LE VILLE EDLFICATE DA ALVISE COR NARO
203
La proporzione tra la larghezza e l'altezza nell'apertura dell'arco d'Este è meno d'una metà;
il Falconetto invece superò sempre con la larghezza il mezzo dell'altezza. Ma qui bisogna
sapere che il Jappelli, dovendo abbassare il piano del cortile d'ingresso, abbassò anche il
suolo sotto l'arco e rifece le estremità inferiori de' pilastri alzandole alquanto, secondo che
Particolare dell'arco della villa Benvenuti
è memoria nel paese e vedesi nella differenza della pietra nuovamente usata. A lui si deve
adunque l'alterazione; e non s'infirma perciò la congettura che l'arco sia stato eretto dal
Cornare, forse con l'aiuto del Falconetto. Ma se tuttavia quel ch'io ho detto potrà ad altri
sembrar un tentativo vano, vano non parrà almeno che io abbia richiamato l'attenzione dei
dotti su una bella opera dell'ultimo periodo del rinascimento veneto, la quale nessuno aveva
segnalata.
Emilio Lovarini.
APPENDICE.
Andrea Da Valle e il palazzo di Luvigliano.
Andrea Da Valle Lapiscida, di Pietro — e non Della o Dalla Valle, come scrivesi
comunemente —, il quale ebbe l'invidiato onore d'esser posto in ritratto accanto al Palladio,
al Sansovino e allo Scamozzi nella Rotonda de'marchesi Capra di Vicenza,1 fu nel 1533
uno tra gli scultori e gli scalpellini, che lavorarono sotto la direzione del Falconetto per la
1 Fr. Se. Dondi Orologio, Due lettere sopra la
fabbrica della cattedrale di Padova, Padova, 1794,
27-8. Nella Descrizione delle architetture, pitture e
sculture di Vicenza, 1779, II, 54, è scritto esser questo
ritratto « opera di eccellente mano contemporanea ».
Forse era di G. B. Maganza, che avea fatte delle pit-
ture in quel luogo (A. Magrini, Memorie intorno la
vita e le opere di Andrea .Palladio, Padova, 1845). Per
cercarvelo e farlo fotografare, onde comparisse in que-
sto articolo, vi si recò tempo fa il bibliotecario della
Bertoliana di Vicenza, monsignor Domenico Bortolan,
ma non ve lo trovò, nè i nuovi possessori del palazzo ne
san nulla. Mi è grato intanto rendere qui al dotto uomo
i miei più vivi ringraziamenti per la sua rara cortesia.
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La proporzione tra la larghezza e l'altezza nell'apertura dell'arco d'Este è meno d'una metà;
il Falconetto invece superò sempre con la larghezza il mezzo dell'altezza. Ma qui bisogna
sapere che il Jappelli, dovendo abbassare il piano del cortile d'ingresso, abbassò anche il
suolo sotto l'arco e rifece le estremità inferiori de' pilastri alzandole alquanto, secondo che
Particolare dell'arco della villa Benvenuti
è memoria nel paese e vedesi nella differenza della pietra nuovamente usata. A lui si deve
adunque l'alterazione; e non s'infirma perciò la congettura che l'arco sia stato eretto dal
Cornare, forse con l'aiuto del Falconetto. Ma se tuttavia quel ch'io ho detto potrà ad altri
sembrar un tentativo vano, vano non parrà almeno che io abbia richiamato l'attenzione dei
dotti su una bella opera dell'ultimo periodo del rinascimento veneto, la quale nessuno aveva
segnalata.
Emilio Lovarini.
APPENDICE.
Andrea Da Valle e il palazzo di Luvigliano.
Andrea Da Valle Lapiscida, di Pietro — e non Della o Dalla Valle, come scrivesi
comunemente —, il quale ebbe l'invidiato onore d'esser posto in ritratto accanto al Palladio,
al Sansovino e allo Scamozzi nella Rotonda de'marchesi Capra di Vicenza,1 fu nel 1533
uno tra gli scultori e gli scalpellini, che lavorarono sotto la direzione del Falconetto per la
1 Fr. Se. Dondi Orologio, Due lettere sopra la
fabbrica della cattedrale di Padova, Padova, 1794,
27-8. Nella Descrizione delle architetture, pitture e
sculture di Vicenza, 1779, II, 54, è scritto esser questo
ritratto « opera di eccellente mano contemporanea ».
Forse era di G. B. Maganza, che avea fatte delle pit-
ture in quel luogo (A. Magrini, Memorie intorno la
vita e le opere di Andrea .Palladio, Padova, 1845). Per
cercarvelo e farlo fotografare, onde comparisse in que-
sto articolo, vi si recò tempo fa il bibliotecario della
Bertoliana di Vicenza, monsignor Domenico Bortolan,
ma non ve lo trovò, nè i nuovi possessori del palazzo ne
san nulla. Mi è grato intanto rendere qui al dotto uomo
i miei più vivi ringraziamenti per la sua rara cortesia.