IL PRESEPE A NAPOLI
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Ma pel troppo chiasso cui dava luogo, i signori De Georgio lo abolirono e vi sosti-
tuirono, invece, l'arrivo dei Magi, con gran codazzo di servi bianchi e neri, odalische,
cammelli, dromedari con ricche gualdrappe, un
lusso insomma che era un ricordo, a giudizio del
duca di Maddaloni, della magnificenza borbonica,
ma che a me pare una reminiscenza del fasto spa-
gnuolo. Ma quale anacronismo ! E in fatto di
anacronismi se ne vedevano delle belle: l'istesso
Gorani, citato di sopra, dice di aver veduto sul
presepe napoletano monaci e monache, dame che
andavano al teatro seguite da servi in livrea, e
finanche Pulcinella ! Sissignore proprio Pulcinella.
E non è soltanto il Gorani che lo dice, che con
quella sua aria di volteriano poco gli si crede-
rebbe, ma lo si legge pure in altri scrittori di
note di viaggio. Il Deppin o Depping, nelle sue
Serate d'inverno, racconta di aver visto a Napoli
un presepe col Vesuvio in fondo e Pulcinella che
passeggiava tranquillamente ; e nota che Pulci-
nella è un personaggio tanto popolare pe' napo-
letani, che non possono addirittura farne senza.
La cosa viene pure confermata dal Rehfues, Ge-
màlde von Neapel.1 Ma è poi vero quanto dicono
costoro? Lo vedremo più sotto: per ora torniamo
al presepe De Georgio.
Come ho già detto, fino all'anno 1826 si co-
struì il presepe, dopo quel tempo i De Georgio
cominciarono a vendere la collezione. Un riven-
dugliolo, cognominato Rosicariello, che aveva
bottega nella via Guantai Nuovi, acquistò il se-
guito dei Magi, che rivendè ad un farmacista,
certo Loralbo, e l'antiquario cav. Francesco Sco-
gnamiglio, nel 1869, per mezzo di uno scultore,
Eugenio Biancardi, ne comprò un'altra buona
parte. ---~ • - • • ~ ■
Di quanto avanzò, la famiglia De Georgio Fig. 6a. — Pastore
formò dei gruppi, collocati entro vetrine, che tut- Presepe nella Cappella del Sannazaro
torà esistono nel palazzo di loro proprietà al Corso a Mergellina
Vittorio Emanuele, angolo del Petraio. Una por-
zione che apparteneva al cav. Alfonso De Georgio, dopo la costui morte, fu venduta all'an-
tiquario Varelli.
La famiglia Catalano, dimorante nel Borgo dei Vergini, come allora si chiamava l'odierna
via dei Vergini, ebbe pure un sontuoso presepe, che si costruiva sotto la direzione dell'ar-
chitetto napoletano Francesco Cappello, ricco di pastori pregevoli, in gran parte opera di
Giuseppe Gori, il quale abitava neh'istesso palazzo dei Catalano, e ritrasse le sembianze
della signora Catalano in una contadina, che tuttora si mostra dal signore avv. Francesco
a nome Saverio, segretario del Consiglio d'ammini- egli, per un'assenza di quattro lustri da Napoli (fu a
strazione della R. Marina, fu quegli che diede al Na- Madrid), avrebbe certamente ignorati.
poli-Signorelli tutti i particolari intorno alla storia del 1 Op. cit., t. 1, pag. 154, 164. Zurich, 1808.
presepe, pubblicati nella sua opera; particolari che
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Ma pel troppo chiasso cui dava luogo, i signori De Georgio lo abolirono e vi sosti-
tuirono, invece, l'arrivo dei Magi, con gran codazzo di servi bianchi e neri, odalische,
cammelli, dromedari con ricche gualdrappe, un
lusso insomma che era un ricordo, a giudizio del
duca di Maddaloni, della magnificenza borbonica,
ma che a me pare una reminiscenza del fasto spa-
gnuolo. Ma quale anacronismo ! E in fatto di
anacronismi se ne vedevano delle belle: l'istesso
Gorani, citato di sopra, dice di aver veduto sul
presepe napoletano monaci e monache, dame che
andavano al teatro seguite da servi in livrea, e
finanche Pulcinella ! Sissignore proprio Pulcinella.
E non è soltanto il Gorani che lo dice, che con
quella sua aria di volteriano poco gli si crede-
rebbe, ma lo si legge pure in altri scrittori di
note di viaggio. Il Deppin o Depping, nelle sue
Serate d'inverno, racconta di aver visto a Napoli
un presepe col Vesuvio in fondo e Pulcinella che
passeggiava tranquillamente ; e nota che Pulci-
nella è un personaggio tanto popolare pe' napo-
letani, che non possono addirittura farne senza.
La cosa viene pure confermata dal Rehfues, Ge-
màlde von Neapel.1 Ma è poi vero quanto dicono
costoro? Lo vedremo più sotto: per ora torniamo
al presepe De Georgio.
Come ho già detto, fino all'anno 1826 si co-
struì il presepe, dopo quel tempo i De Georgio
cominciarono a vendere la collezione. Un riven-
dugliolo, cognominato Rosicariello, che aveva
bottega nella via Guantai Nuovi, acquistò il se-
guito dei Magi, che rivendè ad un farmacista,
certo Loralbo, e l'antiquario cav. Francesco Sco-
gnamiglio, nel 1869, per mezzo di uno scultore,
Eugenio Biancardi, ne comprò un'altra buona
parte. ---~ • - • • ~ ■
Di quanto avanzò, la famiglia De Georgio Fig. 6a. — Pastore
formò dei gruppi, collocati entro vetrine, che tut- Presepe nella Cappella del Sannazaro
torà esistono nel palazzo di loro proprietà al Corso a Mergellina
Vittorio Emanuele, angolo del Petraio. Una por-
zione che apparteneva al cav. Alfonso De Georgio, dopo la costui morte, fu venduta all'an-
tiquario Varelli.
La famiglia Catalano, dimorante nel Borgo dei Vergini, come allora si chiamava l'odierna
via dei Vergini, ebbe pure un sontuoso presepe, che si costruiva sotto la direzione dell'ar-
chitetto napoletano Francesco Cappello, ricco di pastori pregevoli, in gran parte opera di
Giuseppe Gori, il quale abitava neh'istesso palazzo dei Catalano, e ritrasse le sembianze
della signora Catalano in una contadina, che tuttora si mostra dal signore avv. Francesco
a nome Saverio, segretario del Consiglio d'ammini- egli, per un'assenza di quattro lustri da Napoli (fu a
strazione della R. Marina, fu quegli che diede al Na- Madrid), avrebbe certamente ignorati.
poli-Signorelli tutti i particolari intorno alla storia del 1 Op. cit., t. 1, pag. 154, 164. Zurich, 1808.
presepe, pubblicati nella sua opera; particolari che