IL PRESEPE A NAPOLI
327
4 agosto 1507 tra messer Ettore Carafa e maestro Pietro Belverte, da Bergamo, il maestro
di Giovanni da Nola, il quale, come dice Pietro Summonte nella lettera che si cita più
sotto, si faceva chiamar Veneziano, per la costruzione di un presepe nella cappella del Cro-
cefisso in San Domenico Maggiore, composto di ventotto figure, cioè: « la Vergine S. Ioseph
con lo figliuolo in connabulo, l'asino et lo bove, dieci angioli, doe pasturi, doe cani, octo
pecore, con li arbori faschie (sic) et tortanis et altri ornamenti partinenti a li pasturi ». Anche
questo presepe esiste tuttora, nella chiesa di San Domenico, ricordata di sopra, ed ha molte
somiglianze stilistiche con quello di San Giovanni a Carbonara.
Ne restano pure altri due, quasi contemporanei, l'uno nella chiesa delle monache di
Santa Chiara e l'altro nella cappella che Iacopo Sannazaro dedicava al Parto della Vergine,
Fig. 2a. — Angeli. Presepe di San Giovanni a Carbonara
sulla spiaggia di Mergellina, « la quale Natività è del garbo che il Sannazaro l'have
in versi depincta nel divino suo libro de Partii Virginis... ». ' Ma quest'ultimo è di gran
lunga superiore ai precedenti, perchè, come può notarsi dalle riproduzioni che seguono, la
figura della Vergine ha una devota semplicità, una g'razia nell'insieme che invano si cerche-
rebbero nella scultura dell'Alamanno o in quella del Belverte. I pastori poi offrono un det-
taglio ed un disegno che ben valgono a mostrare quale fosse l'arte di Giovanni Mirilliano,
da Nola (v. fig. 5% 6a, f , 8a e ga).
Ben altri poi dovevano esistere nella nostra città,2 dove il pio costume ebbe un novello
1 Napoli nobilissima, voi. VII, 1898; La lettera di
Pietro Summonte, pag. 197.
2 Ho sentito parlare di un antico presepe nella
chiesa dell'Annunziata, ma non ho potuto rintrac-
ciarlo. Molte chiese napoletane usavano costruire il
presepe nel tempo natalizio; ai nostri giorni, conti-
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4 agosto 1507 tra messer Ettore Carafa e maestro Pietro Belverte, da Bergamo, il maestro
di Giovanni da Nola, il quale, come dice Pietro Summonte nella lettera che si cita più
sotto, si faceva chiamar Veneziano, per la costruzione di un presepe nella cappella del Cro-
cefisso in San Domenico Maggiore, composto di ventotto figure, cioè: « la Vergine S. Ioseph
con lo figliuolo in connabulo, l'asino et lo bove, dieci angioli, doe pasturi, doe cani, octo
pecore, con li arbori faschie (sic) et tortanis et altri ornamenti partinenti a li pasturi ». Anche
questo presepe esiste tuttora, nella chiesa di San Domenico, ricordata di sopra, ed ha molte
somiglianze stilistiche con quello di San Giovanni a Carbonara.
Ne restano pure altri due, quasi contemporanei, l'uno nella chiesa delle monache di
Santa Chiara e l'altro nella cappella che Iacopo Sannazaro dedicava al Parto della Vergine,
Fig. 2a. — Angeli. Presepe di San Giovanni a Carbonara
sulla spiaggia di Mergellina, « la quale Natività è del garbo che il Sannazaro l'have
in versi depincta nel divino suo libro de Partii Virginis... ». ' Ma quest'ultimo è di gran
lunga superiore ai precedenti, perchè, come può notarsi dalle riproduzioni che seguono, la
figura della Vergine ha una devota semplicità, una g'razia nell'insieme che invano si cerche-
rebbero nella scultura dell'Alamanno o in quella del Belverte. I pastori poi offrono un det-
taglio ed un disegno che ben valgono a mostrare quale fosse l'arte di Giovanni Mirilliano,
da Nola (v. fig. 5% 6a, f , 8a e ga).
Ben altri poi dovevano esistere nella nostra città,2 dove il pio costume ebbe un novello
1 Napoli nobilissima, voi. VII, 1898; La lettera di
Pietro Summonte, pag. 197.
2 Ho sentito parlare di un antico presepe nella
chiesa dell'Annunziata, ma non ho potuto rintrac-
ciarlo. Molte chiese napoletane usavano costruire il
presepe nel tempo natalizio; ai nostri giorni, conti-