MISCELLANEA
rante il quale furono aggiunte le due carte con le traccia della sua mano. Due secoli dopo fu anteposto
due bolle (che può darsi siano state anche scritte so- al codice il quinterno in minuscola gotica o proba-
pra fogli hi; nchi del codice stesso), e più tardi ancora bilmente fu sostituito con questo un altro che aveva lo
Coperta eburnea d'un Evangeliario, biblioteca Barberini, Roma
il quinterno delle carte 9-15, lo scrittore delle (piali,
trovando bianca mezza pagina in fine, lasciò anche li
(1073-1085), esse evidentemente non possono essere che di papa Pa-
squale II che pontificò dal 1099 al 1118.
La prima di esse porta in fondo: Data Luterani III Idus Mariti
centesimo.....XII anno.
Si vede che il trascrittore non potè o non seppe leggere la data-
zione esatta e lasciò una lacuna. La bolla pubblicata dall'Ughelli (It.
sacr., Ili, 88) è registrata dallo Jafifè {Regesta pont. rom., Loew. I,
700) al 13 marzo di uno tra gli anni iioi-ntó, e noi dobbiamo porla
al 1112 se leggiamo qui: millesimo centesi>?io duodecimo, o al 1111 se
riteniamo che debba intendersi nella datazione: XII anno (pontifica-
tus eius).
La seconda a carte 63V.-64 r. termina: Data luterani, V Nonas
Martii Indictione Villi; ora, la IX indizione cade due volte du-
rante il pontificato di Pasquale II; nel noi e nel n 16, e infatti
stesso contenuto e che per l'uso andava forse distrug-
gendosi.
Questa la cronologia approssimativa del codice ; ma
quando furono applicate le coperte d'avorio al codice
stesso? Anche qui non possiamo stabilire con certezza
che un termine ante quem, fornitoci da una lettera che
si trova conservata in un foglio volante entro il ras.;
lettera con la quale Don Diego de Franchi, visitatore
nel 1116 troviamo appunto sotto la data del 3 marzo la bolla di Pa-
squale Il riportata nel nostro codice e pubblicata dall'Ughelli (op.
cit., III, 90). Vedi Jaffè (Loew. I, 761).
La scrittura delle due carte del codice è quindi posteriore a questa
data, e probabilmente la trascrizione della seconda bolla è dovuta a
una mano che conservava ancora le abitudini grafiche di un'epoca un
poco più antica.
rante il quale furono aggiunte le due carte con le traccia della sua mano. Due secoli dopo fu anteposto
due bolle (che può darsi siano state anche scritte so- al codice il quinterno in minuscola gotica o proba-
pra fogli hi; nchi del codice stesso), e più tardi ancora bilmente fu sostituito con questo un altro che aveva lo
Coperta eburnea d'un Evangeliario, biblioteca Barberini, Roma
il quinterno delle carte 9-15, lo scrittore delle (piali,
trovando bianca mezza pagina in fine, lasciò anche li
(1073-1085), esse evidentemente non possono essere che di papa Pa-
squale II che pontificò dal 1099 al 1118.
La prima di esse porta in fondo: Data Luterani III Idus Mariti
centesimo.....XII anno.
Si vede che il trascrittore non potè o non seppe leggere la data-
zione esatta e lasciò una lacuna. La bolla pubblicata dall'Ughelli (It.
sacr., Ili, 88) è registrata dallo Jafifè {Regesta pont. rom., Loew. I,
700) al 13 marzo di uno tra gli anni iioi-ntó, e noi dobbiamo porla
al 1112 se leggiamo qui: millesimo centesi>?io duodecimo, o al 1111 se
riteniamo che debba intendersi nella datazione: XII anno (pontifica-
tus eius).
La seconda a carte 63V.-64 r. termina: Data luterani, V Nonas
Martii Indictione Villi; ora, la IX indizione cade due volte du-
rante il pontificato di Pasquale II; nel noi e nel n 16, e infatti
stesso contenuto e che per l'uso andava forse distrug-
gendosi.
Questa la cronologia approssimativa del codice ; ma
quando furono applicate le coperte d'avorio al codice
stesso? Anche qui non possiamo stabilire con certezza
che un termine ante quem, fornitoci da una lettera che
si trova conservata in un foglio volante entro il ras.;
lettera con la quale Don Diego de Franchi, visitatore
nel 1116 troviamo appunto sotto la data del 3 marzo la bolla di Pa-
squale Il riportata nel nostro codice e pubblicata dall'Ughelli (op.
cit., III, 90). Vedi Jaffè (Loew. I, 761).
La scrittura delle due carte del codice è quindi posteriore a questa
data, e probabilmente la trascrizione della seconda bolla è dovuta a
una mano che conservava ancora le abitudini grafiche di un'epoca un
poco più antica.