298
HANS GRAEVEN
riproduciamo la faccia laterale lunga (Fig. i), è probabilmente di queste imitazioni occiden-
tali. In tutti i cofanetti le file di rosette sono l'elemento principale dell'ornamentazione. Ad
altri dotti, che conoscono lo sviluppo dell'arte nell' Oriente, tocca di giudicare se probabilmente
non fosse mediante i prodotti della tessitura o della metallurgica persiana che la conoscenza
dell'antico sistema di decorazione orientale pervenne agli artisti bizantini del secolo IX, che
per i primi lavorarono tali cofanetti d'avorio.
Ma non dobbiamo passar sotto silenzio una differenza essenziale che passa tra le opere
bizantine e quelle antiche orientali: qua le rosette sono semplicemente messe in fila l'una
appresso all'altra, là ogni rosetta è cinta da un cerchio e nei coni tra i cerchi osservansi
delle foglie lanceolate, di modo che le rosette vengono ad essere concatenate tra loro, e
Fig. ia. — Cofanetto pisano. Faccia laterale lunga
l'ornamento ne risulta più organico. Si sente in questa trasformazione come un soffio dello
spirito greco, che pur vediamo manifestarsi ugualmente nelle opere degli artisti micenei, i
quali hanno anch'essi fatto diversi tentativi di collegare le rosette tra loro. 1
Gli altri ornamenti che, oltre le file di rosette, costituiscono la decorazione dei cofanetti
bizantini, derivano da monumenti greco-romani di metallo prezioso, di cui Costantinopoli
possedeva una quantità enorme prima del sacco fatale del 1204, e- questi prodotti dell'ore-
ficeria antica hanno fornito agli scultori di avorio bizantini il modello non solamente per
la decorazione, ma anche per i rilievi figurati 2 da mettersi nel mezzo delle cornici di rosette,
dove vediamo generalmente delle composizioni o delle figure isolate tolte al patrimonio
dell'arte classica pagana.
Quanto fossero in voga que' cofanetti colle rappresentazioni profane lo prova il fatto che
almeno 30 esemplari completi e dei frammenti di altri 20 esemplari si sono conservati fino
1 V. Pkrrot et ChipieZ; op. cit. VI, pag. 535, Sannnlungen des allerkochsten Kaiserhauses, XX, 1899,
540, 552, ' • pag. 5 e segg.
2 Vedi Graeven, Iahrbùch der kunsthistorischen
HANS GRAEVEN
riproduciamo la faccia laterale lunga (Fig. i), è probabilmente di queste imitazioni occiden-
tali. In tutti i cofanetti le file di rosette sono l'elemento principale dell'ornamentazione. Ad
altri dotti, che conoscono lo sviluppo dell'arte nell' Oriente, tocca di giudicare se probabilmente
non fosse mediante i prodotti della tessitura o della metallurgica persiana che la conoscenza
dell'antico sistema di decorazione orientale pervenne agli artisti bizantini del secolo IX, che
per i primi lavorarono tali cofanetti d'avorio.
Ma non dobbiamo passar sotto silenzio una differenza essenziale che passa tra le opere
bizantine e quelle antiche orientali: qua le rosette sono semplicemente messe in fila l'una
appresso all'altra, là ogni rosetta è cinta da un cerchio e nei coni tra i cerchi osservansi
delle foglie lanceolate, di modo che le rosette vengono ad essere concatenate tra loro, e
Fig. ia. — Cofanetto pisano. Faccia laterale lunga
l'ornamento ne risulta più organico. Si sente in questa trasformazione come un soffio dello
spirito greco, che pur vediamo manifestarsi ugualmente nelle opere degli artisti micenei, i
quali hanno anch'essi fatto diversi tentativi di collegare le rosette tra loro. 1
Gli altri ornamenti che, oltre le file di rosette, costituiscono la decorazione dei cofanetti
bizantini, derivano da monumenti greco-romani di metallo prezioso, di cui Costantinopoli
possedeva una quantità enorme prima del sacco fatale del 1204, e- questi prodotti dell'ore-
ficeria antica hanno fornito agli scultori di avorio bizantini il modello non solamente per
la decorazione, ma anche per i rilievi figurati 2 da mettersi nel mezzo delle cornici di rosette,
dove vediamo generalmente delle composizioni o delle figure isolate tolte al patrimonio
dell'arte classica pagana.
Quanto fossero in voga que' cofanetti colle rappresentazioni profane lo prova il fatto che
almeno 30 esemplari completi e dei frammenti di altri 20 esemplari si sono conservati fino
1 V. Pkrrot et ChipieZ; op. cit. VI, pag. 535, Sannnlungen des allerkochsten Kaiserhauses, XX, 1899,
540, 552, ' • pag. 5 e segg.
2 Vedi Graeven, Iahrbùch der kunsthistorischen