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GUSTAVO FRI ZZO NI
Fig. 2a. — Altro Santo Vescovo, di V. Foppa
presso il march. A. L. Trivulzio
composte in forma di polittici a due piani.
Di queste la minor parte si trova ora nel
suo pristino stato. Infatti non ne sapremmo
citare se non una, quella dell' oratorio di
Santa Maria di Castello a Savona, anch'essa
purtroppo in miserando stato di conserva-
zione e di difficile ispezione ad occhio nudo.1
Ora, per certi dati manifestatisi solo da
poco tempo in qua, ci è dato costatare che
di simili opere da altare a più riparti il
Foppa ebbe a farne per lo meno altre tre,
le quali ci è giocoforza oggidì ricostruire nella
nostra mente in modo più o meno compito.
Di tutte queste è da dire anzitutto che man-
cano di parecchie parti, onde rimane sempre
la speranza che se ne abbiano a rintracciare
in un luogo o nell'altro le membra sparse,
come è accaduto di quelle che stiamo per
descrivere. Rammenteremo in proposito, in
primo luogo, due tavole a singole figure di
santi vescovi, trovati e redenti, quali poveri
trovatelli (fig. iae 2a), da un nobile raccogli-
tore, il Marchese Alberico Luigi Trivulzi;
dalla forma dei quali è facile dedurre che
dovettero essere singole parti di una serie
di tavole, concorrenti a formare un sol tutto.
E non è da ommettere che, se si sono rese
degne oggidì di figurare nell'artistico pa-
lazzo del loro nuovo proprietario, ciò de-
vesi alle intelligenti cure, rivolte al loro ri-
pristino, dal noto ristauratore prof. Luigi
Cavenaghi, laddove si vedevano anterior-
mente peggio della pala di San Sebastiano
offuscate e manomesse da perfidi e tenaci
ritocchi ad olio, che dovettero essere rimossi
con la più grande pazienza ed oculatezza.
Oggi, nella loro stilistica gravità, ci si presen-
tano quali degni compagni delle figure di
santi che stanno esposte nella Pinacoteca di
Brera (salone dei pittori lombardi) e dal modo
come vi sono intese le forme, come queste
sono lumeggiate, a toni freddi, dall' anda-
mento delle pieghe dei panni mirabilmente
sentite e dalla loro decorazione si ricavano
altrettanti dati che caratterizzano ben deter-
minatamente l'insigne artista.
Le figure che sorgono sui rispettivi piani, con piccole spalliere posteriormente, a pre-
cisare lo spazio, e che erano state interamente ricoperte da prima, sono fatte staccare sopra
un fondo messo ad oro ed acquistano così un non so che di monumentale e di statuario
1 Vedasi in proposito l'elaborato articolo del cav. Giulio Carotti nell'Archivio storico dell'Arte.
GUSTAVO FRI ZZO NI
Fig. 2a. — Altro Santo Vescovo, di V. Foppa
presso il march. A. L. Trivulzio
composte in forma di polittici a due piani.
Di queste la minor parte si trova ora nel
suo pristino stato. Infatti non ne sapremmo
citare se non una, quella dell' oratorio di
Santa Maria di Castello a Savona, anch'essa
purtroppo in miserando stato di conserva-
zione e di difficile ispezione ad occhio nudo.1
Ora, per certi dati manifestatisi solo da
poco tempo in qua, ci è dato costatare che
di simili opere da altare a più riparti il
Foppa ebbe a farne per lo meno altre tre,
le quali ci è giocoforza oggidì ricostruire nella
nostra mente in modo più o meno compito.
Di tutte queste è da dire anzitutto che man-
cano di parecchie parti, onde rimane sempre
la speranza che se ne abbiano a rintracciare
in un luogo o nell'altro le membra sparse,
come è accaduto di quelle che stiamo per
descrivere. Rammenteremo in proposito, in
primo luogo, due tavole a singole figure di
santi vescovi, trovati e redenti, quali poveri
trovatelli (fig. iae 2a), da un nobile raccogli-
tore, il Marchese Alberico Luigi Trivulzi;
dalla forma dei quali è facile dedurre che
dovettero essere singole parti di una serie
di tavole, concorrenti a formare un sol tutto.
E non è da ommettere che, se si sono rese
degne oggidì di figurare nell'artistico pa-
lazzo del loro nuovo proprietario, ciò de-
vesi alle intelligenti cure, rivolte al loro ri-
pristino, dal noto ristauratore prof. Luigi
Cavenaghi, laddove si vedevano anterior-
mente peggio della pala di San Sebastiano
offuscate e manomesse da perfidi e tenaci
ritocchi ad olio, che dovettero essere rimossi
con la più grande pazienza ed oculatezza.
Oggi, nella loro stilistica gravità, ci si presen-
tano quali degni compagni delle figure di
santi che stanno esposte nella Pinacoteca di
Brera (salone dei pittori lombardi) e dal modo
come vi sono intese le forme, come queste
sono lumeggiate, a toni freddi, dall' anda-
mento delle pieghe dei panni mirabilmente
sentite e dalla loro decorazione si ricavano
altrettanti dati che caratterizzano ben deter-
minatamente l'insigne artista.
Le figure che sorgono sui rispettivi piani, con piccole spalliere posteriormente, a pre-
cisare lo spazio, e che erano state interamente ricoperte da prima, sono fatte staccare sopra
un fondo messo ad oro ed acquistano così un non so che di monumentale e di statuario
1 Vedasi in proposito l'elaborato articolo del cav. Giulio Carotti nell'Archivio storico dell'Arte.