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HANS GRAEVEN
coperchio, ma la serratura ha una linguetta che deve saltare in un occhiello praticato sulla
fronte del coperchio, come si può vedere nella riproduzione del cofanetto di Mons. Bethune
(Fig. 7 e 8).
Le piccole foglie, inserite nei coni tra le rosette, sono liscie nel cofanetto di Veroli, e
soltanto in pochi cofanetti profani più recenti esse hanno la stessa struttura che in tutti i
cofanetti sacri, cioè l'orlo rialzato e una costola sporgente nel mezzo.
E nel cofanetto di Veroli e nel cofanetto fiorentino troviamo, sulle faccie laterali, delle
rosette più semplici di quelle del coperchio. I tipi delle rosette, nelle due cassettine, sono
uguali, ma in quella fiorentina esse sono più piatte e quasi schiacciate. Le testine profilate,
che sul cofanetto di Veroli ed in qualche altro profano vediamo alternarsi con le rosette,
non si ritrovano in nessuno dei cofanetti sacri. In compenso questi portano delle rosette di
tipo diverso: di due forme ce ne presenta il cofanetto di Darmstadt, nelle faccie laterali
(Fig. 3, 4, 5, 6), e perfino di quattro l'altro di Mons. Bethune. Due o tre dei più recenti cofa-
netti profani hanno pure un'alternazione analoga.
L'ornamento che attornia a guisa di bordo il coperchio del cofanetto fiorentino, è una
imitazione della striscia più stretta, che su quello di Veroli vediamo intercalata qua e là tra
le rosette e le lastre figurate. L'incorniciatura estrema del coperchio di questo cofanetto è
un viticcio bellissimo, che ritroviamo copiato sulla cassettina di Darmstadt (Fig. 2), ma
non senza notevoli varianti. Nella copia, per es., furono omesse le belle punte che nella
cassettina verolana terminano le due striscio maggiori del viticcio, e, d'altra parte, furono
aggiunte tra ciascuna delle volute quelle stesse piccole foglie che sono intromesse nei coni
tra le rosette, le quali qui nel viticcio risultano molto inorganiche. Altra caratteristica del
cofanetto di Darmstadt è quella di porre dentro qualcuna delle volute un animale invece
dei fiori e dei frutti che riempiono le volute del cofanetto di Veroli. Tutte queste modifi-
cazioni attestano dell'origine più tarda del cofanetto di Darmstadt. Il rilievo delle figure nel
cofano di Veroli è molto
alto, e stacca energica-
mente dal fondo con
molte parti lavorate a
giorno, laddove soltanto
qualche cofanetto profano
posteriore ha il rilievo
più basso analogo a quello
de' cofanetti sacri ; ma,
pure nell'epoca più tar-
da, c'è sempre una gran-
de differenza nella forma
della figura umana tra le
opere sacre e le profane:
la figura dell'arte classica
pagana conserva ancora
le forme tondeggianti dei
suoi modelli; Adamo ed
Eva hanno invece altre
proporzioni, sono più
snelli e più asciutti. Di
più, nella figura di Ada-
mo il membro non fu mai scolpito, mentre che le figure profane l'ostentano disinvolte. Come
nei rilievi, così anche nelle miniature bizantine 1 fu adoperata la castrazione, ma la maniera
Fig. 14. — Pietro e Paolo. Cofanetto di Firenze. Seconda faccia laterale corta
1 V., per esempio, le miniature dell'Apollonio, pubblicate da H. Schoene.
HANS GRAEVEN
coperchio, ma la serratura ha una linguetta che deve saltare in un occhiello praticato sulla
fronte del coperchio, come si può vedere nella riproduzione del cofanetto di Mons. Bethune
(Fig. 7 e 8).
Le piccole foglie, inserite nei coni tra le rosette, sono liscie nel cofanetto di Veroli, e
soltanto in pochi cofanetti profani più recenti esse hanno la stessa struttura che in tutti i
cofanetti sacri, cioè l'orlo rialzato e una costola sporgente nel mezzo.
E nel cofanetto di Veroli e nel cofanetto fiorentino troviamo, sulle faccie laterali, delle
rosette più semplici di quelle del coperchio. I tipi delle rosette, nelle due cassettine, sono
uguali, ma in quella fiorentina esse sono più piatte e quasi schiacciate. Le testine profilate,
che sul cofanetto di Veroli ed in qualche altro profano vediamo alternarsi con le rosette,
non si ritrovano in nessuno dei cofanetti sacri. In compenso questi portano delle rosette di
tipo diverso: di due forme ce ne presenta il cofanetto di Darmstadt, nelle faccie laterali
(Fig. 3, 4, 5, 6), e perfino di quattro l'altro di Mons. Bethune. Due o tre dei più recenti cofa-
netti profani hanno pure un'alternazione analoga.
L'ornamento che attornia a guisa di bordo il coperchio del cofanetto fiorentino, è una
imitazione della striscia più stretta, che su quello di Veroli vediamo intercalata qua e là tra
le rosette e le lastre figurate. L'incorniciatura estrema del coperchio di questo cofanetto è
un viticcio bellissimo, che ritroviamo copiato sulla cassettina di Darmstadt (Fig. 2), ma
non senza notevoli varianti. Nella copia, per es., furono omesse le belle punte che nella
cassettina verolana terminano le due striscio maggiori del viticcio, e, d'altra parte, furono
aggiunte tra ciascuna delle volute quelle stesse piccole foglie che sono intromesse nei coni
tra le rosette, le quali qui nel viticcio risultano molto inorganiche. Altra caratteristica del
cofanetto di Darmstadt è quella di porre dentro qualcuna delle volute un animale invece
dei fiori e dei frutti che riempiono le volute del cofanetto di Veroli. Tutte queste modifi-
cazioni attestano dell'origine più tarda del cofanetto di Darmstadt. Il rilievo delle figure nel
cofano di Veroli è molto
alto, e stacca energica-
mente dal fondo con
molte parti lavorate a
giorno, laddove soltanto
qualche cofanetto profano
posteriore ha il rilievo
più basso analogo a quello
de' cofanetti sacri ; ma,
pure nell'epoca più tar-
da, c'è sempre una gran-
de differenza nella forma
della figura umana tra le
opere sacre e le profane:
la figura dell'arte classica
pagana conserva ancora
le forme tondeggianti dei
suoi modelli; Adamo ed
Eva hanno invece altre
proporzioni, sono più
snelli e più asciutti. Di
più, nella figura di Ada-
mo il membro non fu mai scolpito, mentre che le figure profane l'ostentano disinvolte. Come
nei rilievi, così anche nelle miniature bizantine 1 fu adoperata la castrazione, ma la maniera
Fig. 14. — Pietro e Paolo. Cofanetto di Firenze. Seconda faccia laterale corta
1 V., per esempio, le miniature dell'Apollonio, pubblicate da H. Schoene.