum eius memoria effictam demus oblectationis ergo
verborum penicillo delineatam ». Ma a questi si può
credere, perchè è certo che al suo tempo esistevano
due ritratti autentici del Ruzzante, de' quali almeno
uno egli deve aver visto. Uno era nel quadro d'un
soffitto, in casa Cornaro a Padova, che lo rappresen-
tava in costume di cacciatore ; esso fu notato dal Ri-
dolfi [Le meraviglie dell' arte, ovvero le vite degli il-
lustri pittori veneti e dello Stato, Padova, 1835, 118),
che scriveva la dedica del suo libro il 25 giugno 1646.
L'altro era la tela sopra citata, visibile il 1650 in una
delle sale maggiori della villa Cornaro a Este. Che
avvenne poi di questi ritratti? Il primo andò proba-
bilmente distrutto col soffitto del secondo piano della
loggia o dell'odeo; l'altro avrà forse passati i monti.
Certo farebbe opera bella chi lo scoprisse e ridesse
a' suoi ammiratori la fedele effige del grande comme-
diografo popolare.
 
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